A Newport, nel Rhode Island, il Newport Casino ospita la Hall of Fame del tennis e tra architettura vittoriana e tradizioni secolari è, forse, l’unico Club del mondo che può guardare negli occhi Wimbledon. Di Guido Capucci
I nomi di James Gordon Bennett ed Henry Augustus Candy non diranno nulla alla stragrande maggioranza degli appassionati di tennis: ma invece dovrebbero.
Questi due signori, una volta allontanati dal Club di lettura di Newport a causa della maldestra organizzazione di una corsa a cavallo, decisero di costruire un loro Club anzi un loro Casino, mutuando il termine italiano “Cascina”, che venne così inaugurato il 26 Luglio del 1880.
I nostri eroi non si erano certo stancati di leggere ma decisero, però, che nel nuovo Club si sarebbe anche dovuto praticare un po’ di sport ed a questo principio ispirarono la costruzione del Newport Casino.
Sebbene ci si trovi a solo tre ore di macchina dalla modernissima New York quando si arriva di fronte all’ingresso del Casino si ha la sensazione di essere arrivati in Inghilterra, patria appunto dello sport. Lo stile vittoriano, il legno alternato ai mattoni a vista, l’edera ovunque, i negozi al piano terra e la Club House al secondo e, ovviamente, la cosa più inglese del mondo insieme al tè: i campi da tennis in erba.
Il posto piacque subito ai ricchi villeggianti locali ma, soprattutto, ispirò i dirigenti del tennis americano che decisero che proprio lì in quel Circolo avrebbe preso inizio la storia dei Campionati degli Stati Uniti di tennis; e così dal 1881 e fino al 1915 il torneo si disputò in questa cornice prima di traslocare nel più ampio impianto di Forest Hills a New York.
Ma fu nel 1954 che il geniale appassionato di tennis Jimmy Van Allen, poi inventore del tie-break, decise di sfruttare la forza evocativa di questo scenario per fondarvi la Hall of del tennis.
Si tratta di un vero e proprio Sacrario, una sorta di Pantheon i cui membri sono i protagonisti non della vita civile di una Nazione ma delle vita sportiva di uno gioco. Gli ammessi possono essere scelti tra i giocatori del passato, purché abbiano terminato l’attività da almeno cinque anni, oppure tra coloro che abbaino dato lustro e notorietà al nostro sport nei modi più svariati (dirigenti, allenatori, giornalisti, ecc…).
Inizialmente i papabili per diventare dei “Famers” potevano essere solo Statunitensi ma con l’ingresso di Fred Perry nel 1974 l’ammissione è stata aperta a tutti. Ad oggi la ristretta cerchia di eletti comprende 240 personalità ed a rappresentare l’Italia ci sono il grande Nicola Pietrangeli ed un caro amico di Ubitennis e cioè Gianni Clerici.
Il Newport Casino offre poi molto altro. Vi si disputa ogni agosto, infatti, un torneo Atp che è l’unico su erba negli USA ma, soprattutto, è la sede del più bel museo sul tennis del mondo. I turisti che da maggio prossimo visiteranno questo “Louvre per racchetta” lo troveranno poi ampliato e modernizzato con teatri olografici, installazioni interattive e touch screens.
Ma forse quello che più conta è la possibilità concessa a chiunque lo voglia, come in un Club qualsiasi, di prenotare un’ora e di cimentarsi in un esibizione di serve and volley su erba naturale potendo così respirare l’aria speciale dell’unico Club del mondo che può guardare negli occhi Wimbledon.
Guido Capucci