Ivan Ljubicic compie 36 anni. Dopo aver detto addio alle gare nel 2012, il tennista croato, dalla personalità polivalente, continua a dare il proprio contributo al tennis come coch, manager e commentatore televisivo, affermandosi ancora come uno dei protagonisti del circuito mondiale
Gli articoli di Ubitennis dedicati a Ivan Ljubicic
Lo sguardo buono, che sorride. Questo uno dei ricordi che ho di Ivan Ljubicic quando, nel 2012, lo intervistai per la prima volta all’Open 13 di Marsiglia, uno dei suoi ultimi tornei della carriera. Quella volta ebbi la conferma della sua gentilezza dal suo modo di porsi, ovviamente non solo in campo, ma anche in conferenza stampa: sempre disponibile e paziente nel dare ai giornalisti risposte approfondite e complete. Tennista dallo stile classico e dal fisico statuario, Ivan Ljubicic è una personalità dolce e pacata, così come sapeva accarezzare dolcemente la palla con l’elegante e fluido rovescio ad una mano. Ma il croato, ritiratosi dalle competizioni durante il torneo di Montecarlo nel 2012, sapeva sfoderare anche colpi aggressivi e devastanti, soprattutto al servizio.
Una carriera longeva quella di Ljubicic – tennista croato ma nato, il 19 marzo 1979, a Banja Luka in Bosnia Erzegovina – cominciata in Italia poiché, all’età di 13 anni, il giovane Ivan fugge dall’orrore della guerra nella Ex-Jugoslavia e giunge in Italia per continuare ad allenarsi. Da allora, ci piace considerare l’ex n. 3 del mondo un po’ come un nostro “connazionale”, anche perché parla un italiano perfetto e trascorre molto tempo tra il Principato di Monaco e Bordighera. E colui che potrebbe essere considerato forse quasi come un fratello maggiore per lui è certamente un altro personaggio emblematico del tennis italiano, il coach Riccardo Piatti che ha seguito e allenato Ivan dal 1997 fino alla fine della carriera.
Ma non è finita.
Anche dopo aver detto addio al tennis giocato, Ljubo continua a dedicarsi alla racchetta affiancando Piatti nell’attività di coaching e seguendo insiema a lui l’attuale n. 6 del mondo Milos Raonic. Un grande sodalizio, alimentato da stima e affetto reciproci quello tra il coach lombardo e l’ex tennista croato, che lavorano insieme ormai da quasi vent’anni a Montecarlo, dove riesiedono entrambi con le loro rispettive famiglie.
A Marsiglia gli chiedemmo un commento su Piatti e il loro rapporto fatto di grande equilibrio e “fedeltà” e Ivan rispose sottolineando quanto forse importante per lui la vicinanza e l’equilibrio stabilitosi con il suo allenatore, senza aver mai avuto bisogno di nessun cambiamento, “perché” ha spiegato “gli stimoli gli avevo già per me stesso. Alcuni giocatori cambiano spesso allenatore perché ricercano forse nuovi stimoli ma io non ne ho mai avuto bisogno“.
E infatti squadra che vince non si cambia. Percorso invidiabile quello di Ljubicic che, nel 2006, raggiunge la 3a posizione mondiale, suo best ranking; ma, soprattutto, all’età di 31 anni, si aggiudica il titolo più importante del suo palmares, trionfando proprio su quel cemento californiano su cui in questi giorni il suo pupillo Milos sta facendo così bene. Ivan vince infatti, un po’ a sorpresa, il titolo di Indian Wells nel 2010, dopo aver battuto Djokovic al 4° turno, Nadal in semifinale e Roddick in finale.
Il croato si aggiudica in tutto 10 titolo Atp (Indian Wells, Lione, Doha, ‘s-Hertogenbosch, Chennai, Zagabria, Vienna, Metz, Vienna e Lione), disputa inoltre 14 finali ed è, insieme a Mario Ancic, l’eroe della Coppa Davis nel 2005, anno in cui lui e Mario regalano alla Croazia l’insalatiera d’argento. Insieme, conquistano inoltre la medaglia di bronzo in doppio alle Olimpiadi di Atene nel 2004.
Ma il contributo di Ivan al tennis non si limita soltanto al tennis giocato. Va’ ricordato che dal 2002 al 2008 fa parte dell’ATP Player Council, rivestendo le cariche di vicepresidente dal 2004 al 2006 e di presidente dal 2006 al 2008. Nell’agosto del 2008 viene eletto rappresentante dei giocatori per l’Europa nell’ATP Board. Nel gennaio del 2009 rassegna le dimissioni per dedicarsi a tempo pieno alla competizione. È tato il primo giocatore ancora in attività, dopo Paul Annacone nel 1993, a far parte del Board.
Ma le risorse di Ivan sembrano inesauribili. Da due anni è uno dei commentatori tecnici di Sky TV, mettendo a disposizione del pubblico del tennis tutta la sua esperienza e competenza tecnica, in particolare grazie alle celebri lavagne tattiche. Oltre ad essere anche il manager del Top 10 Tomas Berdych, nella maggior parte dell’anno Ljubo è ancora sui campi da tennis perché, come accennato sopra, dal 2013, insieme a Piatti, è anche l’allenatore di Milos Raonic. Gli effetti del team Piatti-Ljubicic sul canadese diventano sempre più visibili poiché Milos ha raggiunto, nel 2014, la posizione n. 6 (suo best ranking finora), la prima semifinale slam a Wimbledon e la prima qualificazione alle Finals. Il tennista originario del Montenegro dimostra grandi miglioramenti sul lato sinistro del campo, nonché nell’approccio alla rete e nell’aggressività degli scambi. Insomma, l’impronta di Ljubo si vede eccome.
E Milos, oggi, nel giorno del compleanno di Ivan, non potrebbe fargli regalo migliore che approdare alla semifinale sconfiggendo un certo…Rafa Nadal. E il regalo varrebbe doppio perché l’impresa si compirebbe su quello stesso magico cemento che ha visto Ljubicic alzare il suo più bel trofeo 5 anni fa.
Buon compleanno Ivan !