Jo-Wilfried Tsonga è rientrato nel circuito a Miami vincendo il suo match di secondo turno contro l’americano Tim Smyczek. Ma il tennista transalpino è ora atteso da una nuova sfida: decidere che ruolo vuole recitare in questa stagione
Il Masters 1000 di Miami ha visto il ritorno alle competizioni di Jo-Wilfried Tsonga, reduce da un infortunio all’avambraccio che l’ha costretto a saltare tutta questa prima parte di stagione. Il tennista transalpino ha infatti battuto, con qualche comprensibile difficoltà, lo statunitense Tim Smyczek, n.75 del ranking ATP, nel suo match d’esordio nel torneo.
Come è noto a molti, questo fastidio aveva originariamente costretto Tsonga a rinunciare al singolare decisivo della finale di Coppa Davis contro Roger Federer il 23 novembre scorso. Il nativo di Le Mans non era già al 100 per cento all’inizio dello sfortunato weekend di Lille ma il capitano del team francese Arnauld Clement aveva comunque deciso di schierarlo nell’incontro di apertura contro Stan Wawrinka (perso da Tsonga in quattro set). A detta dello stesso Clement, il problema si era acutizzato il giorno precedente rendendo impossibile la presenza del n.1 di Francia la domenica. Probabilmente, viste la convinzione e la qualità di gioco esibite da campione svizzero allo Stade Metropole, l’epilogo non sarebbe stato diverso e l’insalatiera sarebbe andata agli elvetici comunque. Tuttavia di certo uno Tsonga in buona condizione fisica avrebbe potuto opporre maggiore resistenza rispetto a quella offerta da un come al solito molto timido Richard Gasquet.
Ma il mistero sull’infortunio del tennista francese di padre originario del Congo Brazaville comincia proprio dopo la delusione di Coppa Davis. Dapprima Tsonga partecipa alla International Premier Tennis League, remunerativa esibizione a squadre disputata in giro per il continente asiatico, sollevando alcune polemiche in patria rispetto al suo scarso attaccamento alla bandiera. Successivamente si è assistito ad una lunga serie di rinvii del suo rientro. Sembrava infatti che potesse farcela per gli Australian Open ma non c’è stato nulla da fare. Poi lui stesso si era detto fiducioso riguardo alla sua partecipazione ad Indian Wells ma all’ultimo ha dovuto ancora dare forfait. Ora finalmente gli appassionati di tennis, francesi e non, possono tirare un sospiro di sollievo: Tsonga è tornato, insieme al suo tennis aggressivo e al suo atteggiamento sempre positivo in campo.
Sì è tornato. Ma per andare dove? Già la scorsa stagione, escludendo l’exploit in Canada, dove ha vinto il trofeo più importante della sua carriera, era stata abbastanza deludente per Tsonga. Infatti il transalpino nel 2014 è uscito per la prima volta dai Top Ten dopo quasi tre anni di permanenza in pianta stabile. Difficile capire cosa ci sia alla base di questo evidente calo di rendimento del 29enne francese. Sicuramente non aiuta essere nato nella generazione di Nadal, Federer, Djokovic e Murray: tennisti contro i quali spesso si sono infranti i sogni di Tsonga di vincere un Grande Slam come in finale a Melbourne nel 2008, in semifinale sui prati di Wimbledon nel 2011 e nel 2012. Tuttavia Wawrinka e Cilic hanno dimostrato, conquistando rispettivamente lo scorso anno l’Australian Open e lo US Open, che i majors non sono riservati esclusivamente agli extraterrestri della racchetta. Con un po’ di fortuna e soprattutto con tanto lavoro e voglia di migliorarsi, anche chi insegue può togliersi grandi soddisfazioni. Peraltro il fatto che due giocatori dal tennis così propositivo ce l’abbiano fatta ad imporsi, dovrebbe suggerire a Tsonga, a volte tentato di arretrare il suo raggio d’azione, che il suo gioco non è affatto un fattore a suo svantaggio ma bensì una chiave per il successo.
Il 2015 sarà dunque l’anno della verità per il sempre sorridente Jo, che scollinerà i trent’anni. Troverà le motivazioni e lo stato di forma giusto per finalmente riuscire ad ottenere un risultato che lo potrebbe consegnare alla Storia, dato che l’ultimo Slam vinto da un giocatore francese risale a 32 anni fa, quando Yannick Noah trionfò al Roland Garros? Oppure si lascerà andare, perdendo ancora terreno in classifica e concedendo ad altri la missione di scalfire la supremazia di Djokovic e soci? In attesa che il tempo ci dia le risposte a questi interrogativi, ci accontentiamo di rivederlo in campo e di ammirare le sue spettacolari volée e discese a rete, fondamentali sempre più in via d’estinzione nel circuito purtroppo.
Valerio Vignoli