ATP Miami: F. Verdasco b. R. Nadal 6-4, 2-6, 6-3. L’intervista del dopo partita a Rafael Nadal
Nel secondo set sembrava che avessi trovato la chiave per vincere il match, poi nel terzo set è cambiato tutto. Che sensazioni hai avuto? Puoi spiegarci cos’è cambiato?
In generale, credo di aver avuto molti alti e bassi: ho giocato alcuni buoni games all’inizio, poi nel secondo set ho giocato bene all’inizio e male verso la fine; all’inizio del terzo ho giocato di nuovo bene, ma lui ha giocato molto bene e senza dubbio ha meritato molto più di me di vincere, mi congratulo con lui.
Pensi di non essere ancora in grado di tenere alto il livello per tutta la durata della partita, in questa stagione?
Non penso che il problema sia il tennis. Il punto è riuscire a rimanere abbastanza tranquillo per giocare bene. Nell’ultimo mese e mezzo il mio tennis è molto migliorato, ma allo stesso tempo ci sono ancora molti momenti in cui mi sento nervoso; nei momenti importanti divento troppo ansioso, come ad esempio sul 4-3 nel primo set e poi ancora sul 5-4, 30-0. E’ qualcosa che non mi è accaduto molte volte in carriera; in quasi tutte le partite che ho giocato in carriera sono riuscito a tenere sotto controllo le mie emozioni, ma in questo periodo è più difficile. Sono sicuro che risolverò questo problema, non so se ci vorrà una settimana, sei mesi o un anno, ma so che ce la farò.
Dopo tutti i problemi fisici che hai avuto nell’ultimo periodo riesci ancora ad aver fiducia nel tuo corpo?
I problemi fisici fanno parte del passato, ora gioco da diverse settimane di fila, non è una giustificazione. I problemi che ho avuto lo scorso anno non mi sono stati di aiuto per cominciare bene la stagione, ne ho parlato a lungo, ma questa è un’altra storia. Ora sento che sto giocando meglio, mi sto allenando bene e gioco meglio di quanto abbia fatto a Rio de Janeiro e Buenos Aires. Il problema è che quando gioco mi sento più stanco del solito, sento di non avere la stessa fiducia quando colpisco la palla. Sono cose difficili da spiegare. Prima avevo l’obiettivo di ritrovare il mio gioco. Ora devo ritrovare l’autocontrollo e ce la metterò tutta; mi sto allenando nel modo giusto. Ora sta arrivando una parte della stagione molto importante per me, anche se ovviamente avrei preferito non arrivarci con questa sconfitta. Mi sento molto motivato e lavorerò duramente. I prossimi tornei sono tradizionalmente adatti al mio tipo di gioco e possono essere positivi per la mia fiducia; chiaramente dovrò cercare di controllare tutti gli aspetti del mio gioco, altrimenti sarà difficile riuscire a vincere, ma sono sicuro che ce la potrò fare.
E’ interessante sentirti parlare di nervi e autocontrollo, viste tutte le partite che hai vinto in carriera proprio grazie a questi aspetti del tuo gioco. Perché credi che sia accaduto tutto ciò? Quando hai cominciato a sentirti così?
E’ cominciato tutto quando sono rientrato. Dall’inizio della stagione ho cominciato ad avere queste sensazioni che per me erano nuove. Non posso dire che queste cose non mi siano mai accadute in passato, ma duravano lo spazio di uno o due punti e poi mi riprendevo immediatamente. Ora, ad esempio, è successo sul 3 pari e palla break per il mio avversario: ho sbagliato un diritto e ho perso il punto e il game. Nel game successivo ho giocato con più nervosismo, ho fatto il break, sono andato sul 30 pari e lì ho sbagliato di nuovo un diritto: questo mi ha fatto venire di nuovo molti dubbi. Ci sono stati tutti questi alti e bassi che non accadevano in passato. Sono sincero, vi sto dicendo quali sono le mie sensazioni, ma vi dico anche che in passato sono stato in grado di ribaltare situazioni negative e voglio farlo anche stavolta.
Visto che è un problema di testa, hai pensato di consultare uno psicologo dello sport? Molti golfisti hanno detto di aver risolto i propri problemi grazie a loro.
Quando hai un problema fisico ti curi. Se hai qualche problema al di fuori dal tennis puoi andare da un professionista che ti può aiutare a migliorare la qualità della vita. Ma questo è sport, è un gioco. Non so se possa essere utile, non ci ho mai pensato; so che in questo momento ho bisogno anche dell’aiuto del mio team, ma fondamentalmente devo aiutarmi da solo, questo è ciò che sto cercando di fare.
Pensi che la stagione sulla terra battuta potrà aiutarti a ritrovare la fiducia e a farti giocare meglio, dando anche una svolta alla tua stagione?
Non ho nulla da perdere. A questo punto della mia carriera ho vinto tanto da poter affermare che non ho bisogno di vincere ancora, ma invece voglio continuare a farlo. Voglio tornare ad essere competitivo in ogni torneo e ritrovare le giuste motivazioni. Ovviamente la terra è la superficie che mi ha dato le maggiori soddisfazioni e spero di farmi trovare pronto un’altra volta.
Traduzione di Alessia Gentile