ATP Miami: J. Isner b. K. Nishikori 6-4, 6-3. L’intervista del dopo partita a John Isner.
La parola che viene in mente è “chirurgico”. Che ne pensi?
È stato un ottimo match. Sai, spesso per poter arrivare a giocare così devi vincere una partita che magari non avresti dovuto vincere, come è successo a me negli ottavi. Ero sotto di un set e di due mini-break nel tie-break del secondo, contro uno dei migliori battitori al mondo, e sono riuscito a ribaltare tutto. Adesso sono in semifinale. Comunque ho giocato estremamente bene: non ho niente di cui lamentarmi, questo è certo.
È forse la miglior striscia di grandi vittorie che hai inanellato.
Sì.
Come spieghi la tua costanza di rendimento?
Non so, è una serie di cose. Per cominciare, non posso chiedere condizioni di gioco migliori. Le palline, i campi, i rimbalzi alti, il caldo non troppo umido che non mi stanca eccessivamente. Per me sono le condizioni perfette. Semplicemente ho giocato bene: ho curato il mio servizio, ho rischiato sul suo e ho trovato gli spazi giusti.
In che senso le condizioni sono perfette per te? Per il campo centrale, per il vento o per altri motivi?
Non c’era molto vento. È soprattutto il rimbalzo: per me che sono alto è fantastico, perché posso far colpire alto il mio avversario. Quando colpisco, la palla è esattamente dove la voglio, sopra l’altezza della vita. Per me è perfetto.
Dal 4-4, 0-30, se non sbaglio hai strappato 20 punti su 22. Come ti senti quando entri in un ritmo del genere?
A me non succede quanto a Roger o a Novak. Posso contare sulle dita di una mano il numero di volte in cui mi è capitato. Ma è bello. Ero sotto 0-30 sul 4 pari. Fino a quel momento il match era un po’ discontinuo, stavamo commettendo entrambi un po’ di errori, e ottenere il break mi ha tolto pressione. Sono stato molto fortunato con il nastro sullo 0-40, ma ho scelto il colpo giusto. Ho colpito quel dritto esattamente come dovevo e da quel momento mi sono a sentito a mio agio, ho guadagnato molta fiducia.
Questa era la tua prima partita con Kei. Credi sia stato difficile per lui leggere il tuo servizio?
Oggi ho giocato molto bene. Se ci giocassi contro di nuovo, dovrei ritrovare questo livello per batterlo. È un giocatore incredibile e ha avuto un anno incredibile. Lo rispetto moltissimo: fa tutto molto bene, ma oggi era il mio giorno. Lo incontrerò di nuovo e probabilmente non sarà una partita lineare come quella di oggi.
A noi giornalisti e ai fan piace molto l’immagine dell’ultimo americano in gara. È una cosa a cui pensi? Ti dà delle motivazioni in più sapere che sei il nostro portabandiera nel torneo maschile?
Non direi. Mi sono già trovato in questa situazione, anche a Indian Wells, ma non è durata a lungo: sono stato l’ultimo americano in gara per poche ore. Credo che gli americani stiano giocando meglio: Jack sta facendo grandi cose in doppio, ma non ha giocato per tre o quattro mesi e ha vinto molte partite in singolare. È un caso che io sia l’ultimo americano rimasto. Mi piace essere in questa posizione, ma non è una cosa a cui penso molto. Mi preoccupo di provare a vincere questo torneo: credo di potercela fare, ma è difficile. Sono rimasti in gara giocatori incredibili, e io sono tra loro. Ne sono orgoglioso.
Ero qui l’altra sera per il match in notturna. Quanta energia ti ha dato quella partita? I fan della Georgia si facevano sentire. Ti ha motivato anche per questo match?
Sì. Ed è anche stato importante non aver giocato ieri in singolare. Quando finisci un match del genere all’una di notte, è difficile riprendersi e giocare il giorno dopo. Ieri ho giocato soltanto in doppio, che è stato anche una grande preparazione per la partita di oggi. Ero un po’ stanco, ma oggi mi sentivo alla grande. Molte cose mi hanno aiutato: ho ribaltato il match negli ottavi, il che mi ha dato fiducia, e oggi ho giocato la mia miglior partita dell’anno, senza alcun dubbio.
Come pensi di affrontare Novak?
Non ho niente da perdere. Lo incontro spesso nei 1000, specialmente quelli americani. Credo che questa sia la quarta volta, forse la quinta. È sempre una sfida. Attualmente è il migliore al mondo, senza dubbio. A Indian Wells contro di lui ho giocato bene, mi ha battuto in una partita molto tirata, in due set. Dovrò trovare di nuovo quel livello di gioco, ma credo di poterlo fare. Oggi l’ho dimostrato.
Traduzione di Gaia Dedola