Il circuito ATP si lascia alle spalle il coast-to-coast California-Florida sul duro di Indian Wells e Miami e torna sulla terra rossa dopo la parentesi di febbraio con il mini-tour del Centro e Sud America. La prossima settimana si giocano, in Texas e in Marocco, due tornei unici nel loro genere. Andiamo a vedere perché…
ATP Houston e Casablanca – I Tabelloni (Sara Niccolini)
Ci attende una settimana di transizione prima di approdare sulla terra battuta europea con i top players reduci dal cemento americano.
Iniziamo restando negli Stati Uniti spostandoci lungo la costa per più di 1000 miglia da Miami per approdare a Houston, in Texas, dove ci attende il Fayez Sarofim & Co. U.S. Championship, dal nome dell’omonimo finanziere di origine egiziana.
La presenza dei giocatori statunitensi è ovviamente consistente e cinque su sei sono capitati nella parte alta del tabellone dando luogo al derby Young-Johnson, che attenderanno il vincente tra Querrey e Matosevic. Al primo turno ci sarà un testa-testa tra Smyczek e Gabashvili, uno dei quali incontrerà l’insormontabile Isner, reduce da un ottimo risultato a Miami.
Sui lati opposti del tabellone due spagnoli, Feliciano Lopez, che adesso intraprende la fase meno congeniale al suo gioco e Bautista Agut, il quale invece deve confermare la sua ottima classifica che lo vede stabilmente da sei mesi intorno alla 15esima posizione. L’ultimo degli iberici è Verdasco, lontano dai fasti del 2011, ma sufficientemente d’esperienza per costituire un ostacolo quasi insuperabile per Paolo Lorenzi, come lo è stato al torneo di febbraio di Quito, quando il romano ha subito un 61 62 in 49 minuti.
Diamo un’occhiata a cosa ci attende oltre oceano al torneo dedicato allo storico re del Marocco dal 1961 al 1999: Hassan II. Nessun italiano in tabellone e molti gli spagnoli: Garcia Lopez è la prima testa di serie e il suo tentativo di vincere il torneo per la seconda volta consecutiva potrebbe avere concrete possibilità di realizzarsi poiché tra gli avversari ci sono pochi veri specialisti della terra. Veseley riesce ad essere più incisivo sul cemento piuttosto che sul rosso, lo stesso vale per Kukushkin, mentre gli spagnoli sulla stessa parte di tabellone hanno poche armi a disposizione contro il numero 25 al mondo: Gimeno-Traver e Ramos-Vinolas
La parte bassa vede Klizan come seconda testa di serie, il quale ha vinto un solo torneo sulla terra, Monaco nel 2014, e che per candidarsi come vero possibile vincitore del torneo deve superare giocatori di talento come Kuznetsov, Dustin Brown, Granollers e Almagro, il quale, però, non ha ancora ritrovato la forma dopo l’infortunio al piede del 2014.
ATP Houston e Casablanca – Un po’ di storia (Remo Borgatti)
Houston – La terra marrone del River Oaks Country Club è pronta ad ospitare la 105esima edizione degli U.S. Men’s Clay Court Championhips, ovvero l’unico torneo del circuito maggiore che si disputa sulla terra battuta negli Stati Uniti. Tutto ebbe inizio nel 1910 ad Omaha, Nebraska, dietro suggerimento della Western Lawn Tennis Association (attualmente USTA/Midwest) che stava cercando in ogni modo di incoraggiare l’uso della terra quale superficie per il tennis, ritenendola di più facile manutenzione rispetto all’erba e quindi propedeutica per una diffusione più capillare dello sport in questione. Alla prima finale assistettero circa 5000 spettatori e Melville Long lasciò appena due giochi al rivale Walter Hall. La manifestazione cambiò sede svariate volte nel corso dei decenni ma solo una volta, nel 1928, non venne tenuta.
All’inizio dell’Era Open Indianapolis ricevette il testimone da Milwaukee e lo tenne per quasi un ventennio, fino al 1987. Poi, nei tredici anni successivi, si giocò a Charleston, Kiawah Island, Charlotte, Birmingham, Pinehurst e Orlando finché, dal 2001, la carovana si trasferì a Houston, dov’è tuttora di stanza. Tuttavia, anche nella città del Texas ci sono stati cambiamenti significativi; dal 2008 infatti non si gioca più al West Side Tennis Club bensì, come detto, a River Oaks dove i campi sono in terra marrone (che è come l’Har-Tru ma di colore diverso).
Nell’Era Open, è Jimmy Connors a detenere il record di titoli (4 più due finali perse) seguito dal connazionale Andy Roddick (per lui cinque finali consecutive) e dallo spagnolo Orantes con tre successi. Singolare la vicenda di Jimmy Arias, finalista quattro volte in tre città diverse (Indianapolis, Charleston e Charlotte) mentre Andre Agassi ha messo ben 15 anni tra la prima e l’ultima vittoria.
Ben dieci volte dal 1969 a oggi la testa di serie n°1 è stata eliminata al debutto nel torneo ma solo a MaliVai Washington è successo due volte (nel biennio 1993/94) ed entrambe le volte a castigarlo è stato David Witt.
Lawson Duncan, finalista a Charleston nel 1989, ha disputato in carriera sei finali perdendole tutte e tutte sulla terra battuta. Ryan Sweeting di Nassau, Bahamas, ha giocato a Houston le uniche due finali in carriera perdendo quella del doppio nel 2009 e vincendo in singolare due stagioni dopo.
Così l’anno scorso – Non alzava un trofeo da quasi quattro anni, Nando. Era infatti da Barcellona 2010 che Verdasco, mancino madrileno, non vinceva un torneo; da quella per lui magica primavera che l’aveva visto trionfare già a San Josè e conquistare le finali a Nizza e Montecarlo. Quattro lunghe stagioni di passione e infine il ritorno alla vittoria nello storico torneo americano.
In un seeding capeggiato dall’unico top-10 in tabellone (John Isner, subito eliminato 76 al terzo dal tedesco Brown), Verdasco era la quarta scelta; prima di lui anche i connazionali Robredo (eliminato al secondo turno da Santi Giraldo) e Almagro, finalista della precedente edizione.
Beneficiario di un bye all’esordio, nando lasciava per strada il set centrale all’americano Steve Johnson ma dai quarti in poi non si concedeva più distrazioni: 76 61 a Young e 64 75 a Giraldo. Nella parte alta del tabellone Querrey rimpiazzava Isner ma era costretto a disertare la semifinale per un infortunio e consentiva così a Nico Almagro di bissare il risultato del 2013. Purtroppo per lui, doveva accontentarsi di nuovo del piatto d’onore in quanto Verdasco lo batteva per la settima volta (su 10 incontri) con lo score di 63 76.
ALBO D’ORO (Era Open)
Indianapolis
1969 Zeljko Franulovic-Arthur Ashe 86 63 64
1970 Cliff Richey-Stan Smith 62 108 36 61
1971 Zeljko Franulovic-Cliff Richey 63 64 06 63
1972 Bob Hewitt-Jimmy Connors 76 61 62
1973 Manuel Orantes-Georges Goven 64 61 64
1974 Jimmy Connors-Bjorn Borg 57 63 64
1975 Manuel Orantes-Arthur Ashe 62 62
1976 Jimmy Connors-Wojtek Fibak 62 64
1977 Manuel Orantes-Jimmy Connors 61 63
1978 Jimmy Connors-Josè Higueras 75 61
1979 Jimmy Connors-Guillermo Vilas 61 26 64
1980 Josè Luis Clerc-Mel Purcell 75 63
1981 Josè Luis Clerc-Ivan Lendl 46 64 62
1982 Josè Higueras-Jimmy Arias 75 57 63
1983 Jimmy Arias-Andres Gomez 64 26 64
1984 Andres Gomez-Balasz Taroczy 60 76
1985 Ivan Lendl-Andres Gomez 61 63
1986 Andres Gomez-Thierry Tulasne 64 76
1987 Mats Wilander-Kent Carlsson 75 63
Charleston
1988 Andre Agassi-Jimmy Arias 62 62
1989 Jay Berger-Lawson Duncan 64 63
Kiawah Island
1990 David Wheaton-Mark Kaplan 64 64
Charlotte
1991 Jaime Yzaga-Jimmy Arias 63 75
1992 MaliVai Washington-Claudio Mezzadri 63 63
1993 Horacio De La Pena-Jaime Yzaga 36 63 64
Birmingham
1994 Jason Stoltenberg-Gabriel Markus 63 64
Pinehurst
1995 Thomas Enqvist-Javier Frana 63 36 63
1996 Fernando Meligeni-Mats Wilander 64 62
Orlando
1997 Michael Chang-Grant Stafford 46 62 61
1998 Jim Courier-Michael Chang 75 36 75
1999 Magnus Norman-Guillermo Canas 60 63
2000 Fernando Gonzalez-Nicolas Massu 62 63
HOUSTON
2001 Andy Roddick-Hyung Taik Lee 75 63
2002 Andy Roddick-Pete Sampras 76 63
2003 Andre Agassi-Andy Roddick 36 63 64
2004 Tommy Haas-Andy Roddick 63 64
2005 Andy Roddick-Sebastien Grosjean 62 62
2006 Mardy Fish-Jurgen Melzer 36 64 63
2007 Ivo Karlovic-Mariano Zabaleta 64 61
2008 Marcel Granollers-James Blake 64 16 75
2009 Lleyton Hewitt-Wayne Odesnik 62 75
2010 Juan Ignacio Chela-Sam Querrey 57 64 63
2011 Ryan Sweeting-Kei Nishikori 64 76
2012 Juan Monaco-John Isner 62 36 63
2013 John Isner-Nicolas Almagro 63 75
2014 Fernando Verdasco-Nicolas Almagro 63 76
Casablanca – In Africa, l’ATP si ferma solo qui. Almeno a livello di circuito principale. Il Grand Prix Hassan II, partito nel 1986 come challenger e promosso definitivamente nel 1990, celebra dunque il 25° compleanno (nel 1991 non venne disputato) in Marocco nel complesso Al Amal di Casablanca.
In 24 anni, solo tre volte la testa di serie numero 1 (Furlan nel 1994, Schaller nel 1995, Wawrinka nel 2010) ha vinto il titolo, tante quante ad alzare il trofeo è stato un qualificato. Partendo dalle retrovie si sono imposti Canas nel 2001, Ventura nel 2004 e Simon nel 2008. Per Ventura si trattò dell’unica finale in carriera (come per Bracciali nel 2006) mentre Canas festeggiò il primo successo ATP.
Solo Perez Roldan e Andujar hanno concesso il bis mentre sei volte il primo favorito del seeding è uscito subito. Tre le vittorie italiane; oltre a Bracciali e Furlan, anche Gaudenzi si è imposto nel 1998.
Così l’anno scorso – Altro spagnolo ma situazione analoga a quella di Verdasco. Anche Guillermo Garcia-Lopez attendeva la vittoria da quasi quattro anni (ultimo titolo a Bangkok in autunno 2010, peraltro dopo aver sconfitto in semifinale il n°1 del mondo Nadal) e la terra rossa marocchina gli ha portato fortuna.
In un draw da 28 giocatori, con le prime quattro teste di serie direttamente al secondo turno, Garcia-Lopez era n°8 e debuttava contro il kazako Kukushkin, regolato in due set molto equilibrati (doppio 76). Andava peggio al n°1 Kevin Anderson, finalista nel 2013 e sconfitto all’esordio dal rumeno Hanescu, e il torneo si vedeva così privato dei due principali protagonisti in quanto Monfils (2) aveva già dato forfait consentendo a Kuznetsov di essere doppiamente perdente fortunato. Oltre al bye, infatti, il russo beneficiava pure del ritiro di Vesely nel secondo set e si trovava nei quarti quasi per grazia ricevuta.
Dei quattro spagnoli approdati nei quarti, tre centravano la semifinale; oltre a Garcia-Lopez e Granollers, che si sarebbero poi giocati il titolo, sorprendeva il giovane Roberto Carballes Baena. Proveniente dalle qualificazioni, l’iberico metteva in fila Goffin e il portoghese Sousa prima di regolare Kuznetsov e strappare un set a Garcia-Lopez. Dalla parte alta emergeva invece Granollers, giustiziere dei connazionali Ramos e Carreno Busta oltre che dell’argentino Delbonis. La finale era la seconda sfida tra Garcia-Lopez e Granollers, sconfitto sempre a Casablanca nel 2010. Stavolta Marcel si aggiudicava il primo set ma alla distanza si arrendeva 57 64 63.
ALBO D’ORO
1990 Thomas Muster-Guillermo Perez Roldan 61 67 62
1992 Guillermo Perez Roldan-German Lopez 26 75 63
1993 Guillermo Perez Roldan-Younes El Aynaoui 64 63
1994 Renzo Furlan-Karim Alami 62 62
1995 Gilbert Schaller-Albert Costa 64 62
1996 Tomas Carbonell-Gilbert Schaller 75 16 62
1997 Hicham Arazi-Franco Squillari 36 61 62
1998 Andrea Gaudenzi-Alex Calatrava 64 57 64
1999 Alberto Martin-Fernando Vicente 63 64
2000 Fernando Vicente-Sebastien Grosjean 64 46 76
2001 Guillermo Canas-Tommy Robredo 75 62
2002 Younes El Aynaoui-Guillermo Canas 36 63 62
2003 Julien Boutter-Younes El Aynaoui 62 26 61
2004 Santiago Ventura-Dominik Hrbaty 63 16 64
2005 Mariano Puerta-Juan Monaco 64 61
2006 Daniele Bracciali-Nicolas Massu 61 64
2007 Paul-Henri Mathieu-Albert Montanes 61 61
2008 Gilles Simon-Julien Benneteau 75 62
2009 Juan Carlos Ferrero-Florent Serra 64 75
2010 Stanislas Wawrinka-Victor Hanescu 62 63
2011 Pablo Andujar-Potito Starace 61 62
2012 Pablo Andujar-Albert Ramos 61 76
2013 Tommy Robredo-Kevin Anderson 76 46 63
2014 Guillermo Garcia-Lopez-Marcel Granollers 57 64 63