Solo un paio d’anni lo dividono dal suo ben più famoso connazionale Goran Ivanisevic, ma mentre Mr. Ace si è ritirato nel 2004, Kresimir Ritz a 41 anni è ancora un tennista professionista. E non intende ritirarsi: “Io gioco perché amo il tennis, senza non potrei vivere”
Ha giocato sempre e solo tornei del circuito Futures (in carriera ha disputato 169 match di singolare, 64 vinti e 105 persi), i suoi best ranking risalgono al secolo scorso (n. 811 in singolare nel 1999 e n. 425 in doppio nel 1997), ma Kresmir Ritz detiene comunque un record a livello di tennis professionistico: è il più vecchio giocatore nella classifica ATP di singolare.
Già lo scorso anno alcuni media croati si erano interessati a lui, quando avevano scoperto questo suo primato. Intervistato in quella occasione, Ritz (nato il 28 giugno 1973) aveva raccontato come spesso i suoi avversari più giovani nel vederlo arrivare in campo ridevano e lo prendevano in giro, spesso chiedendogli perché non si trovava un lavoro serio. Finendo così per sottovalutarlo in campo, situazione che da giocatore esperto sfruttava a suo vantaggio per portare a casa la vittoria. Alle volte però queste vittorie comportavano alcuni rischi per Ritz nel dopo partita: in particolare se aveva battuto qualche talentuosa giovane promessa e i genitori – arrabbiatissimi per la sconfitta del figlio – minacciavano di linciarlo. Il tennista di Zagabria aveva anche raccontato che le maggiori critiche sul suo modo di vivere, sul voler continuare a giocare invece di cercarsi un lavoro “normale”, gli arrivavano dai familiari più stretti, in particolare dalla madre Neda. Non proprio una madre qualsiasi: Neda Ritz è una famosa giornalista croata, già viceministro alla Cultura e attualmente nello staff del presidente della Croazia Josipovic.
Un anno dopo Kresimir Ritz continua a detenere il primato di giocatore di singolare più vecchio del Tour ed ha nuovamente attirato l’attenzione dei media del suo paese. Questa volta ad intervistarlo è stato il quotidiano “Vecernje Novosti”: nel seguito la traduzione dei passaggi più interessanti dell’intervista all’attuale n. 1964 del mondo – ma che lo scorso anno è stato n.1 della classifica mondiale over 35 e vicecampione croato assoluto – che ha l’unico punto ATP in scadenza, quello che gli permette di essere in classifica e mantenere il record, il prossimo 20 aprile.
Fra i professionisti del Tour ATP c’è qualcuno più vecchio di lei?
No. Nel ranking di singolare sono il più vecchio: attualmente nella classifica ATP sono 1964 posti dietro Novak Djokovic! (era n. 1965 sino al 6 aprile, poi è salito di un posizione. Il record è relativo alla sola classifica di singolare, mentre nel ranking di doppio la situazione è molto diversa: basti pensare che in quinta posizione c’è il 42enne Daniel Nestor, ndr)
Fino a che età potrà giocare?
Per sempre! Negli Stati Uniti ci sono tornei amatoriali over 90, mi ricordo un aneddoto che riguarda un partita tra un giocatore di 91 anni ed uno di 95. Dopo che il più anziano non è riuscito a raggiungere la palla, si è rivolto all’altro dicendogli: “Oh, se ne avessi ancora novanta, ci sarei arrivato facile…”.
Lei è nato lo stesso anno di Goran Ivanisevic, [in realtà Goran è del 1971 nda] che ha smesso di giocare a livello professionistico nel 2004, mentre la sua carriera non conosce fine. Qual è il segreto della sua longevità agonistica?
Non ho avuto la classica carriera, non mai avuto nemmeno un coach privato! Gioco a livello professionistico da quanto avevo 15 anni, ma non c’erano le condizioni, anche economiche, per poter dedicarmi solo al tennis. E giocando con minor frequenza non mi sono “spremuto”, e adesso sono ancora in perfetta forma. Io gioco perché amo il tennis, senza non potrei vivere.
Dove ha acquistato la prima racchetta?
Al Nama di Remiza (un negozio di una nota catena di supermercati croata in quartiere di Zagabria, ndr). Era una racchetta di legno, ricordo ancora il prezzo: 21.000 dinari dell’epoca. In quel periodo facevo judo, ma passai al tennis.
Dove e quando ha esordito?
A Rovigno nel 1988, ho perso con un tedesco. (I primi punti ATP risalgono invece al 1993, ndr)
Cosa la fa continuare? I tennisti alla fine dicono basta. Riuscirebbe a vivere senza la racchetta?
Difficile… Appena vedo qualcuno che gioca voglio subito giocare anch’io! Attraverso il tennis ho imparato molto su me stesso, e continuo a imparare ancora adesso. Soprattutto l’autodisciplina ed il controllo. Nel tennis, il nostro più grande avversario siamo noi stessi.
Incontra molti avversari che hanno la metà dei suoi anni, come reagiscono nel vederla?
Oggi nei tornei incontro anche i figli dei miei coetanei che erano stati miei avversari a loro volta. Alcuni rimangono sorpresi, ma ormai ci sono abituato.
Ha mai giocato contro “Zec” (il soprannome con cui è conosciuto Goran Ivanisevic in Croazia, ndr)?
In una partita amichevole di doppio. Goran non poteva giocare al massimo della potenza perché si era stirato un muscolo, così io ed il dentista con cui giocavo abbiamo vinto il match e di conseguenza la cena che c’era in palio.
Quali sono i suoi maggiori risultati?
Sono stato n.1 al mondo nella classifica dei veterani over 35 e l’anno scorso ho giocato la finale del Campionato del Mondo over 35 in Florida (sconfitto per 6-1 6-3 dal 38enne francese Menendez Ferre, ex n. 292 del mondo nel 2003, ndr). Ho giocato nel 1993 la finale dei campionati croati di singolare e l’ho raggiunta anche l’anno scorso (sconfitto in entrambi le occasioni, ma è riuscito a vincere il titolo nel 2003, ndr). Tra le due finali sono passati 21 anni! Mi ricordo quando ho vinto il mio primo campionato croato, nel doppio misto, era il 1992.
Lei è un esempio di come non si dovrebbe rinunciare ai propri desideri. Come ha fatto?
Se una persona ascolta gli altri, allora non fa ciò che ama e vorrebbe fare, ma quello che pensa di dover fare. Beh, a me molti dicono che sarebbe più saggio fare qualcosa di diverso, perché quello che faccio non è sostenibile dal punto di vista economico (il sito ATP riporta che a fino a fine marzo Ritz aveva guadagnato 36 dollari nel 2015 e in tutta la sua carriera 32.994 dollari, ndr). Altri invece mi dicono: “Kreso per te è facile, fai quello che ami”. La vita scorre in un attimo, e solo allora capisci che potevi essere più felice e non correre solo dietro ai soldi. Certo, anch’io voglio guadagnare, ma non è la priorità della mia vita …
Ha giocato a Sarajevo contro l’allora 16enne Novak Djokovic. Cosa ricorda di quello scontro con quello che oggi è il miglior giocatore di tennis del mondo?
Si vedeva che c’era del potenziale, che aveva talento, ma non si può mai sapere cosa accadrà con i giovani. Alcuni brillano ma poi scompaiono, lui per fortuna è arrivato fino in fondo. Ricordo come durante l’incontro mi si sia rotta una scarpa e non ne avevo un paio di ricambio. Naturalmente ho continuato a giocare, ed ho perso. Ma non è stato quello il motivo della sconfitta: Djokovic aveva giocato meglio (il match, valevole per il primo turno delle qualificazioni dell’Open di Sarajevo 2004 – torneo Future da 25.000 dollari – si concluse 6-4 6-2 a favore del attuale n.1 del mondo, ndr). Ma ho incontrato anche Kafelnikov, Corretja…
Ci sono degli aneddoti spiacevoli nella sua carriera?
Con altri giocatori siamo quasi finiti in carcere in Tunisia, dove alcuni tassisti locali hanno cercato di incastrarci, ma ci ha salvato il nipote di Ilie Nastase.
Nell’intervista dello scorso anno Ritz aveva imputato a dei poliziotti locali ubriachi quanto accaduto in Tunisia ed anche ricordato un altro aneddoto successo in India: lui e altri giocatori avevano rischiato di venir linciati dalla popolazione dopo che alcuni di loro avevano esagerato negli scherzi ad una mucca – animale sacro in India – .
Almeno per quanto riguarda la memoria, gli anni passano anche per lui…