Daniel Muñoz De La Nava si aggiudica la Capri Watch Cup in una finale senza molta storia, imponendosi 6-2 6-1, in un’ora di gioco. sul nostro Matteo Donati e centrando così il secondo successo a livello challenger della propria carriera a distanza di quattro anni dal primo
E siamo alla finale della Capri Watch Cup 2015. Se la giocano Daniel Muñoz De La Nava, alla sesta finale challenger (una vittoria a Cordenons nel 2011 e best ranking 128 tre anni fa) e Matteo Donati che in caso di vittoria entrerà tra i primi 200 del ranking ATP (intorno alla 250 in caso di sconfitta). Donati sarebbe inoltre il più giovane vincitore in Villa dai tempi di un certo Gasquet che nel 2003 aveva 17 anni (e nel bis del 2005 19). Inni nazionali, splendida cornice di pubblico e caldo estivo: la cornice che offre oggi Napoli per la finale della Capri Watch Cup – ce lo consentirete – non ha nulla da invidiare a quella di Montecarlo che parte oggi e che per Ubitennis verrà seguito da numerosi cronisti tra cui il Direttore. L’impressione prima del match è che a decidere sarà proprio la capacità di gestire le emozioni e l’atmosfera da parte dell’alessandrino che ha mostrato sin qui in tennis più vario rispetto a quello più solido di Muñoz De La Nava.
Parte al servizio Muñoz il quale sembra voler impostare un gioco più manovrato mentre Donati sembra intenzionato a spingere sin dai colpi di inizio gioco, e la strategia pare premiarlo perché nel terzo game arrivano le prime palle break. Ben quattro le opportunità che però volano via (di un soffio la prima con il Deejay che già manda la musica del cambio campo e l’arbitro di sedia che corregge la chiamata del giudice di linea). Mancata di un soffio la prima opportunità l’alessandrino non si scompone e continua a spingere in particolare con il rovescio incrociato sul lato lasciato meno coperto dallo spagnolo che si sposta sulla destra per giocare anomalo. Tifo da stadio per l’italiano, mentre qualcuno scalda la voce con i cori in vista (evidentemente) di Napoli-Fiorentina. Smash di Donati con palla che rimbalza fuori dal campo D’Avalos e va rinfrescarsi nel golfo e altre due palle break sprecate da Donati prima che Muñoz, con fatica, si arrampichi sul 3-2. Il sesto game si apre con Muñoz che si divora un punto sparando il passante sulla racchetta tesa in preghiera di Donati. Per ricambiare il favore Donati inizia però a sbagliare ed alla prima occasione (dopo le sei sprecate da Donati) Muñoz De La Nava ottiene il break. Break che lo spagnolo prova a restituire nel game successivo concedendo la settima e la ottava palla break a Donati, ma il nostro, che pure a suo dire non ha Federer nel proprio pantheon di formazione, ancora una volta non riesce a convertire. Muñoz vola sul 5 a 2 mentre Donati inizia in maniera tragica l’ottavo game dapprima scappando dallo scambio con una palla corta su cui si fionda agevolmente lo spagnolo e poi con due errori gratuiti e un doppio fallo che concedono il set al madrileno compagno di allenamento di Fernando Verdasco. Un primo set nel quale Donati ha giocato con un pizzico di frenesia, spingendo e trovando spesso il vincente, ma nel quale ha, se possibile, giocato con ulteriore foga le otto palle break sprecate (una sola annullata da un vincente di Muñoz).
Donati inizia con un piccolo soliloquio il secondo set dopo l’ennesimo vincente che gli esce di un capello e pare ancora pensare alle palle break (due delle quali effettivamente mancate di un nulla), mentre Muñoz, noncurante, continua sereno ed inizia a prendere anche un po’ di campo al fresco ventenne. Arrivano le palle break, ineluttabili, ed arriva anche il vincente di rovescio dello spagnolo che si porta sul 2-0. Palla cannone scagliata da Donati fuori dal campo verso i pub mobili che offrono porchetta e hamburger su Viale Dohrn e warning di frustrazione inflittogli dall’arbitro. Muñoz trova anche il tempo di dare buona una palla di Donati che la linea (finalmente) la pizzica e siamo 3 a 0 per il più esperto mancino. Donati inizia a non tenere più lo scambio mentre Muñoz inizia ad offrire spettacolo con lo stesso rovescio che ha travolto ieri Fabbiano. Ad ogni punto dell’alessandrino il pubblico esulta nella speranza di trasmettergli un pizzico di trance agonistica ed inizia ad incitarlo ritmicamente anche quando Muñoz si porta sul 4-0 con l’ennesimo dritto fuori dell’italiano. Punto spettacolare nel quinto game con Muñoz che dapprima vince il “little game” di tocco sotto rete e poi infila tre vincenti da fondo portandosi ad un solo game dalla vittoria finale. Il pubblico della domenica sembra credere alla “remuntada” quando Donati tiene a zero il servizio per portarsi 1-5, ma Muñoz è di ben altra opinione. Un grido liberatorio dello spagnolo, quasi a ricordare i numerosi infortuni della sua tribolata carriera, per portarsi sul 30-0 ed al primo match point è già finita in un’ora di gioco.
Troppo più forte mentalmente Muñoz, troppo agitato Donati nel giocarsi le chances del primo set. Lo score parla di un 6-2 6-1 a favore dello spagnolo ma anche di 8 palle break a favore di Donati nel primo set, le quali, a dire il vero, non contribuiscono a spostare di molto il giudizio su di un match giocato da due tennisti al momento mostratisi di un livello differente (ed al quale, va detto, Donati si presentava più stanco dopo un torneo con match più combattuti). Vince dunque Daniel Muñoz De La Nava con pieno merito e senza perdere un set lungo il corso della settimana, iniziata sì con le ultime piogge invernali ma conclusasi sotto un sole estivo, il più bel tetto che il centrale di un campo da tennis possa mai offrire.
Antonio Garofalo e Agostino Nigro