Nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano britannico “The Independent”, Martina Navratilova – che ha preferito non rispondere a domande riguardanti la sua separazione da Agnieszka Radwanska – ha parlato della tendenza sempre più attuale dei tennisti ad assumere come allenatori grandi glorie del passato ed ha confessato di cullare la speranza che i giocatori siamo sempre meno riluttanti ad avere donne coach: “Se un uomo può allenare una donna, perché una donna non dovrebbe poter allenare un uomo? Quando si trattava di scegliere un coach non ho mai neanche pensato al fatto che fosse un uomo o una donna. Si trattava semplicemente di capire quale fosse la scelta migliore per me, con chi mi sarei trovata meglio e a chi avrei dato maggiormente ascolto. Andy non si è preoccupato del sesso del suo coach. Forse il fatto di essere stato allenato da sua madre centra qualcosa. Ma con Amélie si è aperta una porta“.
Secondo Martina Navratilova la scelta dei giocatori di affidarsi ai campioni del passato come allenatori sarà sempre più il trend del futuro, visto che nella loro testa ha iniziato a tamburellare una domanda: “Perché affidarmi a qualcuno che ha si e no giocato qualche partita quando potrei avere qualcuno che ha addirittura vinto qualcosa di importante?”. Cambiare coach, o almeno aggiungere nuovi collaboratori tecnici al proprio angolo, secondo Navratilova è soprattutto una necessità: “Dopo diversi anni con lo stesso allenatore c’è bisogno di un cambiamento, di un nuovo punto di vista. Quello che vedremo sempre di più sarà la presenza di un coach full-time affiancato durante gli slam o nella off-season da un altro collaboratore”.
Infine Martina ha analizzato due delle più importanti partnership attuali: il rapporto fra Andy Murray e Amelie Mauresmo e quello fra Serena Williams e Patrick Mouratoglou, identificando nel primo una maggiore componente tecnica, mentre nel secondo una certa influenza dal punto di vista psicologico. “Credo che Amélie abbia reso Murray più aggressivo. Lendl era soprattutto un giocatore da fondo campo e non era nella sua natura essere aggressivo su erba. Mauresmo invece era un’attaccante nata. Andy sembra anche più rilassato in campo ed è meno duro con se stesso. Per quanto riguarda Serena, invece, l’idea che mi sono fatta guardandola dall’esterno è che da quando ha Mouratoglou al suo fianco crede molto più in se stessa. Patrick ha sicuramente avuto un grande impatto su di lei. Serena si è evoluta grazie al suo aiuto, è più costante, più regolare a livello mentale. Tutto questo perché si fida moltissimo di lui. E visto il modo in cui gioca, potrebbe addirittura battere il record di 24 titoli dello Slam di Margaret Court“.