[WC] M. Donati b. S. Giraldo 2-6 6-1 6-4 (da Roma, Carlo Carnevale)
Superba impresa di Matteo Donati, ventenne wildcard proveniente dalle prequalificazioni; il piemontese, n.275 del mondo, reagisce dopo un primo set giocato in paralisi, e rimonta il colombiano Santiago Giraldo, n.49, che invece non riesce ad approfittare della maggiore esperienza. Dopo la finale al Challenger di Napoli del mese scorso (persa da Munoz, ma dopo aver battuto un ex top50 come il kazako Golubev) che rappresentava il primo vero risultato di rilievo nella carriera di Matteo, arriva lo straordinario acuto nel mondo dei grandi. Donati gioca contratto in avvio, ricerca affannosamente il dritto per colpirlo in fuori, lasciando però troppo campo sul suo lato destro; Giraldo è evidentemente superiore da fondo, e costringe l’azzurro a commettere errori di fretta. Quattro gratuiti di dritto di Donati si aggiungono ad uno splendido vincente lungolinea di Giraldo, che vola 3-1 in 20 minuti. Donati non arriva mai a 30 sul servizio avversario nel primo set, ceduto dopo un secondo break per il 6-2 iniziale, ma si trasforma nel parziale successivo: un’autentica macchina in risposta nella seconda parte del match, per guadagnarsi (e sprecare) le prime tre palle break dell’incontro, che Giraldo gestisce con la serenità del veterano per andare 1-1. Il rovescio di Donati diventa un fattore, l’alessandrino spezza benissimo i polsi per colpire l’incrociato e finalmente accetta gli scambi sulla diagonale sinistra, dimostrando grandissimo carattere e autorità: cinque giochi in fila, 6-1 e sipario che rivela un inaspettato terzo set. Splendida la performance in ribattuta di Donati, che dal secondo set inchioda praticamente ogni palla sulle righe del Centrale, spolverato da un piacevole (almeno per le tribune) vento fresco: break in avvio, confermato per il 2-0 nel terzo set grazie a potenti azioni in pressione, alternate a sforzi in difesa da applausi. Giraldo resta apparentemente calmo e rientra sul 2-2 strappando a zero il servizio, ma si rivela un fuoco di paglia: Donati domina da fondo e serve con intelligenza, per tornare avanti di un break e chiudere senza sbavature sull’ultimo dritto lungo di Giraldo. Fragorosa l’esultanza del Centrale, con Donati che punta l’indice al cielo, per la dedica alla nonna Dina; si tratta di gran lunga del miglior risultato nella carriera di Matteo, che al secondo turno cercherà di compiere la missione impossibile contro Tomas Berdych, sesta testa di serie: il ceco vinceva il suo primo e unico Masters 1000 (Bercy 2005) quando Donati compiva dieci anni.
La conferenza stampa post-partita di Matteo Donati
Matteo Donati: “Il mio obiettivo? Il main draw degli US Open” (Garofalo)
L. Mayer b. [WC] F. Gaio 6-3 6-4 (da Roma, Roberto Dell’Olivo)
Prima assoluta per Federico Gaio nel tabellone principale di un Master 1000. Il ventitreenne di Faenza, numero 260 al mondo, si è guadagnato la passerella sul Centrale del Foro Italico grazie alla wild card ottenuta con la vittoria nel turno decisivo delle prequalifiche contro Gianluigi Quinzi. Wild card onorata al meglio contro l’argentino Leonardo Mayer, numero 27 ATP. Una buona battuta ed un consistente dritto da fondo campo il repertorio di Gaio che strappa il servizio al suo avversario al secondo tentativo, salendo inaspettatamente 3-1 nel primo set. Poi però l’argentino inizia a prendere le misure, a colpire più forte di dritto da fondo campo, mettendo sempre più pressione all’italiano. Che commette anche un doppio fallo nel turno e regala il contro break a Mayer. L’argentino va così a chiudere facile il primo parziale. Gaio, sotto 4-3, si fa infatti strappare subito un altro servizio, complice il secondo doppio fallo proprio sulla palla brek, per il 6-3 finale a favore del suo avversario. Nel secondo set Federico è bravo a tenere fino al 4 pari. Ma ormai è Mayer a controllare la partita, conquistando parecchi punti sul rovescio del romagnolo, che ancora una volta, quando i punti valgono doppio, paga la mancanza di abitudine a giocare a certi livelli. Il suo massimo risultato resta finora infatti la finale del challenger di Cortina d’Ampezzo, dell’anno scorso persa dal serbo Krajnovic. In battuta Gaio commette l’ennesimo doppio fallo e un altro paio di errori di rovescio che mandano a servire per il set Mayer che chiude il suo compitino in scioltezza con un ace. Per Gaio resta una prova più che discreta contro un avversario nettamente più forte.
[PR] N.Almagro b. [WC] L.Vanni 6-4 6-3 (da Roma, Carlo Carnevale)
Incontro piatto e senza troppi spunti per emozionarsi, quello andato in scena in chiusura di programma sul Centrale: Luca Vanni, finalista a San Paolo a Febbraio, si arrende in due set al sempre ostico Nicolas Almagro, che usufruisce del protected ranking. Non una partita esaltante, lo spagnolo cerca il rovescio di Vanni per imbrigliarlo in scambi lunghi, mentre l’azzurro rincorre l’uno-due in continuazione, cercando anche soluzioni in dropshot per evitare di spendere troppe energie; nel primo set Vanni salva cinque palle break, prima di capitolare nel decimo gioco, quando Almagro lo trascina sul suo terreno di caccia e lo costringe in apnea con due scambi consecutivi oltre i dodici colpi. Il pubblico prova a dare il suo apporto, le continue grida convincono Almagro a rivolgersi in più di un’occasione al giudice di sedia che invita al respect for the players: Vanni perde ancora il servizio per il 4-2 Almagro, ma ottiene le uniche tre palle break, consecutive, dell’incontro nel gioco successivo. Qui l’iberico infila tre prime, colpisce pulito e con intelligenza lavora ai fianchi l’avversario, guadagnando metri in ogni punto fino alla chiusura, per lo più con il dritto a uscire. Gli ultimi due games sono utili solo a fini statistici, Almagro chiude a zero il suo turno di servizio e prenota un posto al secondo turno contro Djokovic, con cui ha vinto solo il primo precedente, nel 2004 al Challenger di Manerbio, per poi perdere i successivi tre incontri.
Altri risultati
Gran partita di Thomas Fabbiano, che supera il nuovo golden boy russo Andrey Rublev in due set, per accedere al tabellone principale. Il pugliese deve ricorrere al nono match point per chiudere, dopo averne sprecati tre sul 5-2 e altri sei sul 5-3, nell’ultimo game; Rublev è parso inquieto per tutto il match, scagliando in terra la racchetta più volte e lamentandosi in continuazione del campo, guadagnandosi le antipatie e i fischi del pubblico. In tabellone anche Andrea Arnaboldi, che dopo aver sconfitto il numero due delle qualificazioni Kukushkin ha fatto valere un maggior peso di palla e una maggiore esperienza contro Stefano Napolitano. In un Pietrangeli molto caldo (ma non per merito del pubblico, piuttosto scarso per quello che è stato un match a dire il vero poco spettacolare) Arnaboldi, numero 203 ATP, si è conquistato così il primo accesso in un tabellone di un Master 1000 (a Roma ci aveva provato solo nel 2008 e aveva perso al primo turno). Esito negativo invece per Gianluca Mager, che cede il passo al più esperto turco Marsel Ilhan.
Risultati del primo turno:
[WC] M. Donati b. S. Giraldo 2-6 6-1 6-4
L. Mayer b. [WC] F. Gaio 6-3 6-4
[PR] N. Almagro b. [WC] L. Vanni 6-4 6-3
Risultati delle qualificazioni:
T. Fabbiano b. A. Rublev 7-6 6-3
M. Ilhan b. G. Mager 6-4 7-5
A. Arnaboldi b. S. Napolitano 6-3 6-4