“Non sai mai cosa può succederti”, dice Marin Cilic. “Puoi sempre avere dei momenti difficili, e ti chiedi ‘Perché mi succedono queste cose?’ ma alla fine capisci che quando hai qualche problema i bei momenti sono ancora meglio.” Cilic sorride pensando che la sua prima vittoria di uno Slam, agli Us Open, è stata resa ancora più dolce dal terremoto dell’anno prima quando, secondo lui, è stato ingiustamente accusato di essere risultato positivo alla nichetamide – sostanza illegale – durante un torneo. La squalifica di Cilic è stata ridotta da nove a quattro mesi dal Comitato Arbitrale dello Sport (Cas), e il suo ricorso parzialmente approvato, ma la sospensione iniziale lo ha costretto a saltare sia Wimbledon che gli Us Open.
Cilic accusa la Federazione Internazione Tennis (ITF) per il malfunzionamento del “sistema”, e per come la sua carriera sia stata colpita da questo fatto. “Ero più stressato che depresso,” spiega Cilic, “Per me era sconvolgente che ci fossero persone che stavano giocando con la mia vita e con la mia carriera. Avrebbero potuto rovinarmi – ma ad alcune persone questo non interessa. Mi hanno comunicato i risultati del test con una lettera. Diceva che ero positivo alla nichetamina, ma non era vero”.
Adesso che ai test antidoping e alle accuse è subentrata la vittoria di uno slam Cilic dice che si sente diverso “Se sono in forma ho davvero buone chance di fare bene. Wimbledon è il torneo a cui punto maggiormente. Mi sento bene. Adesso devo guardare avanti”.