E’ davvero in gran forma Novak Djokovic e non solo per aver battuto per la nona volta consecutiva David Ferrer (64 64 e senza cedere mai il servizio ma concedendo 2 sole pallebreak, non 3 come dicono le stats dell’ATP) e, conquistata la vittoria n.21, per essersi garantito la chance di vincere questo torneo per la quarta volta.
E’ in forma anche in sala stampa dove arriva un buon quarto d’ora prima di quanto era stato annunciato. Di solito, per lui come per gli altri, accade sempre il contrario: il quarto d’ora e spesso le mezzore sono di ritardo, non di anticipo.
Ma stante la situazione semitragica delle distanze fra la sala stampa, piazzata all’inizio di viale Olimpiadi nell’ex ostello, e la sala interviste (situata all’interno del campo centrale, 500 metri più in là con 80 scalini da correre all’ingiù da una parte e all’insù dall’altra), quando viene corretto il primo annuncio da un secondo (“Djokovic ora in conferenza stampa”) scatta la corsa dei cronisti, e anche i moccoli degli stessi, “torneo di M…enta!” è la traduzione che mi sento di fare e dall’inglese e dal francese, con Barry Flatman del Sunday Times che con i suoi oltre 100 chili sbuffa come un mantice mentre viene superato da Vincent Cognet de L’Equipe, e il sottoscritto forte dei …soli 90 kg, mi produco in uno sprint degno dei vecchi tempi. Il plotone dei cronisti si allunga man mano che ci si avvicina al traguardo, non c’è una vera volata. Ma tutti arrivano ansimanti (fatelo una decina di volte al giorno quando, nei primi giorni ci sono tanti incontri e tante conferenze e capirete perchè sosteniamo che la situazione andrebbe almeno capita da …chi non sembra proprio capirla! Da anni, mica da quest’anno…) e Djokovic vedendoci arrivare così trafelati ride di gusto: “Su, coraggio, vi fa bene un po’ di moto…”.
Gli ribatto, data la confidenza: “Fosse una sola volta al giorno, ma è tutta la settimana che si corre…”.
E lui, prontissimo come sulla risposta al servizio di Ferrer (che ha strappato una volta per set, sull’1 pari nel primo e sul 4 pari nel secondo, quanto gli bastava): “Ma questa è Roma dai, è tutto così, c’è il campo da una parte, gli spogliatoi dall’altra, l’ingresso da un’altra ancora, la transportation ti lascia dalla parte opposta a dove devi andare, la stampa sta di qua, le interviste di là… E’ Roma…”.
Novak è il n.1 anche come spontaneità e simpatia. Roger Federer, sempre politically correct, non si sarebbe mai espresso così, mentre Nadal magari le avrebbe detto ma con l’aria più cupa, meno sorridente (forse assomiglia più a me…UbiNadal!). Da Djokovic invece si accetta qualsiasi tipo di commento. Che Dio ce lo conservi com’è. Diventasse diplomatico ci saremmo persi una voce libera.
I giornalisti dell’Equipe, Caroline Bouchard e Vincent Cognet hanno notato che Novak era però particolarmente nervoso all’inizio per le condizioni del campo e lui stavolta ci va giù abbastanza pesante:
“C’erano buche che si aprivano qua e là, hanno fatto il campo solo tre settimane fa e questo non si deve fare per un torneo di questo livello. E’ pericoloso per tutti, ci si può far male. Una volta che ti trovi sul campo non puoi fare molto. Ti puoi slogare una caviglia. Bisognava cercare di coprire quelle buche con i piedi prima che diventassero troppo profonde e più pericolose. Ma poi nel punto successivo era peggio… Nel 2014 il campo era meglio. Spero per the sake of the tournament, per il bene del torneo che amo, che nel 2016 il campo venga preparato meglio, con più tempo. E’ pericoloso giocare in queste condizioni, c’è paura di farsi male. Questo campo non è all’altezza dei campi dei Masters 1000. Spero che l’anno prossimo lo preparino meglio, con più anticipo. A questo livello le condizioni di gioco sono importantissime”.
Esaurite, prima con il sorriso sulle labbra e poi con aria più seria le considerazioni sul campo, l’argomento scivola su Rafa Nadal e il suo digiuno di vittorie (come tornei) sulla terra battuta, grazie ad una domanda di Mike Dickson del Daily Mail, e facente parte del gruppo di testa dei cronisti corridori mezzofondisti.
-Sei sorpreso anche tu del fatto che quest’anno si arrivi al Roland Garros senza che Rafa abbia vinto un solo torneo sulla terra battuta?- è la domanda.
E Novak: “Tutti sono sorpresi, diciamo la verità. Non era mai successo negli ultimi 10 anni, credo, ma ciò dice che anche lui è umano, può avere dei problemi. Ha certo bisogno di riguadagnare un po’ di fiducia, non ha vinto un titolo e non sarà semplice approcciare il Roland Garros…ma è anche vero che lì ha vinto il torneo nove volte, ha perso una sola volta (da Soderling, quando poi ne approfittò Federer…). Secondo me è sempre l’uomo da battere…io non ci ho mai vinto a Parigi”.
–Non meriterebbe Rafa, dopo 9 vittorie, di essere almeno fra le prime quattro teste di serie? Non crediamo che né a te né a lui farebbe piacere uno scontro già nei quarti di finale come potrebbe venire sorteggiato…con lui che è n.7-.
Djokovic: “Capisco che questo argomento venga dibattuto. Personalmente, come credo sia già stato fatto una volta per lui che era stato infortunato, penso che dovrebbe essere una delle prime quattro teste di serie, penso che lo meriti… A Wimbledon lo fanno (per via degli specialisti dell’erba; n.d. UBS) perchè non farlo anche a Parigi?”
Il suo discorso non fa una grinza, anche se è vero che quest’anno Rafa sulla terra ha perso da un po’ troppa gente, ma accanto a me Vincent Cognet scuote la testa: “A Parigi non lo faranno” mi assicura.
Pochi secondi dopo chiedono a Djokovic se però, dovendo affrontarlo, preferirebbe che accedesse già nei quarti o piuttosto in finale... e lui è spontaneo come sempre:
“Veramente io preferirei proprio non affrontarlo, né nei quarti, né in finale. In certi Roland Garros ha cominciato piano e finito alla grande..se potessi giocare contro qualcun altro, insomma, sarebbe meglio!”.
Risate generali, è proprio il n.1. non solo sul campo. Mentre anche nel match combattutissimo fra Sharapova e la soprendente Gavrilova n.78 che aveva battuto Maria a Miami nell’unico precedente, il campo sembra squagliarsi ad ogni scivolata e il direttore del torneo cerca di porre riparo… alle sue malefatte!