La terza giornata qui a Nizza ha un inizio molto più tranquillo rispetto alle precedenti due. Il programma inevitabilmente si è snellito, solo 4 match validi per i quarti e tutti sul centrale, uno dopo l’altro. Questo significa non doversi più sedere nell’ultima fila in alto e voltarsi di 360 gradi ad ogni cambio campo per vedere cosa succede in contemporanea sul campo 1, cercando di ovviare così all’ubiquità che purtroppo ancora non annovero tra le mie qualità. Tutto più facile, almeno in teoria. Mi avvio dal mio ostello (ebbene sì, un ostello, non si può avere tutto!) con più calma, la stanchezza inizia a sentirsi e anche 10 minuti in più di riposo possono fare la differenza a fine giornata. Percorro la solita strada che ormai conosco a memoria, incrociandomi con la fiumana di gente diretta a la Promenade Des Anglais, vialone di quasi 8km che circonda tutta la splendida baia di Nizza, l’esatta direzione opposta alla mia. Poco importa, loro avranno il mare ma io avrò del buon tennis penso tra me e me. Arrivo e subito mi fermo a guardare Gulbis che scambia con un ragazzino, la faccia non mi è nuova. Poi l’illuminazione: mi convinco di averlo già visto giocare al torneo under 18 di Firenze questo aprile, ma magari mi sbaglio. Mi riprometto di controllare sul web ma mi dimentico di farlo. Entro in sala stampa con passo più sicuro, ormai l’imbarazzo dell’esordio è un lontano ricordo, saluto con un elegantissimo “Bonjour” e mi posiziono al mio solito desk. Clima disteso, si discute del torneo, dei protagonisti, dei favoriti dei match. Prima bene o male tutti esprimono le loro perplessità su Isner e su quanto debba stare attento oggi a non sottovalutare il serbo apparso in buona forma, poi si passa a Gulbis-Thiem, ma nessuno si sbilancia. Io nemmeno. Intanto resto paralizzato per 30 secondi quando accanto al mio desk passa proprio Long John, lo fisso e mi lascio sfuggire un “ma quanto diavolo è alto Isner?”. Impressionante davvero, credetemi. È ora di mettere il pc nello zaino e dirigermi sul centrale, la temperatura oggi è nettamente più bassa complice una tempesta di pioggia e vento che ha sconquassato Nizza nella notte e ha disturbato non poco il mio sonno. Ma ora quasi la benedico, perché sugli spalti non si suda e ci sono le condizioni ideali per uno spettatore di tennis.
Isner-Lajovic dicevamo. I primi game sembrano usciti da uno stampino: chi serve lo fa abbastanza bene e chi riceve riesce ad arrivare a 30 ma poi si ferma senza agguantare mai i vantaggi. Il serbo gioca meglio da fondo campo, Isner invece sembra scarico e affossa più di qualche palla col dritto. Il primo sussulto avviene nel quinto game. Lajovic gioca un gagliardo game di risposta, prima un back che fa andare fuori giri l’americano, poi un lob e un passante di rovescio che gli consentono di avere le prime due palle break del match. Isner le annulla con due ottime prime, che novità direte voi. In realtà Isner non sta servendo con la stessa potenza alla quale ci ha abituati, ma quando necessario riesce sempre ad ottenere dal suo colpo migliore punti preziosi. Quasi non ci credo quando leggo sul rilevatore di velocità una sua prima a soli 168 km. Non dovesse esserci errore, penso che siamo davvero di fronte al minimo storico di velocità di una prima palla di servizio per l’americano. Intanto la partita scorre liscia fino al tie-break. Isner parte malissimo mettendo in rete una facilissima volèe e sparando fuori di metri un altro dritto. Ma la partita cambia in un attimo. L’americano trova una bella risposta vincente e inizia a servire come lui sa fare. Si porta in vantaggio e allunga fino al 6-3 chiudendo con una risposta lungolinea vincente.
Nessun cambio sostanziale nel secondo set che sembra avviato anch’esso al tie-break, ma sul 3-3 Lajovic si addormenta e con un doppio fallo concede di nuovo palla break che annulla con la prima. Ma al secondo tentativo il break arriva: Isner si sposta per rispondere di dritto, la pallina tocca il nastro, si impenna e va a cadere nei primi centimetri del campo avversario. Lajovic, sconsolato e sfortunato, lancia la racchetta e si ferma a guardare il nastro. È break. Isner non concederà più occasioni per una rimonta serba e vola così in semi-finale.
Non ha superato la fatidica prova del nove Gulbis invece, ma prima di sentire e risentire i soliti discorsi riguardo al lettone, bisogna ammettere che oggi aveva di fronte un ottimo giocatore che sta esprimendo un bel tennis e che ha ancora grandi margini di miglioramento. Parte malissimo il lettone concedendo nel game di avvio il servizio con due gratuiti. Si scambia molto da fondo ma Thiem è troppo solido e alla fine il primo a sbagliare è quasi sempre Gulbis, che non pare aver bene calibrato il dritto in cross quest’oggi. L’austriaco non concede nulla. Infatti, è ancora Gulbis che in un quinto game fiume è costretto a salvarsi dal doppio break a sfavore, che comunque arriverà due game dopo. 6-2 e poco da dire, si potrebbe sintetizzare così: troppo metodico, ordinato e preciso l’austriaco. Troppo incostante e falloso il lettone. Due universi distanti anni luce. Il secondo parziale sembra inziare come il primo. Gulbis al servizio, due sciagurati doppi falli ed ennesime palle break concesse. Il lettone trova qualche magia delle sue, si salva e pian piano si fa più aggressivo. La sofferenza al servizio non manca mai ma inaspettatamente il lettone trova il break e va avanti sul 3 a 1. Sembra sia girato l’incontro e il pubblico apprezza: vuole il terzo set. Ma la costanza Gulbis non sa nemmeno cosa significhi e così rovina tutto nel game successivo quando, avanti 40-15, subisce l’immediata rimonta austriaca che si concretizza grazie a un bel back lungolinea. Gulbis si accomoda sulla sua sedia e in uno scatto d’ira improvviso scaglia un colpo di telaio su un cartellone. Due signore sedute immediatamente dietro di lui sobbalzano dalla paura. Si sente anche qualche fischio di un pubblico comunque sempre molto generoso nei suoi confronti. La partita prosegue. Thiem salva una palla break. Gulbis non ha perso del tutto la testa e continua a tentare di scardinare il muro austriaco senza successo. Il lettone però sembra davvero provare piacere a complicarsi le cose facili. Nel settimo game è costretto di nuovo ai vantaggi e con uno smash scagliato in rete e un altro doppio fallo, concede l’ennesimo servizio di giornata. Positiva la reazione di Gulbis che comunque resta aggrappato al match senza però trovare nessuno spiraglio per riaprirlo. Avanza dunque Thiem che se la vedrà domani proprio contro Isner. Ernests non si riconfermerà campione a Nizza ma forse la crisi non è poi più così nera.
Il centrale si svuota e la gente non sembra così interessata agli altri due match di quarti in programma. Io invece sono molto incuriosito dal derby argentino Mayer-Monaco, ma mentre attendo i due ho un calo di pressione. La testa gira, le forze sono nulle. Decido di prendermi una pausa e mangiare qualcosa prima di svenire sul seggiolino. Mi concedo il lusso di guardare l’inizio del match dalla televisione della sala stampa. Mi sento meglio e allora sono di nuovo in campo, giusto in tempo per vedere Leo Mayer brekkare e vincere il primo set. Molto simile il secondo parziale con scambi lunghi da fondo e con il break che arriva questa volta nel nono game sempre a favore di un Mayer davvero ben centrato col rovescio e con un dritto velenoso e piatto. Una partita strana che ha visto avere la meglio l’argentino con più talento anche se forse mi aspettavo più “garra”, come la chiamano dalle loro parti.
Ultimo quarto di finale Coric-Ducworth davanti ad un pubblico sempre meno numeroso. Nessun problema nel primo set per il croato che serve bene e con colpi solidi e costanti da fondo campo, domina un Duckworth mai pericoloso. Nel secondo però Coric cala. Serve poche prime e diventa improvvisamente falloso. Ci saranno 4 break, due da una parte e due dall’altra. Da segnalare una giocata “ di scuola Federer” dell’australiano che finta la palla corta e gioca un chop profondissimo lasciando a terra Coric, che grida a gran voce in italiano “Bravo, bravo!”. Al tie-break il croato ritrova solidità e chiude senza troppi rischi. Domani dovrà forse fare qualcosa di più per impensierire l’estro di Leo Mayer.
Risultati:
[2] J. Isner b. D. Lajovic 7-6(3) 6-4
D. Thiem b. E. Gulbis 6-2 6-4
[4] L. Mayer b. J. Monaco 6-3 6-4
B. Coric b. J. Duckworth 6-3 7-6(3)