Alla vigilia dell’inzio del Roland Garros, Amelie Mauresmo è tornata sul suo percorso insieme a Andy Murray che è iniziato circa un anno fa. Lo scozzese recente vincitore a Madrid ha dato grandi soddisfazioni alla francese e arriva dunque a Parigi in uno stato di forma convincente.
Amelie, è la prima volta che arrivi qui al Roland Garros da allenatore di un giocatore. Immagino che debba essere una sensazione particolare per te?
Sì e no, ormai è un anno che lavoro con Andy, quindi essere al Roland Garros non fa più una grande differenza. Abbiamo già fatto dei tornei dello Slam insieme e in più lui arriva in ottime condizioni quindi questo è positivo.
Un anno insieme, come riassumeresti questi 12 mesi?
Sono successe parecchie cose, abbiamo avuto un inizio abbastanza particolare proprio all’inizio della stagione sull’erba, era molto complicato rivoluzionare o cambiare molte cose prima di Wimbledon dove lui tra l’altro difendeva il titolo. Poi tra il momento in cui sono arrivata e quello in cui ho avuto la sensazione di avere un impatto, ha giocato praticamente tutte le settimane, quindi è stato un pochino complicato dal punto di vista del lavoro ma il suo obbiettivo era salire di nuovo in classifica. Questo inverno abbiamo potuto lavorare e imprimere quindi nuove dinamiche ed evoluzioni nel suo gioco. Improvvisamente il nostro rapporto, il nostro modo di funzionare ha potuto evolversi in modo diverso.
C’è una vera complicità tra te e Andy, pensavi di poter offrire così tanto in questa professione?
Io non ho pregiudizi in un senso o nell’altro. Il fatto di dover viaggiare all’inizio mi ha un po’ frenato sicuramente, ma ho accettato perché i primi contatti umani sono stati positivi.
Evidentemente c’erano delle cose su cui lui pensava che io potessi aiutarlo, e a quel punto anch’io ho pensato che potesse funzionare. Se non avessi sentito questa connessione con il ragazzo, non penso che avrei accettato.