[Q] A. Arnaboldi b. J. Duckworth 4-6 6-7(5) 7-6(4) 7-6(2) 6-0 ( da Parigi, Antonio Garofalo)
Il campo numero 5 del Roland Garros racconta una storia di amore e speranza. Andrea Arnaboldi da Cantù ce l’ha fatta. No, non è importante che abbia stabilito il record di match più lungo in termini di game per le qualificazioni a Parigi ( l’ormai famoso 27-25 al terzo contro Herbert), né che abbia centrato per la seconda volta consecutiva l’accesso al tabellone principale del torneo.
E non è nemmeno importante che oggi abbia buttato il cuore oltre l’ostacolo e rimontato due set al ventitreenne australiano James Duckworth cui non è servito nemmeno un match point nel terzo set, salvato con due diritti sulla riga dal canturino e nemmeno il tifo in tribuna dei connazionali Kyrgios e Kokkinakis ( ” Ho sempre sognato di recuperare un match da due set sotto”).
Ciò che conta è che Andrea, finalmente, si sia buttato alle spalle anni di sacrifici senza gioia. Perchè non è facile sentire tutti che ti dicono che hai un magnifico rovescio ad una mano, che hai un talento naturale da predestinato ma che non hai la testa per il tennis. ” Tecnicamente è sempre stato bravo, ma tutti dicevano che doveva fare un salto mentale. Io credo che l’abbia fatto, grazie anche alla sua fidanzata che gli da tanta serenità” – ci ha raccontato subito dopo il match un emozionatissimo papà Alberto ( come potrete sentire nell’audio in alto).
E’ stato un cammino pieno di difficoltà e di sacrifici, anche economici dei suoi genitori, quello di Andrea che a tre anni e mezzo ha capito, in un pomeriggio di Pasqua a Forte dei Marmi, che il tennis sarebbe stato la sua vita. A cinque anni la prima tappa al Tennis Milano, poi la prima grande esperienza a Montecarlo in compagnia di un maestro come Riccardo Piatti.
A sedici anni il primo grande bivio: sette anni a Valencia alla corte di Josè Aparisi. ” Ho imparato un metodo di allenamento preciso e a cavarmela da solo” dice oggi Andrea. Ed il papà conferma: ” Quegli anni li sono stati importantissimi per lui”. Anche se i risultati non arrivano e la svolta giunge solo con il ritorno in Italia, quando entra nel team di Fabrizio Albani. ” Con Fabrizio ho cambiato mentalità, ci siamo posti degli obiettivi precisi, arrivare tra i primi 100, e so che farò di tutto per raggiungerlo”.
Ora che è diventato “Marathon Man” come lo hanno ribatezzato qui a Parigi, non ha nessuna intenzione di fermarsi. ” Il prossimo avversario è Cilic? Magari parto direttamente due set sotto così mi porto avanti…” – scherza – ” Ma si, non ho mai giocato contro un top ten, ma si può fare, perchè no?”.
Già, in fondo ha solo ventisette anni: e chi lo ferma più Andrea Arnaboldi da Cantù.
La cronaca di Diego Serra
Semplicemente eroico. Arnaboldi, numero 187 del mondo, batte James Duckworth, australiano numero 87 del ranking, non irresistibile sul rosso ma l’impresa resta. Dopo Roma anche Parigi deve conoscere e segnarsi il nome di Andrea Arnaboldi. Primo set dove l’italiano perde il servizio nel terzo game, a seguito di una vera e propria battaglia con quattro palle break non sfruttate dall’australiano, la quinta è però fatale. Break restituito nel settimo game, ma nuova impresa di Duckworth nell’ottavo game, nuovo break e set chiuso per 6 a 4. Secondo set piuttosto regolare, con l’australiano costretto da Arnaboldi a difendere il servizio nel secondo game, dove respinge ben tre palle break. Si va al tiebreak e per Arnaboldi è fatale il dodicesimo punto, con il servizio strappato da Duckworth, che chiude il tiebreak 7 a 5. E davvero sembrava finita, a tutti meno che all’eroico Andrea. Terzo set di nuovo regolare con entrambi i tennisti in grado di tenere il servizio, ma sul 5-4 per l’australiano, Andrea è costretto a salvare un match point con due diritti molto coraggiosi. Scampato il pericolo, è ancora tiebreak. Stavolta è James Duckworth a subire due mini break a uno e a perdere il set. Tiebreak chiuso 7 a 4. Quarto set fotocopia, con l’australiano sempre più nervoso e Andrea molto determinato. Non poteva essere che nuovo tiebrak, dove Duckworth dimostra quanto il problema non fosse solo mentale ma anche fisico: stremato subisce due mini break al sesto e settimo game. E di conseguenza tiebreak perso per 7 a 2. Quinto set che si colora d’azzurro e sancisce la vittoria di Arnaboldi. Break nel primo, terzo e quinto game. Un crescendo incredibile dopo i primi due set. Ora per Andrea ci sarà Cilic, numero nove del mondo, un bel regalo sugli Champs Elysées.