La lettera che segue qui in basso, sia nell’originale inglese, sia nella traduzione italiana a beneficio di tutti i lettori di Ubitennis, sugli Internazionali non è stata scritta da Ubaldo Scanagatta, ma dai rappresentanti delle maggiori testate internazionali che seguono il tennis torneo dopo torneo, grandi e piccoli. Qualche lettore vada a rileggersi i commenti a quanto fu denunciato qui in quei giorni su Ubitennis e vedrà che eravamo stati molto più “teneri”.
Essa descrive quanto la nostra voce libera (cioè non condizionata da padrini politici e sponsor “censori” delle voci libere, forse nel timore di dispiacere al partner…) ha cercato di segnalare durante il torneo di Roma su Ubitennis.com. Questa testata lo ha fatto sia scrivendone sia intervenendo pubblicamente sull’argomento anche nel corso della conferenza stampa che BNL-BNPParibas tenne a Roma alla presenza del presidente del Coni Giovanni Malagò e di Diego Nepi Molineris. Oltre che rivolgendo una domanda poi in occasione della rituale conferenza stampa celebrativa di fine torneo al presidente della FIT Angelo Binaghi (“Ci può dire e commentare il contenuto della lettera scritta dall’ITWA ad Atp e Wta in merito alla situazione della stampa al Foro Italico?”) cui non venne data alcuna risposta.
Quando io ho scritto che tutti i colleghi stranieri si lamentavano, ricordo di aver letto post di qualche lettore che riteneva che io avessi esagerato. Invece – se leggete questa lettera – scoprirete che in realtà avevo minimizzato. Forse proprio perchè ad essere troppo spesso la sola voce fuori dal coro finisco per farmi condizionare al contrario. Eppure le mie orecchie hanno sentito qualcuno – e non lo cito sia per carità di patria sia per altri meriti in altre occasioni da me riconosciutigli– che quello di Roma era uno dei Masters 1000 meglio organizzati al mondo. Quel giorno Paolo Bertolucci commentò: “Ma com’è possibile dire una cosa del genere? Sono mai stati negli altri tornei?”.
Vero che chi lo diceva è uno che non ne ha visti molti, ma parlava con troppa sicumera – confidando probabilmente che non lo avrei smentito pubblicamente davanti a gente che in fondo non era troppo interessata ad approfondire l’argomento, soprattutto in quel contesto – per non affibbiargli oggi una piccolissima amichevole bacchettatina sulle dita.
Per giorni abbiamo sentito, ahinoi, Angelo Binaghi proclamare che il gap fra Roma e Madrid ogni giorno stava aumentando a favore di Roma. Nessun giornalista presente a Roma ha provato a sentire Manolo Santana direttore del torneo di Madrid, che pure era a Roma e sedeva spesso ospite d’onore accanto a Pietrangeli e Pericoli. Nè tantomeno ha provato a sentire un’altra campana, Ion Tiriac, il proprietario di Madrid, come ho fatto io oggi a Parigi.
Quei media “amici” allineati e coperti non hanno mai scritto una riga su quanto non andava, pur avendolo sotto gli occhi, vedendo cioè giorno per giorno, minuto per minuto, le stesse che sono scritte sulla lettera inviata ad ATP e WTA. Perchè? Non lo so, ma si potrebbe ipotizzare che qualche media abbia affari in semi-partnership con la Fit – e ne ritrasmette sul web le immagini “passate” da Supertennis – o perchè è più facile ottenere interviste da chi non si critica mai, o perchè si possono ottenere alcuni vantaggi di vario tipo, sconti sui prezzi degli stand, copie del giornale – in crisi come tutti – diffuse all’interno del Foro Italico, o pro bono pacis con chi ha il potere di farti male, magari di farti una causa con il minimo pretesto. La FIT ha soldi (e questo è un merito di Binaghi, prima la FIT non ne aveva, magari i circoli di tenis si sentono vessati ma questo è un altro discorso), e così c’è anche chi cerca lavoro in Fit: certe smaccate, spudorate sviolinate in occasioni pubbliche non vi saranno certo sfuggite! – io ho oggi sentito i rintocchi di una campana totalmente diversa. Ho parlato e registrato Ion Tiriac, il proprietario e direttore del torneo di Madrid a proposito del gap fra Roma e Madrid. Per lui il gap c’è, eccome, ma nel senso opposto a quello manifestato da Binaghi. Niente di sorprendente.
Chiaro che ognuno interpreti il gioco delle parti, ma ci sono due fatti assolutamente incontestabili fra quelli che dice Tiriac: uno è che il torneo femminile di Roma è di categoria inferiore rispetto a quello di Madrid, cioè non è un Premier Mandatory. Quindi per tutte le tenniste, oltre che per la Wta stessa, si tratta di una differenza non da poco, in termini di soldi e di punti. Pensare che una top-player preferisca giocare un torneo con meno soldi e meno punti è pura follia. Ma l’avete mai sentito nominare da Binaghi questo problemino? L’altra è che Madrid sta pagando all’ATP da 7 anni un “costo” concordato per poter disporre di un numero di giorni superiore, pari cioè ad un torneo di 10 gg e non di sette o otto. Ascoltate l’audio di Tiriac.
Che poi Roma nel caso potesse assurgere alla condizione di miniSlam si sia dichiarata pronta ad aumentare montepremi e status per il torneo femminile è un altro paio di maniche. Ma Madrid quel montepremi lo ha messo a disposizione da anni per ottenere il combined...
Poi è ovvio che ognuno tiri l’acqua al proprio mulino, giochi le sue briscole come meglio crede. Così Roma vanta le sue bellezze architettoniche e paesaggistiche, Madrid i suoi tre campi coperti che non hanno neppure gli Slam (salvo l’Australian Open), ma anche i suoi 17 campi in totale e spazi meno suggestivi e belli ma enormi, comodi e ordinati rispetto al Foro Italico.
Non a caso perfino Binaghi – che nel corso del match di Flavia Pennetta con Carla Suarez Navarro ha annunciato ai vicini seduti nella tribunetta dirigenti, giocatori e giornalisti del campo due “Blatter è stato rieletto presidente FIFA, l’avversario si è ritirato!” ogni analogia sulla durata del mandato (mi limito a quello…) è puramente casuale – ha recentemente e finalmente scoperto che “qui al Foro Italico non ci si sta più”, vent’anni dopo analoghe denuncie scritte da Clerici, Tommasi e qualche altro giornalista meno miope o condizionato.
Però che Roma abbia un gap su Madrid ad oggi è una grande balla. Tiriac dice che fa molti più spettatori di Roma (dalle inquadrature tv non si direbbe, ma può dipendere dai match teletrasmessi e dalle capienze dei campi: chiaro che il Pietrangeli, cui si accede con il ground e che può ospitare 3.720 spettatori a norma risulti più spesso gremito). Entrambi i tornei bleffano, secondo me, quando dicono di avere avuto 200.000 spettatori. Mi piacerebbe che invece di fare la corsa a questi numeri si consentisse al maggior numero di spettatori possibile di vedere davvero il tennis che vorrebbero vedere. Perchè i vialetti son ben curati, belli da vedersi, ma magari gli appassionati che pagano un ingresso vorrebbero tutti o quasi vedere soprattutto i migliori giocatori., le star. A Roma il campo più grande stadio ospita 10.500 posti, il Pietrangeli 3.700, il Grand Stand (americanismo non necessario, frutto di scarsa fantasia) 3.500…Se 18.000 persone al giorno possono vedere i big, e qualcuno ha il biglietto per tutti e tre i campi, gli altri vedono quel che possono, Spero, insomma, che la rincorsa ai numeri da sbandierare alla stampa, sia a Madrid sia a Roma, ma anche a Parigi, dove si fa fatica a circolare e ci sono code infinite a troppi campi, idem a Wimbledon (che pure ha 10 volte gli spazi del Foro Italico, 19 ettari contro circa 2), non faccia diventare questi bellissimi luoghi come siti infernali un po’…acchiappacitrulli. “Venite a vedere il grande tennis, ma siate contenti anche se non lo vedete!” è un proclama che spero di non sentire mai.
Anche se a Roma Binaghi non ha mancato di accennare più volte alla lettera di complimenti di Chris Kermode, va detto che anche Ion Tiriac mi ha detto di aver ricevuta una dallo stesso Kermode un’altra lettera, anche essa ricca di entusiastici apprezzamenti. Le lettere di complimenti non costano nulla. I politic ne scrivono a iosa. Che, tutto ciò detto, il torneo di Roma abbia fatto grossi progressi dacchè c’è la Coni Servizi che svolge un ruolo molto attivo, partendo da una situazione da bonificare come quella del Foro Italico semi-abbandonato, non solo non l’ha mai negato nessuno, ma anzi è stato più volte ribadito qui su Ubitennis e in occasioni pubbliche..
Sul fatto che poi i giocatori preferiscano Roma a Madrid, altro cavallo di battaglia di Binaghi, tornerò prossimamente. Posso anticipare e garantire che per le tenniste, i loro staff, i loro agenti, non è così, per i motivi di cui sopra. Alle tenniste piacciono fino ad un certo punto i monumenti, e i buoni ristoranti ci sono anche a Madrid. Per far shopping più soldi non guastano. Ma …una cosa alla volta.
Però chiunque si autocelebri e sostenga che l’immagine degli Internazionali BNL d’Italia sia nel mondo la migliore possibile -e fino a prova contraria l’immagine all’opinione pubblica la diffondono per primi proprio quei media che scrivono quel che hanno scritto del torneo di Roma (non appena sono arrivato al Roland Garros la capufficio stampa Dorothée Leconte mi ha subito fatto un accenno alla situazione romana…) , a mio avviso farebbe meglio ad informarsi…su quei pochissimi media che informano davvero senza laccioli, prebende e cortigiani. Chiedetevi, cari lettori, come mai di questa lettera, ricevuta da diversi colleghi italiani, non sia mai stato fatto cenno da alcuno. Tutti impossibilitati? Buona lettura.
La Lettera
A Stacey Allaster (chief executive officer della Wta) e Chris Kermode (chief executive dell’ATP)
Cari Stacey e Chris,
Probabilmente siete consapevoli delle lamentele ricevute nel corso degli anni riguardo i servizi per i mass media e il loro trattamento generale agli Internazionali BNL d’Italia a Roma. Ogni anno i singoli giornalisti (e qui credo si possa tranquillamente ritenere che si allude a…Ubaldo Scanagatta; n.di UBS) , l’International Tennis Writers Association e anche i team responsabili della comunicazione della WTA e dell’ATP si lamentano. Roma è anche un argomento di discussione ricorrente agli incontri della commissione dell’International Tennis Federation, che ha scritto agli organizzatori del torneo per protestare. Comunque, di anno in anno non è cambiato in meglio quasi niente, che è il motivo per cui vi stiamo scrivendo.
Lasciateci illustrare prima gli aspetti positivi di Roma. Primo, la disponibilità dei mezzi di trasporto per i media è eccellente (tra le migliori del circuito). Secondo, lo staff nell’area degli uffici dei giornalisti è gentile e collaborativo. Non ci lamentiamo su qualcosa che riguarda loro.
Al centro dei nostri problemi, comunque, c’è la location ridicola dell’area degli uffici dei giornalisti, che è un fatiscente edificio raggiungibile in 5-7 minuti a piedi dal campo centrale e in 10 minuti a piedi dagli altri campi. La stanza delle interviste si trova all’interno del campo principale. L’attuale a location degli uffici dei giornalisti è chiaramente una violazione del codice dell’ATP, in cui si dice che gli uffici dei giornalisti dovrebbero trovarsi il più vicino possibile agli spogliatoi e alla sala interviste.
Ci sono occasioni in cui i giocatori vengono annunciati in conferenza stampa “immediatamente” o “tra due minuti”, rendendo assolutamente impossibile arrivare in tempo dall’area dei cronisti. Alcune volte non ci sono neppure questi avvisi. In molte altre occasioni i giocatori arrivano in ritardo alla conferenza stampa: ciò significa che tutti noi abbiamo sprecato ore ad aspettarli al campo centrale quando avremmo potuto lavorare nei nostri uffici.
Dobbiamo evitare tutta la gente per arrivare all’ingresso dei giornalisti al campo principale. La maggior parte delle volte va bene, ma all’inizio del torneo, quando i giocatori venivano intervistati nel giardino davanti all’ingresso dei media, c’erano spesso folle di fan a bloccarci il passaggio e avevamo l’accesso negato altrove.
I team responsabili della comunicazione dell’ATP e della WTA hanno gli uffici nell’area dei giornalisti, ma, comprensibilmente, non li usano mai, perché devono stare vicino agli spogliatoi o nelle sale dei giocatori. Questo significa che lo staff della comunicazione non è a portata di mano per rispondere a domande o per discutere della conferenza stampa o per interviste. Si deve fare quasi tutto via messaggio o via e-mail.
Quello che è particolarmente fastidioso è il fatto che ci sia chiaramente lo spazio per molti giornalisti per trovar loro un posto su campo centrale. I fotografi e alcuni giornalisti radiofonici hanno sede lì e c’è ovviamente ancora spazio a disposizione.
Quello spazio extra è stato creato dall’apertura di una nuova sala dei giocatori in un altro edificio. Nonostante noi si abbia accesso a questo, non possiamo entrare alla sala dei giocatori (players-lounge) che si trova nella struttura del centrale.. Questo è il luogo dove passano il tempo la maggior parte dei migliori giocatori e i loro team, perché verrebbero assaliti dal pubblico se andassero verso la nuova sala. Roger Federer ne ha parlato in una conferenza stampa. Comunque, non siamo autorizzati ad entrare nella vecchia area, e la cosa ci mette molto in difficoltà, ogni volta che vorremmo parlare con lo staff dei giocatori.
Non ci sono traduzioni in italiano delle conferenze stampa, il che rende difficile la copertura del torneo per i giornalisti italiani. Non ci aspettiamo necessariamente le trascrizioni delle conferenze stampa in inglese, ma quelle che vengono fornite sono spesso inaccurate e incomplete e di solito in ritardo.
Alcuni servizi degli uffici dei giornalisti sono una sciagura: le sedie sono scomode e le postazioni di lavoro sono piccole; è un edificio vecchio. Quest’anno è crollato il soffitto in una tromba delle scale. Le stanze sono spesso calde e senza aria. La scala anti-incendio di metallo che usiamo per entrare e uscire dall’edificio è deformata e può essere molto scivolosa se è bagnata; il wifi è inaffidabile (rispetto a quella del campo centrale); alcune tv nelle stanze dei media hanno solo lo schermo, senza i comandi. L’unico modo per cambiare è con un telecomando, che non ci hanno dato; non vengono fornite le statistiche post-match; le stanze sono sporche, con la spazzatura che viene lasciata alcune volte nel cestino fino al giorno dopo; solitamente non ci sono asciugamani in tessuto, di carta o elettrici nei bagni e spesso manca la carta igienica. Se c’è la carta igienica, è costituita da grandi rotoli lasciati nello stanzino senza essere messi nel distributore; il cibo disponibile da acquistare nell’area dei media è estremamente limitato e non ci sono cibi caldi; l’acqua c’è a intermittenza. Ci sono giorni in cui non è disponibile l’acqua fino a tardi; alcuni commentatori radiofonici avevano grandi difficoltà ad organizzare una cabina di commento.
Roma può essere un grande torneo per gli spettatori, ma di tutto il circuito è l’evento più problematico da coprire per i giornalisti.
I servizi per i mass media non rendono davvero merito sia al torneo sia ai due circuiti Atp e Wta Considerando la levatura del torneo (Master 1000 nel circuito maschile e evento Premier WTA) riteniamo che questi servizi siano davvero inaccettabili.
Vi imploriamo di fare qualcosa a riguardo.
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La versione originale della lettera inviata ai vertici di Atp e Wta
To Stacey Allaster and Chris Kermode
Dear Stacey and Chris
You are probably aware of the complaints over many years about the media facilities and general treatment of the media at the Internazionali BNL d’Italia tournament in Rome. Every year complaints are made by individual journalists, by the International Tennis Writers’ Association and even by the communications teams at the WTA and ATP. Rome is also a regular topic of discussion at meetings of the International Tennis Federation’s media commission, which has written to the tournament organisers to complain. However, from year to year almost nothing changes for the better, which is why we are writing to you.
Let us first state the good points about Rome. Firstly, the transportation arrangements for the media are excellent – among the best on the tour. Secondly, the staff in the media centre are kind and helpful. We have no complaints whatsoever about them.
At the heart of our problems, however, is the ridiculous location of the media centre, which is in a dilapidated building 5-7 minutes’ walk from the main stadium and 10 minutes’ walk from some of the courts. The interview room is located in the main stadium. The location of the media centre is clearly in breach of the ATP rule book, which states media centres should be as near as possible to the locker rooms.
There have been occasions when players have been announced in press conferences “immediately” or “in two minutes”, making it absolutely impossible to get there in time from the media centre. Sometimes there is no announcement at all. On many other occasions players have been late for press conferences, meaning that all of us have wasted hours waiting in the main stadium when we could have been at our desks working.
We have to dodge round temporary barriers to get to the media entrance in the main stadium. This is OK most of the time, but at the start of the tournament, when players were being interviewed in the garden area just in front of the media entrance, there were often big crowds of fans blocking our way through and we were denied access elsewhere.
The ATP and WTA communications teams have offices in the media centre but, understandably, they never use them, because they need to be around the locker rooms or players lounges. This means that the communications staff are not on hand to answer any queries or to discuss press conference or interview requests; almost everything has to be done by text or email.
What is particularly annoying is the fact that there clearly is room for many journalists to be based in the main stadium. Photographers and some radio reporters are based there and there is obviously more space available.
That extra space has been created by the opening of a new players’ lounge in another building. While we have access to this, we do not have access to the old players’ lounge in the main stadium. This is where most of the top players and their entourages spend their time, because they would be mobbed by the public if they walked across to the new lounge; Roger Federer talked about this in one of his press conferences. However, we are not allowed access to the old area, which makes it very difficult if we want to talk to the players’ entourages.
There is no translation into Italian of any press conferences, which makes covering the tournament very difficult for Italian journalists. We do not necessarily expect transcripts from press conferences, but the ones provided are often inaccurate and incomplete and usually very late.
Some of the facilities in the media centre are a disgrace:
The chairs are uncomfortable and the work stations are cramped;
It is an old building. This year the ceiling collapsed in one of the stairwells. The rooms are often hot and airless. The metal fire-escape staircase we use to get in and out of the building is warped and can be very slippery when wet;
The Wifi is unreliable (as it is in the main stadium);
Some of the TVs in the media rooms are just monitors, without controls. The only way to change them is with a remote control, which we are not given;
No post-match statistics are provided;
The rooms are dirty, with rubbish sometimes left in the bins overnight;
There are usually no towels or hand-drying facilities in the toilets and there is often a lack of paper. When paper is provided, it is in the form of large rolls which are just left in the cubicles without being fed into the dispensers;
While there is some food available for purchase in the media centre, it is extremely limited, with no hot food;
Water is provided only intermittently. There have been days when no water is available until late inthe day;
Some radio commentators had great difficulty organising a commentary box.
Rome may be a great tournament for spectators but it is the most challenging event on the whole tour for media to cover. The media facilities do no credit whatsoever either to the tournament or the two tours. Considering the stature of the tournament – as a Masters 1000 on the men’s tour and as a Premier WTA event – we feel the media facilities are quite unacceptable. We implore you to do something about it.