Quanto è stato importante Olivier van Lindonk (l’agente di Nishikori, ndt) per la tua carriera?
Non mi aspettavo questa domanda. Beh abbiamo lavorato assieme per molto tempo. Non ricordo, abbiamo cominciato quando avevo 17-18 anni per cui è stato un bel po’ di tempo. È come uno di famiglia ora, è qui adesso ed è bello lavorare con lui.
È un grande traguardo per te raggiungere i quarti. Parlacene dal tuo punto di vista e se te lo aspettavi a inizio settimana.
Arrivare ai quarti era il primo obiettivo. Sapevo di potercela fare perché stavo facendo bene sulla terra, come l’anno scorso. Spero sia solo l’inizio e di andare avanti ancora. Sono i miei primi quarti qui e significano molto per me.
Parlaci del tuo match dei quarti con Tsonga.
È tanto che non giochiamo contro, forse un paio di anni (in realtà dal MS1000 di Bercy 2014, ndt), ma lui ha avuto infortuni e ora è tornato ed è tornato alla grande. Ha un gran servizio, gran dritto. È sempre un giocatore pericoloso. Sarà un match divertente.
Sei anche il primo giapponese a raggiungere i quarti qui da 80 anni, è una gioia in più?
Certo, è sempre bello fare la storia. Specialmente per i giapponesi e gli asiatici la terra non è la superficie preferita. Ora sto cercando di fare il passo successivo. Spero di continuare così sul rosso. Cerco di giocare un match alla volta e concentrarmi sul prossimo.
Cosa puoi dirci della pressione? Ci sono tanti giornalisti qui per te.
Non la sento molto. Certo è incredibile quanti media siano qui per me e non è inusuale per gli altri giocatori. Ma non sento la pressione per loro. È più l’esaltazione che ricevo dal loro supporto. Tanta gente mi guarda in Giappone e anche tanti amici. Non è pressione, è qualcosa di più eccitante.
Traduzione di Paolo Valente