[1] N. Djokovic b. [3] A. Murray 6-3 6-3 5-7 5-7 6-1 (da Parigi, Laura Guidobaldi)
Ce l’ha fatta Novak Djokovic. Il n. 1 del mondo gioca al meglio il set decisivo e approda alla sua 3a finale del Roland Garros nonché la 16a slam. Supera Andy Murray alla distanza e dopo l’interruzione di ieri a causa dell’imminente temporale, dimostrando maggiore solidità mentale nel 5° set. Chiude 6-3 6-3 5-7 5-7 6-1. In finale lo aspetta Stan Wawrinka, alla sua 2a finale slam.
Se il temporale – peraltro breve – ha causato la sospensione del match di ieri tra Andy e Nole, oggi la giornata è di una limpidezza cristallina; solo la temperatura è inferiore di 10° poiché ce ne sono solo 20. Dopo aver perso il primo set in tutto il torneo ieri per mano di Murray, il n. 1 del mondo, sul 3-3, ingrana la 5a, vince a zero il proprio game di battuta e sale 4-3. Sul servizio del britannico, i primi due punti di Andy vengono festeggiati con due pugnetti e anche per lui c’è un gioco a zero. I primi 10 punti conquistati sono tutti a favore di chi serve. Entrambi rivolgono lo sguardo al proprio box in cui ci sono i loro due rispettivi coach: Vajda e Becker per Djokovic; Mauresmo e Bjorkmann per Murray. Ancora gioco a zero per il serbo (12 punti di fila per chi batte) che è a un passo dalla sua 3a finale al Roland Garros nonché la 16a slam.
Arriva ora il primo punto messo a segno da chi non batte ed è di Djokovic che chiude un dritto al volo sul 40-0 per Andy. Ma lo scozzese non si fa sorprendere e pareggi 5-5.
Ma attenzione: è Andy a rompere gli indugi e a procurarsi 2 palle beak. Djoker si salva sulla prima con attacco e smash ma, sulla seconda, va fuori giri con il dritto e lo scozzese sale 6-5 e servizio. Ci sono 2 setpoint per il n. 3 del mondo ma ecco che Murray caccia un malaugurato dritto a rete. Ma il secondo è quello giusto: Andy continua ad incalzare il tennista di Belgrado che, alla fine, mette lungo il rovescio. 2 set pari con il serbo che perde, finora, il suo 2° set del torneo.
Si ricomincia. Un set vale la finale. Djoker sbaglia qualcosa in più poiché da 40-15, concede un doppio fallo e un rovescio sbagliato. Ma, alla fine, è lui ad andare avanti nello score e, come se non bastasse, Murray disputa un pessimo game di servizio concedendo cosi il break all‘avversario che sale 2-0. Arriva la svolta, il n. 1 del mondo prende il largo nel set sul 3-0. Il britannico si “scioglie” e perde progressivamente le misure, non riuscendo più ad essere competitivo. Il serbo sale ancora 4-1.
C’è un mini matchpoint adesso per Djokovic che approfitta di un gratuito sciagurato dell’avversario e, con i piedi sempre dentro il campo, non smette di far muovere a tergicristallo lo scozzese che, invece, sempre 2 metri oltre la linea di fondo, subisce l’1-5.
Niente da fare per Andy. La varietà del serbo (smorzate, attacchi e cambi di ritmo) viene premiata e ora ci sono per lui 3 matchpoint. Fallisce il primo ma chiude in bellezza con l’ace. In totale si registrano 48 errori per entrambi, ma a fare la differenza sono i 56 vincenti del serbo a fronte dei 36 dello scozzese.
“È stato un match molto diffcile, ho cominciato molto bene, ero solido e aggressivo e Andy ha ritrovato la fiducia” afferma uno stanco Djokovic “Ma è stato molto importante cominciare benissimo 5° set“.
[1] N. Djokovic vs [3] A. Murray 6-3 6-3 5-7 3-3 (sospesa) (da Parigi, Davide Zirone)
Alle 17.10 entrano in campo Nole e Andy, con lo Chatrier vuoto, perché stare oltre 3 ore seduti con 32° è quasi un’impresa anche per gli spettatori.
Lo scozzese tenta di ottenere la prima finale a Roland Garros dopo le semi del 2011 e 2014, mentre il serbo punta al Career Grand Slam, e ora che il suo incubo Rafa Nadal è stato sconfitto, la strada dovrebbe essere spianata verso l’olimpo del tennis. Murray e, eventualmente, Wawrinka permettendo.
Il britannico vince il sorteggio e preferisce iniziare spalle al sole, mentre Nole ha preferito scegliere di servire. I pochi presenti sono tutti schierati con il serbo, e in questo senso a poco serve la presenza della beniamina di casa Amélie Mauresmo, coach dello scozzese.
Livello di gioco altissimo fin dai primi game. Entrambi tengono la battuta ai vantaggi senza concedere palle break, con scambi lunghi da fondocampo spezzati dai dropshot del serbo. Dopo un quarto d’ora il punteggio è ancora fermo sull’1-1. Inutile descrivere le file createsi al di fuori dello stadio, con gli spettatori impazienti di gustarsi il match con una coppa di gelato in mano. Nonostante il “prenez vos places s’il vous plaît” dell’arbitro, ci vorrà almeno un minuto prima di poter riprendere il gioco. La prima palla break del set arriva sul 3-2, ma il numero 1 del mondo non riesce a convertirla mandando lungo un rovescio. Qualche minuto dopo è ancora lo scozzese ad andare in difficoltà, sbaglia un facile dritto al volo e si ritrova sotto 0-40 in battuta. Stavolta però non riesce a salvarsi e regala a Nole l’opportunità di servire per il primo set sul 5-3. Senza problemi Djokovic chiude il primo parziale 6-3 dopo 45 minuti.
La sensazione è che lo scozzese possa in qualche modo giocarsela, ma il serbo è stato più cinico ed ha sfruttato al meglio le poche (2) occasioni avute. Non a caso sono 17 contro 8 i vincenti a suo favore.
Nella pausa, prima del secondo set, c’è spazio per una standing ovation per l’ex campione Gustavo Kuerten, presente a Parigi per promuovere il suo libro. Sarà proprio Guga, vincitore qui nel 1997, 2000 e 2001, a consegnare domenica il trofeo durante la cerimonia di premiazione. Murray intanto si fa sorprendere nel secondo set sul 2-2, quando manda nuovamente fuori una facile volée di dritto e perde il servizio. Lo scozzese forza un po’ troppo il gioco per provare ad aggredire il serbo ma finisce col commettere troppi errori gratuiti. Deve anche salvare un’altra palla break prima di andare a sedersi sul 3-4. Ancor più irriconoscibile lo scozzese quando, ancora sul proprio servizio, Murray manda lungo un incredibile smash che vale il doppio break e il secondo set 6-3.
Nel terzo set, solo il warning per time violation sull’1-1 potrebbe fermare Nole. Ma non è così perché il serbo, imperturbabile – lancia pure in aria la racchetta -, ottiene altre due palle break sul 3-2. Solo in questo momento si vede una minima reazione dello scozzese che con il servizio si salva in un game delicatissimo e pareggia 3-3. Sul 5-5, Murray chiude un punto con un passante. Esulta platealmente chiedendo – e trovando – l’aiuto del pubblico. Mai in vita mia mi sarei immaginato di vedere 15.000 francesi fare il tifo per un inglese. Così l’inerzia del set viene ribaltata, il serbo appare presuntuoso, lo scozzese ne approfitta ottenendo il primo break del match e si offre l’opportunità di servire per il terzo set fra gli “Andy, Andy, Andy!” del pubblico. Ed ecco che Murray torna in partita e chiude 7-5 il terzo set (il primo vinto in una semifinale del Roland Garros).
Alla pausa, Djokovic esce per ricevere un trattamento medico (o per spezzare il buon momento dell’avversario?!), mentre Murray lo aspetta in campo pronto alla risposta. Così, al rientro in campo dopo quasi 7 minuti, il serbo viene accolto dai fischi del centrale. E lo stop non giova assolutamente allo scozzese che sul proprio servizio va sotto 0-40. Vince due punti a seguito di scambi interminabili da fondocampo e poi sfrutta un errore in allungo dell’avversario per raggiungere l’égalité. Andy rispedisce dall’altra parte ogni palla e così riesce a tenere la battuta e pareggiare 1-1 fra le urla del pubblico. Ma il bello deve ancora arrivare. Perché dopo pochi minuti è lui ad andare sopra 40-0 sul servizio avversario e quando il dritto di Nole si ferma sulla rete, la rimonta è quasi compiuta: break sul 2-1 e servizio a seguire. Ma lo scozzese perde lucidità e si fa sorprendere subito dopo concedendo a sua volta la battuta, 2 pari e tutto da rifare.
Adesso tocca a Novak, chiamare a sua volta il pubblico, battendosi più volte la mano sul petto. Il nervosismo dei due giocatori è palpabile, ad ogni punto parlano e cercano con lo sguardo i rispettivi coach… mentre in lontananza si iniziano a sentire i primi tuoni. Sotto 2-3 Andy concede due palle break ma le salva grazie al servizio e fa in tempo a vincere il game prima che la partita venga interrotta dopo 3 ore e 8 minuti per via di un’imminente tempesta.