“Jeu et quatrième manche Murray, 7 jeux à 5”. Risale a pochi giorni fa, l’ultimo parziale decisivo giocato a Parigi, tra Novak Djokovic e Andy Murray, anche se conclusosi in un battibaleno. Che il quinto set non sia roba da deboli di cuore, è oramai noto ai più. Nell’ultimo parziale di un match di tennis, mille e più varianti entrano a far parte dell’incontro e rischiano di impossessarsi di uno dei due giocatori fino ad influenzare il risultato. Prima fra tutte, è fondamentale la tenuta fisica: il set decisivo richiede una buona dose di lucidità atletica, in modo da arrivare in tempo sulla palla e colpire in maniera pulita, come se fosse l’inizio del match, dimostrando all’avversario, attraverso il body language (linguaggio del corpo) di averne ancora per un pò. Al di là dell’aspetto atletico, la forza mentale e la capacità di estraniarsi da ciò che è successo nei set precedenti diventa fondamentale, considerando che si arriva alla fase finale, o sulle ali dell’entusiasmo per una rimonta, o rimuginando su errori commessi precedentemente, magari su match point. Molto spesso, la quinta partita diventa una lotta psicologica con l’avversario che aspetta che tu faccia un passo falso o che mostri segni di stanchezza in modo da poter far breccia nel tuo gioco. In altri termini, nel parziale decisivo a volte non basta saper giocare meglio dell’avversario per portare a casa la partita; il quinto set rappresenta da sempre, una parte speciale di un match di tennis, capace di regalare epiloghi epici a scontri memorabili o crolli improvvisi di giocatori che hanno già dato tutto.
Fatto questo dovuto prologo iniziamo ad addentrarci più nello specifico, per capire chi tra i giocatori in attività e i grandi campioni del passato ha la miglior percentuale di vittorie quando il punteggio lo mette con le spalle al muro. Chiaro che, per l’analisi di tale statistica sono stati presi in considerazione solo i migliori giocatori di ogni epoca, che più hanno inciso in tale ambito, considerando che nella classifica dei più vincenti di sempre al quinto set, risulta in testa un certo Ross Case, australiano con un best ranking pari alla quattordicesima posizione, raggiunto nel 1976.
A fare da apripista non poteva che esserci Bjorn Borg, l’orso svedese, che con l’80% di vittorie al quinto set (24-6 lo score) si piazza in cima alla lista dei grandi. Impossibile scordare la vittoria a Wimbledon 1980 (dove tutti ricordano il famoso tie-break chiuso per 18-16 da McEnroe). Il secondo gradino del podio, in virtù dei minori match giocati, se lo aggiudica Bill Tilden, campione di 10 prove dello Slam, tra cui ben cinque vinte all’ultimo set (Us Open 1920-21-22-25-29, Wimbledon 1921), con uno score in carriera di 16 vittorie e 4 sconfitte (80%). Un inaspettato Kei Nishikori si assesta al terzo posto, con un invidiabile score di 11-3 al quinto (78,5%), considerando anche che ha peggiorato il suo record personale, perdendo al Roland Garros, da Tsonga. Segue a ruota nientepopodimeno che Rafael Nadal, com’era facile immaginare. Lo spagnolo vanta un record di 17 vittorie e 5 sconfitte, con una percentuale pari al 77,3. 3 le vittorie al quinto, su Roger Federer (Roma 2006, Wimbledon 2008, Australian Open 2009) 1 su Novak Djokovic (Roland Garros 2013). Quest’anno Rafa ha giocato e vinto un solo incontro al parziale decisivo: quello contro Smyczek in Australia, al secondo turno.
https://www.youtube.com/watch?v=elK42cXMM48
Al quinto posto troviamo Tommy Robredo (16-5 76,2%). Lo spagnolo si è reso protagonista di diversi match lottati al quinto, specie nell’edizione 2013 del Roland Garros, dov’è stato in grado di rimontare per tre volte consecutive uno svantaggio di due set a zero ed issarsi fino ai quarti di finale. In decisa ascesa c’è Novak Djokovic; il numero uno del mondo (24 vittorie e 8 sconfitte) ha il 75% di successi e quest’anno sembra intenzionato ad incrementare il suo bottino, viste le vittorie con Wawrinka in Australia e la già citata semifinale di qualche giorno fa contro Murray. Dopo Rod Laver (29-11 72,5%) troviamo proprio lo scozzese che, tutto sommato, non ha un record per nulla malvagio al set decisivo con un 17-7 che gli vale il 70,8% di vittorie. Alla nona posizione ecco un altro grande del passato: Pete Sampras, the king of swing sfiora i 70 punti percentuali, attestandonsi al 68,75%, con un attivo di 33-15. Da ricordare due suoi successi al fotofinish, in particolare, e cioè la vittoria su Boris Becker al Masters di Hannover nel 1996 (vi consiglio vivamente di guardare gli highlights del match) e il successo su Goran Ivanisevic, che nel 1998 gli regalò il quinto Wimbledon. Ultimo della top ten, è proprio Boris Becker che, con una sola vittoria in meno e lo stesso numero di sconfitte di Pete, chiude al 68,1% di vittorie al quinto set. Altro grandissimo match di cui è consigliata la visione è quello portato a casa dal teutonico nel Masters del 1988 contro Ivan Lendl (qui solo nell’ultimo spezzone di partita).
https://www.youtube.com/watch?v=OPsu-zL2Ah0
E gli altri big? Wilander, McEnroe e Ivanisevic si mantengono sopra la soglia del 65%. Ferrer, Lendl, Rosewall e Connors, rigorosamente in ordine di classifica, si attestano tra il 65% e il 60%. Dunque chi manca? Innanzitutto abbiamo Stefan Edberg che, nonostante un attivo discreto (26-19 con il 57,7% di vittorie) ha ottenuto più di una gioia al set decisivo. Si ricordino le finali degli Australian Open 1987 contro Pat Cash, e di Wimbledon 1990 contro Boris Becker. Non poteva poi mancare il kid di Las Vegas: Andre Agassi (27-22 55,1%). Lo statunitense ha vissuto a fasi alterne l’ebbrezza del quinto set, raccogliendo sia grandi vittorie che cocenti delusioni: da un lato le prime con, anzitutto il primo Slam di Andre a Wimbledon 1992 contro Goran Ivanisevic (video con commento in italiano di Rino Tommasi e Gianni Clerici). Per non parlare del suo primo e unico Roland Garros, vinto contro Medvedev nel 1999 e, qualche mese più tardi, del suo secondo Us Open, in rimonta su Todd Martin. Non solo grandi ricordi in finale per lui, ma anche qualche gioia in semi: chiunque abbia masticato un pò di questo infinito campione non può non ricordare la semifinale degli Australian Open 2000 vinta recuperando uno svantaggio di due set a uno, contro Pete Sampras. Parlavamo anche di delusioni per lo statunitense, come la sua seconda finale al Roland Garros 1991, persa da Courier.
Ma manca ancora qualcuno e quel qualcuno è l’uomo con più Slam in assoluto nell’Era Open: Roger Federer. Non che il quinto set sia il suo forte, ad onor del vero. Roger infatti vanta un record di 21 vittorie e 19 sconfitte con una percentuale del 52,5%, poco più di un match vinto ogni due giocati al quinto, 4 finali Slam perse al parziale decisivo (2 contro Nadal, 1 contro Djokovic e una contro Del Potro), più altre partite di qualità indiscussa come la finale al Masters 2005 contro Nalbandian, o la celeberrima finale al Foro nel 2006 contro Nadal. Statistiche alla mano, tra gli esaminati è di certo il peggiore (dietro anche al suo connazionale Wawrinka) ma qualche soddisfazione al rush finale se l’è tolta anche lo svizzero, specie sull’erba di Wimbledon: anzitutto nel 2007 contro Nadal, e poi sempre sull’erba dell’All England Club, contro Andy Roddick nel 2009, in una partita dal sapore storico, dal momento che ha permesso a Federer di superare Pete Sampras e diventare il numero uno di sempre per tornei dello Slam portati a casa.
https://www.youtube.com/watch?v=DFF1zbG3GY8