Il tennis americano è in crisi già da tempo e le aspettative che si riponevano sul gigante John Isner non sono state pienamente soddisfatte, complice forse anche una sopravvalutazione dei mezzi dell’americano, che ha raggiunto i quarti di finale in un torneo del Grande Slam solamente una volta in carriera, negli Us Open del 2011.
Da lì in poi i risultati, almeno nei major, sono stati piuttosto deludenti, avendo raggiunto come miglior risultato, solo il terzo turno nel Roland Garros dello scorso anno.
In un momento così particolare della sua carriera, l’americano non sembra però essere condizionato dai suoi risultati nei tornei del grande slam: “Non sono così disperato per non aver raggiunto i quarti di finale in uno Slam per la seconda volta. Certamente credo di poterci arrivare ancora una volta. I risultati nel Grand Slam sono stati un po’ deludenti da quel primo quarto di finale, ma non mi sto mettendo ulteriore pressione addosso per raggiungere la seconda settimana in uno slam”.
Un po’ di pressione, sembra però tradirla quando parla del momento del tennis americano e di come ci si sente ad essere il tennista numero 1 del suo paese: “Essendo il numero 1 americano mi sento un po’ come al microscopio. La gente può dire quello che vuole sul tennis americano, essendo però il numero 1, cerco di sopportarne il peso”