A. Krunic b. [19] S. Errani 6-3 6-7(2) 6-2 (da Londra, AGF)
Aleksandra Krunic elimina una dopo l’altra le componenti del doppio vincitore a Wimbledon 2014: Vinci al primo turno, Errani al secondo. Krunic ed Errani sono due delle giocatrici che coprono meglio il campo in fase difensiva: Sara con la sapienza tecnica nella gestione dei colpi difensivi, Krunic con l’atletismo tipico di una giocatrice di piccola statura: estremamente scattante e velocissima nelle inversioni di direzione.
Il match è l’ultimo in programma sul campo 18 e quando si comincia a giocare il caldo è sicuramente diminuito. In compenso si sente forse di più l’umidità.
Il primo set ha un andamento di punteggio semplice da raccontare: 3-0 per Errani (con due break all’attivo) e poi sei game consecutivi per Krunic. Nella prima parte Sara riesce a rispondere bene e a contenere i tentativi di accelerazione di dritto dell’avversaria; allunga gli scambi e spesso ha la meglio. Aleksandra tenta tre palle corte e con tutte e tre perde il punto. Ma quando il set gira tutto l’equilibrio si rovescia: Krunic serve prime palle sempre più incisive (fino a 115 miglia orarie), le palle corte diventano vincenti (3 su 3); e anche il suo punto debole, il rovescio lungolinea comincia addirittura a regalarle vincenti.
Ad inizio secondo set Sara riesce a tamponare l’emorragia; e così si procede tenendo i servizi sino al 2-2; il gioco è più equilibrato anche perché Errani ha registrato il rovescio, che nel primo set le aveva (insolitamente) causato diversi errori non forzati. Dopo un break/controbreak che porta al 3 pari, il set arriva fino al tiebreak, non senza un grosso rischio corso da Errani sul 4-4 15-40. Nella fase finale del secondo set, Krunic comincia a sentire la pressione del punteggio. Lo si capisce dal fatto che non si fida più del suo rovescio: non solo rinuncia a spingerlo, ma spesso cerca di evitare di utilizzarlo “girando” attorno alla palla per colpire inside-out con il dritto. Questa impostazione sull’erba è molto rischiosa perché la velocità di gioco costringe poi a coprire con difficoltà lo spazio lasciato sguarnito. Errani non perdona: approfitta del vantaggio tattico e anche se non riesce a chiudere il set sul 5-4 30-40 (Krunic si salva con un servizio vincente alla T), domina comunque il tiebreak: 7-2.
La partita è in parità: 3-6, 7-6. Ormai le giocatrici hanno consolidato i loro schemi: leggono con un certo anticipo le palle corte che così spesso si trasformano in corpo a corpo spettacolari, e si capisce che probabilmente vincerà chi saprà utilizzare meglio le proprie armi. E purtroppo per Sara, Krunic ha un servizio ben più incisivo e ritrova il coraggio di utilizzare il rovescio lungolinea. La combinazione di questi due colpi sposta definitivamente l’equilibrio del match, e determina il parziale di 5-2 che viene poi consolidato al terzo match point con l’ultimo turno di servizio ceduto da Sara: 2-6.
Sara è amareggiatissima per la sconfitta in una partita che probabilmente sentiva alla sua portata, e scaglia una pallina con tutta la sua forza verso il cielo: la parabola scavalca le alte tribune delle postazioni televisive e si perde nei vialetti retrostanti al campo. E così sotto gli occhi del capitano di Fed Cup Barazzutti, presente in tribuna, si è ulteriormente ridotta la presenza di giocatrici italiane a Wimbledon: a questo punto solo Camila Giorgi può sperare di accedere al terzo turno.
[1] S. Williams b. T. Babos 6-4 6-1 (da Londra, Laura Guidobaldi)
Partenza senza indugi per la n.1 del mondo e fresca vincitrice del Roland Garros Serena Williams che, in 16 minuti, si trova già in vantaggio 3-1 sull’ungherese Timea Babos (93 Wta). Tantissimi i ventagli fatti sventolare dagli spettatori accaldatissimi del Centrale per avere un po’ di refrigerio. Caldo soffocante e solleone oggi a Wimbledon, con tanto di 34° C, temperatura alquanto insolita in Gran Bretagna. Comunque, il match tra Serena e la Babos scivola sul far della sera e la frescura comincia ad alleviare giocatrici e spettatori.
La povera Timea viene tempestata dai proiettili impietosi di Serenona e, nonostante si prodighi in ogni modo per restarle attaccata, consegna il primo set per 6-4 in 35 minuti.
Una mia amica giornalista seduta accanto a me, ammirando le cannonate che partono dalle corde della n. 1 del mondo, rammenta la sua prima volta sul magico Centrale dei Championships: “Pensa” mi dice, “il primo match a cui ho assisitito qui sul centrale di Wimbledon è stato proprio quello tra Serena e Justine Henin nel 2007“. Erano i quarti di finale, vinti dalla belga in 3 set. Già, longeva e senza tempo la cadetta delle sorelle Williams che sembra scatenata oggi con i suoi indomiti siluri. Ma la Babos rivela carattere e tenacia, aggrappandosi con le unghie al match, cercando di far muovere l’avversaria e prendere la rete appena possibile.
Niente da fare. Arriva il break in apertura di secondo set per l’americana che poi sale 2-1 e servizio. Per un attimo, Timea ha a disposizione due palle break che, però, sfumano in un secondo; Serena le spazza via con 3 ace di fila messi ad hoc e rimette i puntini sulle “i”, prendendo il largo sul 3-1. La corsa continua e, con un vero e proprio sprint, la vincitrice di 20 slam conclude 6-4 6-1 in 59 minuti. Senza diritto di replica.
C. Vandeweghe b. [11] Ka. Pliskova 7-6(5) 6-4 (da Londra, AGF)
La testa di serie numero 11 Karolina Pliskova esce di scena al secondo turno per mano di Coco Vandeweghe. Sul campo 17 si affrontano due dei migliori servizi del tennis femminile. Anzi, forse si potrebbe dire i migliori due, Serena Willams a parte. Quando un confronto del genere si disputa sull’erba, l’ombra del tiebreak aleggia sul campo prima ancora che si cominci a giocare.
Pliskova vince il sorteggio e decide di ricevere; evidentemente spera in un servizio dell’avversaria ancora in rodaggio per ottenere il break in apertura. Ma Vandeweghe tiene senza rischi la battuta ed è invece lei ad avere una palla break nel game successivo. In realtà arrivata più per i demeriti di Karolina, che stecca due colpi in fase di costruzione del palleggio. Pliskova aumenta l’aggressività, verticalizza il gioco, costringe Coco ad arretrare e a sbagliare i passanti: con tre punti consecutivi si aggiudica il game.
Qui in sostanza si chiude la fase di assestamento e comincia quella in cui i servizi riescono a prevalere senza che arrivino palle break. Si deve aspettare l’ultimo turno di servizio del set perché ne arrivino addirittura quattro. Il game si trasforma in una dura lotta, ma Pliskova è attentissima con il servizio (anche con un paio di seconde davvero efficaci) a non concedere troppe chance all’avversaria. E così il tiebrak arriva davvero. Pliskova perde il punto al servizio sul 5-5 con uno slice lungo di un soffio, e Vandeweghe chiude 7-5.
La sorpresa del primo set è la risposta di rovescio di Vandeweghe, che ricordavo più deficitaria, e avrebbe dovuto essere un’opzione abbastanza sicura nelle direzioni di servizio di Pliskova. Invece la sua efficienza ha consentito a Coco di mettere pressione all’avversaria nelle fasi decisive del primo set.
Secondo set dall’andamento inatteso: Pliskova brekka Vandeweghe alla prima occasione. Sale 3-0, e sul 30 pari del quarto game manca una risposta di rovescio davvero semplice per andare a palla del break point. Quasi senza preavviso, da questo momento in poi l’inerzia del match si rovescia, con Pliskova fallosa e Vandeweghe di nuovo solida: infila cinque game di fila, da 0-3 a 5-3. Gli ultimi due game servono solo per definire il punteggio: 7-6, 6-4. Un rovesciamento sorprendente, difficile dire se motivato dal clima: sicuramente caldo, ma coperto. Nei pochissimi momenti in cui ha fatto capolino il sole si è capito che le condizioni avrebbero potuto essere ben più difficili.
15 ace per Vandeweghe, 7 per Pliskova. Ma il dato inatteso è il numero dei gratuiti: 24 Karolina e solo 21 Coco. È soprattutto questo a mio avviso che ha fatto la differenza.
[16] V. Williams b. J. Putintseva 7-6(5) 6-4 (Marco Lauria)
Una Williams in tono minore riesce con qualche patema di troppo ad avere la meglio sulla russa di passaporto kazako Julia Putintseva, no 95 della classifica WTA. Venus fatica a trovare le contromisure alla sua avversaria, che si spegne spesso sul più bello, non riuscendo mai a trasformare le innumerevoli occasioni che l’americana le concede sul suo servizio. La Putintseva lotta, corre e riesce sovente a trovare ottime soluzioni da fondo campo, facendo partita pari sin dalle prime battute e invitando la maggiore delle sorelle Williams a chinarsi e raccogliere i profondi back di rovescio che le causano più di un grattacapo. Dopo 70 minuti Venus piega la kazaka al tie-break assicurandosi il primo set. Nel secondo parziale l’americana trova una superlativa soluzione incrociata col rovescio dal centro del campo e strappa il servizio, trascinando il break sino al 6-4 finale. Ad attenderla al terzo turno la serba classe ’93 Alecksandra Krunic.
[Q] B. Mattek-Sands b. [7] A. Ivanovic 6-3 6-4 (Alberto Prestileo)
Arriva la prima sorpresa di giornata: Ana Ivanovic perde contro l’americana Bethanie Mattek-Sands in due set, 6-3 6-4. Una partita incredibile dell’americana, che dall’inizio alla fine tiene in mano il pallino del gioco, giocando in maniera aggressiva, prendendo sempre in anticipo la bella Ana, incapace di reagire e di trovare contro misure al gioco di Mattek-Sands. La 30enne americana, simpaticamente chiamata “lady Gaga” in virtù dell’abbigliamento curioso, conquista così, per la seconda volta in carriera, il pass per il terzo turno dei Championships, dove non giocava dal 2013. E come se non bastasse, si porta anche avanti negli scontri diretti con la serba: 2 – 1, con l’ultimo incontro risalente al 2013 sulla terra di Madrid. Un’ora e dieci di partita dunque, in cui Mattek-Sands è capace di mettere a segno 31 vincenti al netto di 18 errori non forzati; al contrario, Ivanovic va in negativo, mettendo a segno 13 vincenti contro 15 non forzati. Andando per ordine, la statunitense comincia il primo set sfruttando a pieno la totale assenza mentale della numero 7 del seeding, incapace ancora di entrare in partita. Proprio per questo, Mattek-Sands fa suoi i primi tre game della partita, brekkando immediatamente Ivanovic. Sul 3-1 e servizio per l’americana però, la serba prova a recuperare e controbrekka la 30enne avversaria. Tutto inutile però, perché al cambio di campo, Ana perde nuovamente il servizio, senza più recuperarlo. Arriva così il 6-3 in favore di Bethanie, protagonista d’una partita di altissimo livello. Livello che, per sua fortuna, riesce a mantenere anche lungo tutto il corso del secondo set, durante il quale strappa il servizio all’avversaria nel terzo gioco e salva tre break point nel quarto, prima di navigare a vele spiegate verso il 6-4 finale. Una partita praticamente perfetta per la nativa dell’Arizona, che si conquista così il diritto di affrontare Belinda Bencin al terzo turno. Per la Ivanovic, invece, continua un 2015 con più ombre che luci: dopo la semifinale agli Open di Francia, la 27enne non riesce a confermare il terzo turno ottenuto a Londra lo scorso anno, perdendo così importanti punti in classifica.
[23] V. Azarenka b. K. Flipkens 6-3 6-3 ( Ferruccio Roberti)
Per l’ ex numero 1 del mondo Vika Azarenka quello odierno non era assolutamente un secondo turno facile: la ventinovenne belga Kirsten Flipkens, sebbene attualmente sia scesa al novantaseiesimo posto delle classifiche Wta, è giocatrice che sui campi in erba esprime al meglio il suo potenziale, come testimonia la sua semifinale ottenuta ai Championship appena due anni fa, di gran lunga il risultato più prestigioso ottenuto in carriera. La bielorussa, tuttavia, ha confermato sin dalle prime battute di essere in netta risalita dopo l’infortunio che le aveva fatto saltare l’ ultima parte della scorsa stagione, con la contestuale discesa in classifica al 49esimo posto del ranking alla fine degli ultimi Australian open: dopo essere stata sotto nel punteggio per 3-2, l’ attuale numero 23 delle classifiche mette una marcia in più e chiude il primo parziale in trentasei minuti col punteggio di 6-3. Il secondo set ha come momento chiave la fine del terzo game: la Flipkens chiede un medical time-out al seguito del quale vi sarà l’ unico break del parziale, che risulta così decisivo per decidere il set ed il match. Buona prova per l’ Azarenka, incostante solo al servizio, ma con una giocatrice potente ed in forma come la Mladenovic, la quale l’ attende al terzo turno, dovrà dare ancora di più per riuscire ad arrivare alla seconda settimana del torneo.
[4] M. Sharapova b. [Q] R. Hogenkamp 6-3 6-1 (Francesco Gizzi)
Ben 118 posizioni di differenza nel ranking tra le due giocatrici e il campo le ha confermate proprio tutte quest’oggi. La Sharapova numero 4 del tabellone domina in due veloci set la giovane qualificata Hogenkamp, numero 123 del mondo capace di un bello e inatteso exploit nell’erba londinese. Troppo superiore la russa però e troppo modesta l’olandese anche solo per provare a mettere in difficoltà l’avversaria. Eppure qualche problema la Sharapova oggi lo ha avuto. Il servizio non era quello dei giorni migliori e così la russa ha concesso solo nel primo set ben 7 doppi falli , 3 di questi solo in un game (il settimo)disastroso che le è costato anche l’unico break subito nel match. Molto bene invece col rovescio in cross e in risposta, sempre molto profonda che impediva alla povera Hogenkamp di entrare e comandare lo scambio. Il secondo set è un assolo russo con l’olandese letteralmente travolta da un fiume in piena di vincenti che arrivavano da ogni parte del campo. Terzo turno quindi raggiunto in modo abbastanza agevole da una Sharapova che sembra in salute(in due match ha concesso solo 8 game) ma che qualche dubbio lo lascia soprattutto al servizio.
[30] B.Bencic b. A.L. Friedsam 7-5 4-6 6-0 (Roberto Dell’Olivo)
Salgono a tredici i successi di Bencic sull’erba, a dispetto di sole due sconfitte. Contro la ventunenne tedesca Friedsam non è stata però una passeggiata, come ci si poteva aspettare, con chiusura solo al terzo set, dopo un’ora e quarantasette minuti. Nel primo set la svizzera (numero 22 WTA) ha subìto il gioco della sua avversaria, che ben si adatta all’erba. Battute solide, anche sui 190 all’ora, rovesci in back, alternati ad attacchi bimani spesso ben seguiti a rete. La ventunenne tedesca (numero 87 al mondo) gioca tutto braccio, senza troppa paura, salvo sul 5-5 e servizio a disposizione, quando Bencic va in un attimo 0-40, con break realizzato al terzo tentativo. Belinda chiude poi con autorità il primo set in 42 minuti. Chi si aspetta un calo di Friedsman si sbaglia, la tedesca continua infatti a giocare a viso aperto, parte forte nel secondo, mancando la palla del 3-0, ma sale 5-4 e costringe al terzo set la svizzera, che commette doppio fallo sul set point. Fin qui 20 vincenti a 5 per la tedesca. Ma alla fine la maggior esperienza della più giovane Bencic fa la differenza. Tre break all’inizio del terzo set, con crollo più mentale che fisico per la tedesca, non abituata a mantenere a lungo questi livelli. In ventiquattro minuti finisce addirittura 6-0. E così Bencic raggiunge il terzo turno, eguagliando il risultato ottenuto l’anno scorso, quando perse da Simona Halep.
H. Watson b. D. Hantuchova 6-4 6-2 (Paolo Valente)
Gli organizzatori di Wimbledon non mancano certo di spirito patriottico, e lo dimostrano assegnando il palcoscenico del campo n.1 all’ultima inglese rimasta in tabellone, la n.59 del mondo Heather Watson, opposta alla slovacca Hantuchova, n.72 delle classifiche. La n.1 britannica ripaga la fiducia, superando la ex n.5 del mondo col punteggio di 6-4 6-2 e approdando per la seconda volta in carriera al terzo turno di Wimbledon. Nel primo set è la Hantuchova ad andare avanti, strappando il servizio all’inglese nel quarto game grazie a 3 doppi falli della Watson. La beniamina di casa reagisce immediatamente e infila un parziale di 4 giochi consecutivi, chiudendo il parziale 6-4. Il secondo set si apre con uno scambio di break, dopo il quale un nuovo parziale di 4-0 porta la Watson sul 5-1. La Hantuchova annulla un match point sul suo servizio ma nel game successivo la Watson chiude senza problemi. Nettamente superiore la Watson, capace di comandare il gioco da fondo e di contenere le fiammate di Hantuchova, troppo incostante e fallosa.
Risultati:
[1] S. Williams b. T. Babos 6-4 6-1
H. Watson b. D. Hantuchova 6-4 6-2
[4] M. Sharapova b. [Q] R. Hogenkamp 6-3 6-1
[16] V. Williams b. Y. Putintseva 7-5(5) 6-4
[21] M. Keys b. S. Voegele 6-7(6) 6-3 6-4
[Q] B. Mattek-Sands b. [7] A. Ivanovic 6-3 6-4
[22] S. Stosur b. U. Radwanska 6-3 6-4
[14] A. Petkovic b. M. Duque-Marino 6-3 6-1
[30] B. Bencic b. A. Friedsam 7-5 4-6 6-0
[23] V. Azarenka b. K. Flipkens 6-3 6-3
Z. Diyas b. [Q] A. Sasnovich 7-5 6-1
S. Stephens b. L. Davis 6-4 6-4
E. Kulichkova b. Y. Wickmayer 3-6 7-6(8) 10-8
[29] I. Begu b. L. Tsurenko 7-5 6-7(4) 7-5
C. Vandeweghe b. [11] K. Pliskova 7-6(5) 6-4
K. Mladenovic b. [W] J. Ostapenko 6-4 7-5
[6] L. Safarova b. S. Hsieh 6-2 6-3
A. Krunic b. [19] S. Errani 6-3 6-7(2) 6-2