[2] R. Federer b. S. Groth 6-4 6-4 6-7(5) 6-2 (da Londra, Laura Guidobaldi)
Roger Federer perde il primo set dall’inizio del torno contro Sam Groth, n. 69 Atp, per poi far suo il match in 4 set. Prestazione solida dello svizzero che si fa sorprendere soltanto al tie-break del terzo set. Il prossimo avversario sarà lo spagnolo Roberto Bautista-Agut.
L’attesa per l’ingresso in campo di Roger Federer non poteva essere scandita da atmosfera più solenne, con la presentazione dei special guest del sabato – solitamente personalità insigni dello sport – seduti nel royal box tra cui, in particolare, alcuni giocatori di rugby britannici, l’intramontabile Martina Navratilova, Boris Becker e l’ormai onnipresente mamma di Andy Murray, la biondissima Judy.
Tutti sono in trepidamente attesa: il pubblico british – accesissimo dopo l’impresa sfiorata da Heather Watson ieri, a due punti dall’estromettere Serena dai Championships – nonché gli immancabili e fedelissimi “Aussie Fanatics”, i fans dei tennisti australiani, onnipresenti quando i loro giocatori sono impegnati in campo. Ed ecco che l’ingresso sul Centre Court di Groth ma, soprattutto, di Roger Federer viene accompagnato da un boato appassionato e prolungato.
Lo svizzero ha vinto l’unico confronto con l’australiano, attualmente n. 69 del ranking, allo US Open 2014 con un triplo 6-4.
L’elemento che caratterizza il match di Groth è senza dubbio il servizio, seguito quasi sempre dalle discese a rete. Infatti, Sam comincia a scaricare bordate a non finire ma, nonostante ciò, è costretto a salvare una palla break sul 2-2. Ne concede un’altra con una volé di rovescio fuori misura. Ma si salva di nuovo, sempre grazie alla sua battuta supersonica servita a 142 miglia orarie. Tuttavia, con un’altra volé di Groth appoggiata a rete, l’elvetico spezza l’equilibrio di questo inizio di set e sale 3-2 e servizio. Il n. 2 del mondo conduce le danze con estremo controllo sul manto verde del centrale. Roger è centrato in tutto: servizio, volé, incrociati e lungolinea. Lo svizzero serve il proprio menù alla perfezione tant’è che intasca il primo set per 6-4 dopo soli 30 minuti di gioco.
La rapidità del gioco è una degli elementi chiave oggi in campo. I turni di battuta si svolgono velocemente, con i due tennisti che interpretano magnificamente il gioco da erba. Sam insiste con il serve&volley mettendo ovviamente grande pressione al n. 2 del mondo. Nonostante ciò, Federer riesce a strappargli il poderoso servizio in apertura di secondo set, intascando un prezioso vantaggio che gli permetterà di salire fino a 5-3 per poi suggellare con l’ennesimo ace il 6-4 del secondo parziale, dopo 59 minuti di gioco.
Finora, le armi dell’australiano si rivelano ancora troppo inoffensive per far male all’ex n. 1 del mondo, nonostante il servizio raggiunga livelli elevatissimi. Ed ecco infatti che per il tennista di Narrandera arriva il record del secondo servizio più rapido nella storia di Wimbledon, servendo a 147 miglia orarie e superando così Roddick e piazzandosi dietro a Taylor Dent.
I tifosi Aussie tentano di esibirsi nel consueto siparietto di incoraggiamento ma gli spettatori inglesi sembrano non gradire particolarmente, rispondendo loro con un timido e, forse, scherzoso “Schhhh”. L’australiano scende costantemente a rete ma, quando non chiude le prime volé, viene quasi sempre “infilzato” dai passanti di Federer, oggi inesorabilmente millimetrici e perfetti.
Il terzo set si svolge con perfetto equilibrio e si arriva al tie-break. I 7 punti decisivi saranno fatali allo svizzero, che si fermaa 5 ed è costretto a disputare un quarto parziale per conquistare definitivamente l’incontro. L’australiano sembra cedere alla stanchezza e ad un calo di tensione. I Championships per lui finiscono qui. Lo svizzero riparte in quarta e si assicura la presenza nella seconda settimana di Wimbledon con lo score di 6-4 6-4 6-7(5) 6–2. E sarà in buona conmpagnia poiché, per la prima volta a Wimbledon, gli svizzeri approdati alla seconda settimana londinese quest’anno sono ben 4. Oltre al tennista di Basilea, si qualificano Stan Wawrinka, Belinda Bencic e Timea Bacsinszky. “È davvero bello e simpatico che ci siano per la prima volta 4 svizzeri nei sedicesimi” ha esclamato Federer in conferenza stampa “e cercheremo di vincere ancora!”
[23] I. Karlovic b. [13] J. W. Tsonga 7-6(3) 4-6 7-6(2) 7-6(9) (Michele Gasperini)
L’uomo degli aces e dei tiebreak, Ivo Karlovic, non si smentisce ancora una volta: nel secondo in match in programma sul Court No.3, il croato, testa di serie No.23 in questo Wimbledon, con 41 aces (quindicesima occasione in assoluto in cui riesce almeno 40, terza in fila) riesce ad avere la meglio su Jo-Wilfried Tsonga, No.13 del seeding, senza mai breakkarlo, per la seconda volta su due in carriera al gioco decisivo del quarto set, ancora una volta ai Championships, accedendo agli ottavi di finale del torneo per la terza volta.
Il match vede, come ampiamente prevedibile, il dominio assoluto dei servizi, con scambi ridotti all’osso: solo nel settimo gioco, dopo un errore di dritto e un paio di seconde di troppo, il 36enne di Zagabria riesce ad avere una palla break, però prontamente annullata da una prima del francese. Si arriva quindi, senza altri sussulti, al tiebrek: Karlovic è implacabile, serve in modo irreprensibile e strappa due volte la battuta a Tsonga nel quarto e quinto punto, aggiudicandoselo con grande autorità.
La seconda frazione vede lo stesso canovaccio del primo, ma stavolta è Tsonga ad avere la chanche (unica) di break nel set, ed è bravo a sfruttarla, grazie anche un piccolo calo alla battuta di Ivo nel quinto gioco, rispondendo alla grande a due seconde di Karlovic, il quale non riesce ad evitare che le sue volée cadano in rete: Jo non si farà sfuggire l’occasione e porta il set fino in fondo, pareggiando i conti.
Non si fa spaventare il croato, implacabile, il quale continua a sparare bordate fulminanti al servizio: anzi, è il croato ad avere l’unica chanche di evitare il tiebreak, nel quarto gioco, ma ancora una volta la prima di Tsonga non concede possibilità: inevitabile il ricorso ad un altro gioco decisivo, speculare per molti versi al primo, con Karlovic bravo a tenere ogni servizio e a breakkare per due volte il francese, con due sapienti chip&charge e chiudendo al volo.
Il quarto set è la prosecuzione del terzo: nessuna chanche per i due tennisti, ingiocabili alla battuta, a parte due game dove Tsonga è costretto a salvarsi ai vantaggi, senza però concedere break point. Per la terza volta nell’incontro si rende omaggio a Jimmy Van Alen, e sarà senz’altro quello più emozionante: i due tennisti non concedono punti al ribattitore per i primi 19 punti, con Karlovic abile ad annullare due set point (il primo con un dubbio su un eventuale doppio tocco su una volée di dritto), mentre Tsonga cancella due match point con due dritti poderosi, ma è costretto a capitolare, sotto 10-9, alla risposta incisiva col dritto, su una sua seconda, del croato, bravo a chiudere col dritto successivo, urlando tutta la sua gioia. Karlovic attende ora, in ottavi, il vincente fra Murray e Seppi.
[6] T. Berdych b. P. Andujar 4-6 6-0 6-3 7-6(3) (Valerio Vignoli)
Il ceco Thomas Berdych, testa di serie n. 6 del tabellone, accede agli ottavi di finale battendo in 4 set il terraiolo spagnolo Pablo Andujar, n.37 del ranking ATP. Il finalista di Wimbledon 2010 fatica all’inizio e, in generale, non incanta, ma riesce comunque sconfiggere il suo coriaceo e coraggioso avversario. Nel primo set è appunto il tennista iberico a cominciare con il piede giusto, portandosi sul 3-1, grazie alla gentile collaborazione di un Berdych troppo falloso. Il ceco reagisce e si riporta sotto. Andujar però piazza un altro break e conquista meritatamente il parziale per 6-4. Il secondo set vede però scendere in campo il vero Berdych che rifila una sonoro bagel al suo avversario. Nel successivo parziale il nativo di Cuenca, finalista a sorpresa a Barcellona in questa stagione, continua a soffrire tremendamente sul proprio turno di battuta ed è costretto a cederlo nell’ottavo gioco. Il campione ceco ne approfitta e sale in vantaggio 2 a 1 nel computo dei set. Il quarto parziale sembra in discesa per Berdych che mette a segno il break sul 1 pari. Ma Andujar è un combattente nato e, dando fondo a tutte le sue risorse, risale la china, andando addirittura a servire per rimettere in discussione il match sul 5-3. Lo spagnolo non capitalizza la chance. Si giunge così al tiebreak dove ad imporsi per 7 punti a 3 è il favorito della vigilia che chiude la pratica in oltre due ore e mezza di gioco.
V. Pospisil b. [WC] J. Ward 6-4 3-6 2-6 6-3 8-6 (Cesare Novazzi)
“Partita di una giornata di mezza estate” potrebbe essere l’inizio di un racconto, invece è il primo set della sfida tra la wild card James Ward, numero 111 del mondo, contro il canadese Vasek Pospisil, numero 56. I due tennisti sembrano scendere in campo leggeri, un po’ assenti, quasi disturbati dal pubblico che applaude forte all’unisono ogni punto dell’inglese. Il servizio funziona bene per entrambi, ma la prima palla break arriva per il canadese che coglie subito il vantaggio e chiude il primo set indisturbato. Lo stato di torpore però si infrange alla prima occasione per Ward e di colpo la partita si accende. D’un tratto Ward non gioca più carezze, ma si serve del rovescio per spostare il suo avversario per poi chiudere con il diritto in avanzamento. Cambia anche il body language dei giocatori, ora più nervosamente lucidi: Ward cerca le rete e Pospisil invece cerca la supremazia da fondo, pronto a chiudere con il lungolinea di diritto. L’inglese sorretto dal tifo breakka ad ogni occasione il canadese e si porta in vantaggio di 2 set a 1, ma nel quarto subisce il rientro dell’avversario che coglie il vantaggio decisivo con una risposta di rovescio. Epilogo al quinto set, dove i tennisti tengono agevolmente i propri turni di servizio fino al tredicesimo gioco: Ward non mette la prima e concede due palle break. Salva la prima seguendo il servizio a rete, ma cede alla seconda. Il canadese serve per il match e chiude a rete; affronterà Troicki negli ottavi di finale.
[9] M. Cilic b. [17] J. Isner 7/6(4) 6/7(6) 6-4 6/7(4) 12-10 (Raffaello Esposito)
L’ultimo incontro di giornata sul campo 1 mette in palio l’accesso al quarto turno del torneo contro Kudla prima di un probabile quarto di finale contro il totem Nole nella parte alta. Oggi seeding e rank ATP coincidono, 9 Marin Cilic e 17 John Isner, con il croato campione a New York 2014 in vantaggio 4-0 negli scontri diretti. Cilic in carriera si è dimostrato molto più consistente di Isner negli Slam e, oltre allo squillo agli US Open dell’anno scorso, vanta una semi agli Australian 2010, i quarti a Wimbledon 2014 e tre quarti turni a Parigi. Lo statunitense di 208 cm ha come miglior risultato i quarti a Flushing Meadows 2011. “Vi prego, dateci qualche spunto” implorano i commentatori al termine di un primo set dominato dai servizi e deciso da due mini break contro uno nell’extra-set. Un game ai vantaggi è come il Gronchi Rosa, una rarità. Fra due picchiatori l’equilibrio è sempre sottile ma il croato sembra più in controllo, forse solo per la sicurezza mentale data dai precedenti. Nel secondo parziale l’andamento è identico, zero occasioni e sei pari. Apre ancora Cilic alla battuta e l’equilibrio si rompe nel quarto punto quando il croato mette in corridoio un dritto a campo aperto per lo sconforto di Goran in tribuna. Sul 4-6 Marin sembra morto ma con un improvviso passante di rovescio e un ace pareggia a sei. Tutto inutile perché subito dopo mette in rete una volée di rovescio fattibile e Isner non lo perdona chiudendo con un dritto lungolinea e strappando a Cilic il primo set da quattro anni a questa parte. Nel terzo set, dopo un’ora e mezzo di gioco, il vento cambia e improvvisamente fioccano le palle break: entrambi concedono occasioni e il primo a capitalizzare è Cilic che nel nono game brekka con una risposta vincente seguita da un dritto sulla riga. Si gioca fra continui boati provenienti dal pubblico del Centrale e della “Murray Mountain”, esaltato dalla lotta di Watson contro Serena. Il Croato però non si distrae e chiude sei quattro. Nel quarto le palle break scompaiono ancora dal tabellino e si giunge all’ennesimo sei pari. Inizia Isner e sui primi cinque punti quattro sono mini-break, due per parte. Lo strappo decisivo è di John che sfrutta un errore banale dell’avversario in volée incrociata per salire sei quattro. Un dritto lungo di Marin porta la contesa al quinto. Il croato sfrutta un nastro in risposta per brekkare al secondo game e volare sul tre zero ma si distrae colpevolmente subito dopo, va 0-40 e si fa riagganciare. Cilic comincia ad assomigliare vagamente al Mahut del 2010 e lo spettro di un quinto set infinito aleggia sul campo. Nel decimo game Marin prova a scacciarlo e va 30-40 con una risposta sulle stringhe dell’americano, che però annulla il match point da campione picchiando sulla riga con coraggio leonino e costringendo Cilic all’errore prima di pareggiare a cinque. Ora i due difendono strenuamente le rispettive battute, con Cilic che mette giù il trentaquattresimo ace battendo il proprio personale. L’incontro viene poi interrotto per sopraggiunta oscurità alle 21.21 sul punteggio di dieci pari. Del resto quando ci sono in campo i due primi detentori dei record di durata a Wimbledon sono i rischi del mestiere. Gli incisori di targhe del circolo sono già all’erta… E’ consuetudine a Wimbledon che gli incontri interrotti siano ripresi sullo stesso campo come secondo match di giornata. Ecco quindi che alle 15.45 ora locale i contendenti scendono nell’arena al termine di Wozniacki-Giorgi, ennesima occasione gettata al vento da Càmila. Si racconta che i due abbiano passato la notte a smontare ed oliare i rispettivi cannoni ma Cilic non conferma la voce, mette solo due prime e fatica a tenere il game, aiutato da due chiamate errate che danneggiano Isner. Contro ogni pronostico londinese il match termina subito dopo con un gioco che va raccontato. Cilic è aggressivo in risposta, passa di dritto incrociato e va 15-40 con due match points. Isner annulla con due aces ma l’avversario si procura una terza occasione con una gran smorzata che John vanifica andandosi a prendere il punto a rete. L’americano va a vantaggio interno, commette doppio fallo e subito dopo Cilic lo passa di dritto lungolinea. Il quarto match point è quello buono perché la prima palla è lunga… e la seconda larga. Con contrappasso dantesco è stato un doppio fallo a decidere un match dominato dai servizi.
[20] R. Bautista-Agut b. [Q] N. Basilashvili 7-6(4) 6-0 6-1 (Daniele Vallotto)
Ci si aspettava forse qualcosa di più da Nikoloz Basilashvili dopo la vittoria su Feliciano López ma di fronte all’intelligenza e alla solidità di Roberto Bautista-Agut, il suo tennis senza acuti si è inceppato al punto di arenarsi in un secondo set nel quale ha vinto appena due punti al servizio. Per Bautista è la terza volta tra gli ultimi sedici in uno Slam, la prima a Wimbledon; ma le chance di arrivare per la prima volta ai quarti sono piuttosto basse, dovesse esserci Federer. Ad ogni modo Bautista ha dimostrato che quando l’avversario è alla portata non ci perde neanche per sbaglio: oggi Basilashvili ha avuto poche possibilità di breakkare e quando le ha avute lo spagnolo non ha tremato. Il copione della partita, del resto, è stato scontato quanto il tennis poco spumeggiante di Bautista. Nel primo set c’è stato equilibrio ma era Bautista-Agut a giocare un pelino meglio: logico che il tie-break lo vincesse lui grazie al mini-break sul 5-4. Poi lo spagnolo ha breakkato in apertura di secondo e ha annullato tre palle break consecutive prima di trovare il secondo break che ha di fatto chiuso la contesa. Si è giocato un altro set e mezzo, a dire il vero, ma il sogno del georgiano si era infranto su quei sette punti persi di fila tra la fine del primo e l’inizio del secondo set, crudele prologo degli undici game consecutivi che hanno ammazzato il match.
[22] V. Troicki b. D. Brown 6-4 7-6(3) 4-6 6-3 (Giovanni Vianello)
Non ha mancato di offrire spettacolo Dustin Brown, attuale 102 del mondo ma che progredirà al termine dei Championships, ma alla fine, nella cosiddetta prova del nove, a prevalere è stato nettamente Troicki, tds 22 e n.24 del ranking. Il gioco estemporaneo e variopinto del tedesco ha qualche volta messo in difficoltà il serbo, ma nel complesso Troicki è riuscito, grazie a numerosi passanti e lob vincenti, a non subire troppo l’offensività del teutonico di origine giamaicana. Nel primo set Troicki ha dovuto salvare qualche palla break, ma nel decimo gioco, in cui serviva Brown, il tedesco non ha retto alla pressione ed ha concesso il break decisivo per il 6-4. Il secondo set ha visto Brown portarsi avanti inizialmente 3-1, ma Troicki ha poi riagganciato l’estroso avversario ed ha portato il set al tie-break, dove un preciso passante del serbo ha deciso le sorti del parziale a favore di Troicki. Nel terzo set il gioco è stato molto legato ai servizi, con Brown che è riuscito ad aggiudicarsi la frazione con un break nel decimo gioco. Nel quarto set c’è stata poca lotta, Troicki si è presto portato avanti di un break ed ha strappato la battuta all’avversario in un’altra occasione nel nono gioco, portandosi definitivamente a casa il match.
Risultati:
[2] R. Federer b. S. Groth 6-4 6-4 6-7(5) 6-2
[22] V.Troicki b. D. Brown 6-4 7-6(3) 4-6 6-3
[20] R. Bautista Agut b. [Q] N. Balashvili 7-6(4) 6-0 6-1
[23] I. Karlovic b. [13] J.W Tsonga 7-6(3) 4-6 7-6(2) 7-6(9)
V. Pospisil b. J. Ward 6-4 3-6 2-6 6-2 8-6
[6] T. Berdych b. P. Andujar 4-6 6-0 6-3 7-6(3)
[12] G. Simon b. [18] G. Monfils 3-6 6-3 7-6(6) 2-6 6-2
[9] M. Cilic b. [17] J.Isner 7-6(4) 6-7(6) 6-4 6-7(4) 12-10