[1] S. Williams b. [16] V. Williams 6-4 6-3 (da Londra, AGF)
Quando si affrontano due giocatrici dalla carriera lunga e vincente come Venus e Serena i numeri sono infiniti. Sono in campo 27 Slam (20 Serena, 7 Venus), di cui dieci Wimbledon (5 per parte). A Wimbledon si sono incontrate cinque volte: 3-2 per Serena. Solo la prima partita non è stata una finale (una semifinale nel 2000) e quindi il confronto a livello di ottavi di finale è del tutto inedito. Ultima partita in uno Slam: finale di Wimbledon 2009, vinta da Serena.
Prima ancora se si cominci, la partita si può interpretare in due modi. Chi è convinto che la gran parte dei match tra le Williams sia stata decisa prima, a tavolino, non può che ritenere scontato l’esito: Serena è alla caccia del Grande Slam, sarebbe assurdo pensare che sia proprio la sorella a interromperle la rincorsa al successo epocale.
Chi invece ritiene che se la giocheranno, e sarà il campo a decidere, pensa che una minima possibilità a Venus vada concessa. Senza dimenticare però che Serena nel 2015 ha perso un solo match e quindi batterla appare una impresa ai limiti dell’impossibile per chiunque, e che tra le due ci sono 15 posti in classifica di differenza.
Il clima della giornata è quello ideale per giocare a tennis: temperatura mite, vento quasi assente. Il solo è tendenzialmente nascosto dalle nuvole, salvo qualche raro scambio ogni tanto. Venus serve per prima e perde il game a zero. Serena a zero tiene la propria battuta. Otto punti di fila per lei, soprattutto per gli errori (forzati e no) di Venus. Venus comincia a carburare con il servizio nel turno successivo (2-1) e anche in risposta nel quarto game. Si procura prima una palla break (annullata da Serena con una prima), poi grazie ad un insidioso rovescio slice una seconda, convertita con la collaborazione di un rovescio lungo di Serena: 2 pari. Che inizi davvero la partita? Serena brekka di nuovo immediatamente e si riprende un margine di sicurezza, poi consolidato con la battuta: 4-2.
Con Venus in campo lo strapotere fisico che Serena normalmente mostra nei confronti della altre giocatrici si nota meno; Venus dà l’impressione di non soffrire più di tanto la potenza della sorella più giovane: risponde spesso piuttosto bene, e non serve poi tanto più lentamente. Ma è soprattutto negli altri settori del gioco che la numero uno del mondo appare superiore: più incisiva sulla diagonale dei rovesci, e meno fallosa con i dritti. Anche i gratuiti veri e propri (per quanto questa sia sempre una definizione opinabile) sono in numero inferiore. Il set registra in sostanza la maggiore solidità complessiva di Serena e non basta certo il tifo dello stadio (in larga parte schierato con Venus) a spostare i valori.
Dal 4-2 entrambe tengono la battuta senza particolari problemi, per l’inevitabile 6-4.
All’inizio del secondo set comincia ad alzarsi un po’ di vento, che rende più complesso gestire le traiettorie. Serena tiene i propri turni di servizio con più facilità, Venus deve annullare due palle break in apertura e un’altra nel terzo gioco. La partita è piacevole, non mancano gli scambi spettacolari e certamente la palla viaggia a grande velocità. Ma non si esce dalla situazione del primo set: più solida e costante Serena, che infatti nel fatidico settimo gioco risponde meglio e brekka la sorella più anziana alla terza occasione del game (grazie ad un doppio fallo di Venus). Non è affatto una sorpresa, perché sempre più spesso accade che Serena riesca a conquistare campo, togliendo il tempo a Venus e conducendo addirittura lo scambio con i piedi dentro il rettangolo di gioco. E da quella posizione i vincenti si fanno più frequenti. Serena ormai sembra dilagare: un ace a scagliato 121 miglia orarie sancisce il 5-3, e la partita si chiude rapidamente con il secondo break consecutivo ceduto (a zero) da Venus: 6-4, 6-3.
Alla fine il dato che più sinteticamente illustra il confronto è quello dei vincenti: Serena 36, Venus 15 (22 a 6 il solo secondo set). Errori non forzati 13 a 12.
Un lungo abbraccio, abbastanza insolito nei fine match tra le sorelle, chiude la partita; l’impressione è che entrambe comincino a considerare speciali alcune situazioni della loro carriera, visto che non è detto che possano ancora ripetersi (non si incontravano a Wimbledon da sei anni). È quello che poi conferma Serena nella breve intervista rilasciata immediatamente all’uscita dal campo.
[23] V. Azarenka b. [ 30] B. Bencic 6-2 6-3 (da Londra, Laura Guidobaldi)
“Vedremo. Non posso prevedere il futuro“. Questa la risposta un po’ stizzita da parte di Victoria Azarenka rguardo alla sua previsione sul match di quarti di finale contro Serena Williams. Si avverte un certo nervosismo e un po’ di tensione nel rispondere ai giornalisti da parte dell’ex n. 1 del mondo, forse perché gli organizzatori le hanno modificato all’ultimo momento l’orario della conferenza stampa. Comunque, la bielorussa ha liquidato rapidamente la pratica Belinda Bencic con un perentorio 6-2 6-3. L’ex n. 1 del mondo ha prodotto in campo un tennis solidissimo e soprattutto estremamente aggressivo mettendo a segno ben 29 vincenti a fronte dei 15 della 18enne elvetica; conquista inoltre l’85% dei punti vinti con la prima si servizio, perdendo una volta soltanto la battuta e conquistando in tutto 59 punti contro i 43 dell’avversaria. “Quello che conta di più per me è lavorare duramente, migliorare e progredire sempre di più. Domani giocherò con una delle giocatrici più forti di tutti i tempi, cercherò di rimanere concentrata, eseguire al meglio il mio gioco. Domani è un altro giorno e un altro match”. Nei confronti diretti, l’americana è in vantaggio per 16 a 3 e l’ultimo successo di Vika su Serena risale al 2013, durante la finale del torneo di Cincinnati. L’ultimo scontro tra le due è avvenuto al 2° turno del Roland Garros 2015, un match vinto dalla n. 1 del mondo al terzo set e nel quale si è verificata una querelle tra le due a causa di una chiamata dell’arbitro che ha mandato su tutte le furie la bielorussa.
[20] G. Muguruza b. [5] C. Wozniacki 6-4 6-4 (Giovanni Vianello)
In una partita non propriamente da erba, la n.20 del seeding e del mondo Garbine Muguruza, giovane spagnola emergente, ha sconfitto la ben più celebre ed esperta Caroline Wozniacki, n. 5 del seeding e del ranking; manca così per l’ennesima volta l’accesso ai quarti a Wimbledon la danese. Nonostante le origini iberiche, la giocatrice che ha mostrato la maggior attitudine offensiva, con molte accelerazioni e qualche discesa a rete è stata la Muguruza; la Wozniacki è invece rimasta ancorata alla linea di fondo per quasi la totalità del match, e la strategia difensiva ha finito per dimostrarsi perdente. Nel primo set entrambe le giocatrici hanno mostrato di essere molto buone in risposta, arrivando spesso a mettere in difficoltà l’avversaria al servizio; a prevalere è stata la spagnola, che ha operato il break decisivo nel settimo gioco. Nel secondo set l’unico momento in cui la Wozniacki è sembrata poter ribaltare le sorti del match. La danese è infatti andata avanti 2-0, ma è stata subito rimontata. Nel nono gioco della seconda frazione la Wozniacki ha concentrato molti errori, ed ha subito il break a zero. Nel decimo e decisivo gioco, la danese ha avuto palla break, ma ha risposto male ad una seconda della spagnola ed infine la Muguruza ha tenuto il servizio finale
[4] M. Sharapova b. Z. Diyas 6-4 6-4 (Emanuela Palmieri)
Il match comincia con una Diyas che, a differenza dell’unico precedente fra le due, agli AO, dove era stata battuta nettamente, dà l’impressione di voler combattere con le unghie e con i denti per non lasciar scappare subito avanti Sharapova, ma la situazione di equilibrio dura solo fino a quando, a partire dal quarto game, la russa non decide di premere il piede sull’acceleratore e da qui è Sharapova a tenere in mano le redini del gioco. Però, anche se in svantaggio, Diyas non si arrende e così, quando Sharapova serve per il set, si lascia distrarre dalla grinta dell’avversaria facendosi breakkare, ma si riprende subito e vince comunque il set per 6-4. Anche nel secondo set Diyas continua a mostrare di non volersi arrendere alla superiorità della russa e cerca quindi di mettere in campo un tipo di gioco che dà molto fastidio a Sharapova, tanto che la campionessa siberiana perde la concentrazione giocando un terzo game disastroso e poi deve sudare non poco per recuperare il break e portarsi a casa il match vincendo anche il secondo set per 6-4.
C. Vandeweghe b. [6] L. Safarova 7-6(1) 7-6(4) (Michele Gasperini)
Risultato a sorpresa nel primo incontro in programma sul Court No.3, in questo secondo lunedì di ottavi di finale: la testa di serie No.6, finalista del Roland Garros e ultima semifinalista di Wimbledon 2014 rimasta in gara, Lucie Safarova, è stata eliminata in due tiebreak dall’americana Coco Vandeweghe, No.47 al mondo e al primo quarto di finale Slam in carriera, brava a sfruttare una giornata non particolarmente buona della ceca, fallosa, poco determinata e poco concreta nei momenti decisivi (2/9 nelle palle break), con l’americana abile soprattutto a servire molto bene, come testimoniano i 9 aces finali.
Partita che, inizialmente, sembra pendere più dalla parte di Safarova, con Vandeweghe non ancora centrata con la battuta e, probabilmente, nervosa per il primo ottavo Slam. Dopo due break point salvati grazie al servizio nel settimo gioco, la statunitense è costretta a capitolare nel turno successivo, vittima di un doppio fallo e due errori di rovescio, mandando così la ceca a servire per il set: chance che sfrutterà malissimo Safarova, la quale, inspiegabilmente divenuta frettolosa e fallosa, sparacchia fuori di metri tre agevoli colpi di costruzione, regalando di fatto l’immediato controbreak alla sua avversaria. Non ci saranno altre possibilità per le tenniste in ribattuta, e si va così al tiebreak: il gioco decisivo non avrà storia, Vandeweghe scappa subito 5-0, complici due gratuiti della ceca, chiudendo con un ace 7 punti ad 1.
Riesce a ripartire bene, nella seconda frazione, Lucie, la quale, dopo due agevoli turni di battuta, va avanti 0-40 nel quarto gioco: ma, ancora una volta, gli errori nei momenti caldi condannano la ceca, finendo col non sfruttare l’occasione. Il set prosegue senza sussulti fino al 3-3, quando stavolta è Vandeweghe a costruirsi una chance di break grazie a due sontuosi rovesci in cross, convertendola subito grazie ad un’importante accelerazione di dritto. Safarova non cede e reagisce: nel game successivo va subito 0-30 e, dopo due servizi vincenti dell’americana, riesce a controbreakkarla, riportandosi nel match. Come nel primo set, non ci saranno altre sorprese nei turni di battuta successivi e si andrà al tiebreak: stavolta il gioco decisivo è molto equilibrato, entrambe ingiocabili alla battuta sino al 4-3 Vandeweghe: la ceca smarrisce un dritto, dopo un’accelerazione di rovescio della sua avversaria a seguito di una debole seconda, e regala quello che si rivelerà essere il minibreak decisivo: nei due punti successivi l’americana realizzerà un ace e un servizio vincente, conquistandosi così il pass per i quarti di finale dopo un’ora e 50 minuti. Al prossimo turno affronterà Maria Sharapova che ha battuto Zarina Diyas con un duplice 6-4.
[13] A. Radwanska b. [28] J. Jankovic 7-5 6-4 (da Londra, Roberto Salerno)
Con i fari spenti e le luci della ribalta lontane da lei, la “maga” forse sta tornando. Grintosa come raramente abbiamo avuto modo di vederla, con il solito elegante gioco in grado di non dare ritmo all’avversaria di turno, Agnieszka Radwanska potrebbe essere la sorpresa del torneo. Oggi aveva di fronte Jelena Jankovic, che sabato aveva eliminato la detentrice del torneo e sembrava anche lei in gran spolvero.
In effetti è stata una buona partita, con le due ragazze che non mollavano mai, anche se si era capito abbastanza in fretta che Aga oggi aveva qualcosa in più della rivale. Agnieszka era ingiocabile sul proprio servizio e sempre pronta ad approfittare dei momenti di incertezza di Jelena che cominciava dei continui dialoghi col suo angolo, proprio sotto la tribuna stampa. Il primo set ha avuto un sussulto tra il quarto e il quinto gioco quando le due ragazze si sono scambiate il break per poi filare fino al nono game. Lì forse hanno messo in mostra il loro peggior difetto, una tenuta nervosa decisamente rivedibile. Così Jelena mandava Aga a servire per il primo set, ma la polacca si incartava clamorosamente. Però oggi Aga era decisa a non mollare e si procurava una seconda opportunità che stavolta non mancava.
Il secondo set non era tanto diverso dal primo. Aga prendeva un vantaggio nel quinto game ma non risuciva a tenerlo. Ancora una volta Jelena perdeva il turno di servizio sul 4 pari e stavolta Agnieszka non si faceva sfuggire l’occasione. Adesso l’attende Madison Keys, sperare non costa nulla.
[15] T. Bacsinszky b. M. Niculescu 1-6 7-5 6-2 (Cesare Novazzi)
Si affrontano per accedere per la prima volta ai quarti di finale a Wimbledon, la svizzera tds numero 15 Bacsinszky e la numero 48 del ranking WTA Monica Niculescu. La tennista elvetica sta facendo di questo 2015 la sua stagione migliore con la semi al Roland Garros ed è in forte ascesa dopo aver eliminato Lisicki. Inizio di match molto duro per Bacsinszky che non riesce mai a leggere il diritto dell’avversaria giocato in backspin molto profondo. La Niculescu serve molto bene e con un rovescio lungolinea vince il primo parziale per 6 a 1. Nel secondo set la svizzera inizia ad abituarsi al gioco dell’avversaria e cerca di impostare il match sullo scambio da fondo. Dopo break e controbreak, Bacsinszky riesce a chiudere la seconda frazione in suo favore, trovando potenza nei colpi, specialmente nel diritto. Il parziale decisivo vede la svizzera sempre in comando dello scambio, Niculescu perde fiducia e il suo diritto non rimbalza più così basso. Bacsinszky dilaga ad inizio set per poi chiudere 6 a 2.
[21] M. Keys b. [Q] O. Govortsova 3-6 6-4 6-1 (Paolo Valente)
Madison Keys supera la qualificata bielorussa Olga Govortsova e approda per la prima volta in carriera ai quarti di finale di Wimbledon. Un match più complicato del previsto per la 20enne speranza americana: a dispetto della differenza di ranking (n°21 Keys, n°122 Govortsova, che però è stata n°35 nel giugno del 2008) è stata infatti la bielorussa a prendere subito in mano la partita, aggredendo soprattutto col rovescio, non dando alla Keys la possibilità di colpire coi piedi per terra e far valere la maggior pesantezza di palla. La tds n°21 del seeding ha pagato una bassissima percentuale di prime palle nel primo set (41%), cedendo il servizio due volte consecutive e perdendo il parziale 6-3. Nel secondo è stata l’americana a fare per prima il break, restituendolo però subito, annullando pure due pericolose palle del 3-4 e chiudendo poi 6-4. Nel terzo set i sei match giocati fra qualificazioni e main draw da Govortsova si sono fatti sentire e la Keys ha incamerato comodamente il parziale per 6-1. La bielorussa esce dal torneo a testa alta ma può recriminare sulle occasioni fallite, in particolare quando ha mancato la palla del 5-5 nel secondo e quando non ha tenuto il servizio da 40-15 dopo aver preso subito il break nel terzo.
Risultati:
[1] S. Williams b. [16] V. Williams 6-4 6-3
[23] V. Azarenka b. [30] B. Bencic 6-2 6-3
[4] M. Sharapova b. Z. Diyas 6-4 6-4
C. Vandeweghe b. [6] L. Safarova 7-6(1) 7-6 (4)
[20] G. Muguruza b. [5] C. Wozniacki 6-4 6-4
[15] T. Bacsinszky b. M. Niculescu 1-6 7-5 6-2
[21] M. Keys b. [Q] O. Govortsova 3-6 6-4 6-1
[13] A. Radwanska b. [28] J. Jankovic 7-5 6-4