Esattamente 18 anni dopo la sua vittoria nel singolare di Wimbledon, Martina Hingis ieri è tornata sul gradino più alto di Church Road nel torneo di doppio femminile, vinto in tre lottatissimi set contro le tds n.2 Makarova-Vesnina, (“Wimbledon doppio femminile: miracolo Hingis/Mirza, rimontate Makarova/Vesnisna”). Era il 1997 infatti quando una ragazzina svizzera di origini slovacche, non ancora diciassettenne, vinse il titolo singolare di Wimbledon superando in finale la navigata ceca Jana Novotna 2-6 6-3 6-3. Quello fu l’anno magico di Martina, capace di completare tre quarti di Slam mancando solo la finale del Roland Garros contro la croata Iva Majoli.
Già alla fine di Marzo di quell’anno (31 Marzo), diventa la n.1 del mondo più giovane della storia, a soli 16 anni 6 mesi e un giorno. A questi successi nei Major vanno aggiunte le due affermazioni all’Austalian Open del 1998 e 1999, infilando così un filotto di tre titoli consecutivi nello Slam australiano iniziata nel 1997. Questi successi le sono valsi, nel 2013, l’ingresso nell’ International Hall of Fame (“Martina Hingis e Ion Tiriac nella Hall of Fame”).
Dopo il precoce ritiro nel 2002 a causa di continui problemi alle caviglie e ai piedi, la Hingis è tornata alle competizioni nel 2006, riuscendo a vincere il titolo degli Internazionali d’Italia a Roma in finale su Dinara Safina e a rientrare tra le Top Ten, chiudendo al stagione al n.7 del ranking WTA. Nel 2007 arriva il secondo ritiro dopo che a Wimbledon risulta positiva a un test antidoping sull’uso di cocaina, accusa da lei sempre respinta (“Non ho mai assunto volontariamente sostanze stupefacenti”), pur avendo deciso di non ricorrere contro la squalifica per due anni a quel punto inevitabilmente imposta dalla ITF.
Nel 2013 rientra per la terza volta nel circuito, per concentrarsi nei tornei di doppio, affiancandosi a diverse tenniste fra cui anche la nostra Flavia Pennetta, con la quale raggiunge la finale degli US Open 2014: la svizzera e l’azzurra vengono sconfitte da Ekaterina Makarova ed Elena Vesnina (“Pennetta – Hingis, che peccato!”), le stesse che erano state sconfitte dalla Hingis e da Sabine Lisicki nella finale di Miami 2014. Quest’anno sono arrivati i successi in coppia con Sania Mirza nei tornei americani di Marzo di Indian Wells e Miami e il successo di ieri a Wimbledon, di fatto il quarto dopo il sopra citato successo in singolare del 1997 e quelli di doppio del 1996 e del 1998.
Insomma, una terza vita tennistica certamente brillante, seppur limitata a un palcoscenico secondario come il doppio di oggi, da molti definito ininfluente vista la scarsissima propensione delle giocatrici migliori a parteciparvi (impietosa la definizione a riguardo di Rino Tommasi: “Il doppio è ormai un malato terminale”).
Tutti però a questo punto si aspettano la partecipazione della Hingis alle Olimpiadi di Rio del prossimo anno, magari in coppia nel doppio misto con un certo Roger Federer…