Come riportato da www.livetennis.it, è un Daniele Bracciali “sgomento” ma deciso a non mollare quello che esce dalla sentenza di condanna del processo di primo grado del Tribunale Federale FIT: “La decisione è del tutto ingiusta: né io né Potito (Starace, ndr), abbiamo mai commesso illeciti sportivi né tantomeno di natura penale. Ho già chiesto ai miei legali (gli avvocati Alberto Amadio e Filippo Cocco) di fare ricorso in appello, nella speranza che questo venga svolto il prima possibile e pubblicamente. Non ho nulla da nascondere e la presenza della stampa servirebbe a mostrare a tutti le nostre istanze difensive, dato che i danni alla nostra immagine non potrebbero essere cancellati nemmeno da un giudizio finale di assoluzione”.
Di “sentenza fondata su elementi solo presuntivi e non condivisibili, a fronte di un quadro probatorio ampiamente a favore degli indagati”, parla l’avvocato Amadio, che denuncia apertamente “violazioni processuali” da parte della Corte di Primo Grado. “Lunedì 10 Agosto presenteremo pertanto richiesta d’appello congiuntamente a quella d’immediata sospensione della sentenza di primo grado“.
Sulla stessa linea l’avvocato Filippo Cocco, che parla di violazione dell’art. 111 della Costituzione, che tratta di “giusto processo”. Secondo il dr. Cocco, “le presunte accuse sono state superate da prove contrarie che non sono nemmeno state prese in considerazione. Basti pensare che tutti i tennisti ascoltati dalla Procura hanno escluso di essere mai stati avvicinati da Bracciali, ma le loro testimonianze non sono state mai considerate. Inoltre, il consulente della difesa, generale Umberto Rapetto, non è stato ammesso a testimoniare e la sua consulenza non compare mai nel dispositivo della sentenza“.
Attendiamo dunque le eventuali dichiarazioni di Potito Starace e soprattutto il giudizio in Appello per fare luce su questa brutta vicenda, che sta portando esorbitanti danni d’immagine al tennis italiano.