Quattro rapidissimi passi a sinistra, assumere la posizione della rana e scaricare tutto il peso del corpo su una pallina che in 100 anni non aveva mai avuto tanto campo sotto di sé. Quella diagonale rovescio contro rovescio che la biomeccanica del tennis ha sempre imposto come quella più gentile da un certo momento in poi si è capovolta diventando l’autostrada in cui la nuova generazione di tennisti può scaricare tutta l’energia cinetica del colpo biomeccanicamente più potente: il dritto. Ma non quel dritto old style che (percentualmente) instaurava un virile ma corretto braccio di ferro con l’altro dritto dall’altra parte del campo, un nuovo dritto giocato là dove prima si colpiva il rovescio, con il non trascurabile vantaggio di andare a impattare proprio sul quel rovescio che la natura vuole più bello, più vario ma intrinsecamente meno potente (a meno che tu non sia un polacco nato in svizzera).
La morale della storia è che chi riesce a fare per primo quei quattro passi e impostare lo scambio e la partita con questi presupposti, salvo miracoli, porterà a casa il punto e il match. Per un’analisi approfondita delle dominanze sulle diagonali del tennis moderno e le sue implicazioni rinvio all’ottima analisi di Luca Baldissera. Il dritto anomalo è stato il grande protagonista ed è il colpo dominante del tennis del secondo millennio. Probabilmente inaugurato, o meglio codificato, ad alti livelli da Lendl, tale colpo si aggiungerà al repertorio dei campioni degli anni ‘90 (Sampras, Agassi e Courier) e vedrà negli anni duemila il suo dominio assoluto trovando in Roddick prima e poi in Federer e Nadal i suoi interpreti più sistematici e letali. Lo schiaffone-rana, la frustata liquida e la chela hanno dominato il circuito per più di un decennio. Il mandante di tale trasformazione genetica del tennis sono state probabilmente le logiche che sottendono i nuovi materiali con relative ricadute evoluzioniste sulla specie. Non è un caso che Lendl appartiene alla prima generazione post-legno o power-tennis e rappresenta anche l’archetipo del tennista moderno. Nuovi materiali nelle mani di non più meri tennisti ma veri atleti, in grado, ad esempio, di fare in un lampo quei benedetti quattro passi a sinistra e di essere subito pronti a coprire, eventualmente, il campo alla propria destra diventato improvvisamente lunghissimo. Nessuno ha interpretato così bene questa rivoluzione come Federer e Nadal, 31 Slam in due. C’è solo un problema. Quei dritti anomali, apparsi come comete luminose che hanno illuminato (a vario livello) un decennio e rivoluzionato il tennis contemporaneo, sono deceduti all’improvviso lasciando orfani quei campioni. Come mai?
A pagina 2 l’ipotesi tecnica sulla scomparsa del dritto anomalo