B. Paire b. [4] K. Nishikori 6-4 3-6 4-6 7-6(6) 6-4 (Michele Gasperini)
Clamorosa sorpresa nel primo match sul Louis Armstrong nella giornata inaugurale degli US Open 2015: il giapponese Kei Nishikori, No.4 del mondo e finalista nella passata stagione a New York (primo finalista a Flushing Meadows out l’anno successivo al primo turno dopo Andre Agassi nel 1991), è stato eliminato dal francese No.41 delle classifiche ATP, Benoit Paire, sciupando peraltro due match point consecutivi (di cui uno con il servizio) nel tiebreak del 4° set, dove Kei si era trovato 6-4 prima di cedere 4 punti consecutivi. Male Nishikori, incostante, poco presente e piuttosto falloso lungo buona parte del match, a parte alcuni sprazzi di bel gioco fra la fine del terzo e il quarto parziale, dove sembrava aver scavato un solco insormontabile per il talentuoso transalpino, ma buttando tutto quanto di buono aveva costruito scialacquando malamente, come detto, due match point nel tiebreak del quarto (soprattutto il primo, quello con il servizio) dopo un gioco decisivo praticamente perfetto, finendo per per cedere alla distanza, forse risentendo dei malanni patiti a Montréal e che non gli hanno permesso di partecipare a Cincinnati, nonostante l’ottimo bilancio di 12 vittorie a fronte di sole 3 sconfitte nei quinti e decisivi set giocati finora (ora 12-4).
Grandi meriti, però, vanno al francese, il quale è stato autore di una partita eccezionale, abile a mettere in mostra, come poche altre volte si era visto nella sua carriera, tutte le sue ammalianti doti di tocco, accelerazioni debordanti con il rovescio e una grande prova al servizio, tutto con ottima continuità, spazzando via la resistenza del nipponico: la partenza del match è stata indicativa in tal senso, con un super Paire abile a strappare al terzo gioco, dopo un lungo game terminato ai vantaggi, la battuta a Nishikori, apparso spento e piuttosto fiacco; il No.41 del mondo salverà tre pesanti palle break consecutive nel gioco successivo, grazie alla battuta (davvero fantastico oggi in questo fondamentale il francese, ben 20 aces a referto), mantenendo senza altri patemi il servizio fino alla conclusione del parziale.
Parte male anche nel secondo il giapponese, ma salvando una pericolosa palla break nel primo gioco si dà una scossa, per la prima volta nell’incontro, guadagnando visibilmente fiducia: da questo momento in poi, infatti, Nishikori non soffrirà più per quasi tre set e mezzo alla battuta, aumentando il ritmo da fondo e, finalmente, limitando il numero degli errori: Paire subisce questo ritorno e finisce per cedere terzo e quarto parziale in fotocopia, subendo un break per parziale (sesto e settimo gioco, rispettivamente), dando l’impressione di essere uscito dal match, nervosissimo per la possibile occasione sciupata. Ma oggi non andrà così: non molla, come molte altre volte , il 26enne di Avignone, aggrappandosi al servizio e alla straordinaria capacità di tocco dalla parte sinistra; il quarto parziale, dal punto di vista dello spettacolo, è il migliore del match, con entrambi i contendenti nel loro picco di qualità odierno: la diagonale di rovescio è infuocata, capacità di anticipo da entrambe le parti straordinaria , con percentuali di prime eccellenti. Non ci saranno chanche di break per nessuno dei due tennisti, andando così al tiebreak: parte male il francese, il quale regala il primo punto alla battuta, permettendo a Nishikori di volare sul 3-0; sarà l’unico minibreak fino al fatidico 6-4 per il nipponico: primo match point, sul servizio, buttato malamente dal giapponese, con un dritto a sventaglio largo, e nel secondo la prima di Paire fa la differenza: 6-6. Benoit non si fa pregare, altra prima vincente e successiva gran risposta, sul primo e unico set point, portando l’incontro al quinto.
Come detto Nishikori è 12-3 nei set decisivi negli Slam, mentre Paire è 4-4, ma la sensazione, quest’oggi, è di un possibile ribaltone, più che mai dopo la conclusione del tiebreak precedente: Nishikori, infatti, avvertirà un sensibile calo fisico nel corso della quinta frazione, risultando lento e impacciato nei movimenti e permettendo, così, al francese di prendere le redini del gioco in mano: e non se lo farà ripetere due volte, il buon Benoit, portando a casa il break decisivo nel quinto gioco (con una risposta allucinante in cross di rovescio su una seconda lentissima del giapponese), non permettendo più al nipponico di rientrare nel match nei suoi due turni di battuta successivi, chiudendo con un ace la sua giornata perfetta. Per Paire è la vittoria più importante della carriera, e arriva dopo una buona estate sulla terra rossa, dove ha conquistato il primo titolo in quel di Bastad, in finale su Tommy Robredo. Per Nishikori, invece, è l’ennesimo esame rimandato: potrà vincere un titolo dello Slam? Le qualità ci sono, ma i dubbi sul suo stato fisico, troppo spesso precario, permangono.
[1] N. Djokovic b. J. Souza 6-1 6-1 6-1 (Giovanni Vianello)
In una partita dal facile pronostico, Djokovic, testa di serie numero 1 e numero 1 del ranking, ha mostrato un cannibalismo merckxiano, lasciando la miseria di un game per set a Joao Souza, brasiliano n. 91 del mondo che i più appassionati ricorderanno sconfitto dal nostro Luca Vanni a San Paolo, in Febbraio. La chiave tattica della partita è stata la diagonale sinistra: da quel lato Djokovic ha messo in grave difficoltà l’avversario, aprendosi il campo per poi girare attorno al rovescio ed infilzare definitivamente Souza alternatamente con un rovescio lungolinea o con un dritto inside-in. Nel primo set Djokovic ha concesso il secondo game all’avversario, ma poi ha infilato 5 giochi consecutivi, esaltando il pubblico newyorchese con un recupero in corsa degno del miglior Bolt. Nel secondo set il punteggio ha avuto andamento analogo, dall’uno pari Djokovic ha infilato 5 giochi consecutivi, mettendo sempre in difficoltà Souza nei recuperi sul lato destro. Anche il terzo set è stato senza storia ed ha ricalcato nello svolgimento i precedenti due. Si dovranno comunque attendere test più probanti per il serbo dominatore attuale del circuito. Al prossimo turno per “Robodjoko” il vincente tra Pospisil e Haider-Maurer.
[9] M. Cilic b. [Q] G. Pella 6-3 7-6(3) 7-6(2) (Roberto Dell’Olivo)
Poco più di un allenamento il primo turno per il campione in carica Marin Cilic, contro il numero 94 al mondo l’argentino Guido Pella, bravo a superare le qualificazioni, ma un po’ troppo leggerino per il croato, che gestisce il match con a tratti un po’ troppa sufficienza. Il mancino argentino risponde bene e con il diritto da fondo campo è piuttosto aggressivo e dimostra di potersela giocare. Dopo un buon inizio per Cilic, avanti 4-1 con un break, il match resta piuttosto equilibrato. Due tie break decidono il primo confronto tra questi due giocatori, con Pella avanti nel terzo set anche di un break. Nei finali di set Cilic si ricorda però di avere vinto a New York l’anno scorso e non lascia particolare spazio al suo avversario. Cinque i punti raccolti dall’argentino in totale nei due tie break. In quasi due ore di gioco il croato passa così al secondo turno. Per poter essere protagonista a lungo anche in questi Us Open, Cilic dovrà comunque necessariamente cambiare marcia, come ammetterà lui stesso a fine match: “Conto di migliorare il mio stato di forma di partita in partita”.
[Q] I. Marchenko b. [16] G. Monfils 2-6 6-4 5-0 rit. (Michele Gasperini)
[10] M. Raonic b. T. Smyczek 6-4 7-6(8) 6-1 (Francesco Scurci)
Vittoria in 3 set per il canadese Milos Raonic, testa di serie nr. 10 del seeding, contro l’americano Tim Smyczek nr. 99 del ranking mondiale. Prosegue lentamente il recupero della miglior condizione per Raonic dopo l’operazione al piede che l’ha tenuto fuori dai campi per più di un mese; Raonic infatti fatica non poco nei primi due set per avere la meglio sul giocatore naturalizzato americano che teoricamente non possiede grandi armi per contrastare la sua potenza. Con una percentuale di prime sotto il 50% (49% con 17 ace) vengono fuori i limiti attuali nel gioco del canadese ovvero il lato del rovescio e gli spostamenti laterali e Smyczek, molto smaliziato tatticamente, è bravo a sfruttare le debolezze del Raonic di questi tempi. Il canadese infatti quando colpisce da fermo è sempre micidiale (ben 51 winners) ma quando è costretto a muoversi ed a giocare scambi di una certa durata commette molti errori anche banali (saranno ben 43 gli unforced a fine match), soffrendo le variazioni di spin e di angoli di Smyczek che, seppur non dotato di grande potenza, sa usare bene il campo. Nel primo set un break nel settimo gioco decide il parziale mentre nel secondo Raonic chiude solo al tie break per 10 punti a 8 rischiando non poco; nel terzo set l’americano non ci crede più e per Raonic diviene pura formalità chiudere 6-1. Al prossimo turno affronterà Fernando Verdasco, giustiziere del sempre verde Tommy Haas, ma dovrà innalzare di molto il livello di gioco se vorrà avere la meglio sullo spagnolo.
F. Verdasco b. T. Haas 3-6 6-1 6-7(3) 6-3 6-1 (Paolo Valente)
Dopo essere diventato il tennista più anziano a vincere un match a Wimbledon dal 1991, a Tommy Haas non riesce la stessa impresa a New York. Il tedesco perde per la seconda volta in cinque confronti contro Fernando Verdasco, che curiosamente l’aveva già battuto qui cinque anni fa. Con 68 anni in due (37 il tedesco, 31 lo spagnolo), i due rappresentano il primo turno più anziano del tabellone maschile. Seppur lontani dai giorni migliori che li videro top10 (ora sono n°42 e 506), i due sono comunque ancora in grado di offrire un bello spettacolo, ne è la riprova la tanta gente che affolla il campo n°5. Dopo essersi divisi la posta nei primi due set, il terzo si conclude al tie-break: Haas gioca con maggior concentrazione, mentre Verdasco un paio di volte perde la misura del dritto, concedendo al tedesco i due mini-break che decidono il parziale. Nel quarto Haas inizia ad andare in riserva, e gioca praticamente solo i suoi game di battuta. L’equilibrio dura fino al 3-3, quando al termine di un game interminabile Verdasco strappa il servizio al tedesco. Il match in pratica finisce qui, Haas vincerà ancora un solo game, lasciando agli spettatori solo la tenue speranza di rivederlo nel 2016.
[19] J.W. Tsonga b. J. Nieminen 6-3 6-1 6-1 (Diego Serra)
Ci mette davvero poco Tsonga a sbrigare la pratica Nieminen, al suo ultimo grande Slam in carriera. Nieminen nel corso della sua carriera ha raggiunto i quarti agli Open americani nel 2005. Ma negli ultimi 4 incontri col francese ha sempre perso. L’ultima vittoria di Nieminen risale ormai al 2010. Primo set dove il finlandese deve affrontare tre palle break nei primi quattro game, per poi capitolare nel sesto game ancora sul proprio servizio. Tsonga decisamente più potente da fondo chiude il primo set per 6 a 3. Nel secondo set tre break francesi tutti alla prima palla break, ma soprattutto turni di servizio di Tsonga impraticabili per Nieminen, sui turni di battuta francesi non c’è partita. Si chiude 6 a 1. Terzo set non molto differente: nel quarto game Tsonga strappa il servizio all’avversario dopo aver giocato il game più bello della partita. Ai vantaggi a capitolare è di nuovo Nieminen. Altro break nel sesto game e si chiude al primo match point per 6 a 1. Ora per Tsonga, oggi tutto abbinato tra scarpe e maglietta in arancione, un possibile incrocio con Granollers.
[17] G. Dimitrov b. [Q] M. Ebden 6-4 6-2 6-4 (Tommaso Voto)
Esordio agevole quello di Dimitrov, che elimina in 3 set l’australiano Ebden ed accede così al secondo turno degli US Open. Per il bulgaro il 2015 è stato (per ora) un “annus horribilis”, con tante sconfitte evitabili ed un’involuzione tecnica apparsa evidente. La svolta è ancora lontana, ma la scelta di lasciare il suo allenatore Rasheed potrà sicuramente aiutare Dimitrov a trovare una sua dimensione ed una maggiore concentrazione sul tennis, considerando che la sua vita privata (la love story con Masha in primis) l’ha chiaramente distratto. È stato un match semplice, in cui Ebden, appena 131 del ranking, non ha avuto alcuna possibilità di fare partita pari, anche perché Dimitrov è stato superiore in tutti i fondamentali. Il bulgaro ha controllato le operazioni di gioco da fondo campo ed ha servito bene, riuscendo praticamente a neutralizzare qualunque controattacco dell’australiano, troppo leggero ed incostante per mettere in difficoltà un tennista talentuoso come Grigor. Il momento cruciale dell’incontro è stata la palla break (unica di tutta la partita) salvata da Dimitrov nel primo set. Superato quello “scoglio”, il bulgaro si è sciolto, ha immediatamente brekkato Ebden e da lì in poi ha dominato. Già il turno successivo contro Kukushkin potrà dirci molto sullo stato di forma di Dimitrov.
Groth b A. Dolgopolov b. 4-6 6-1 7-5 rit (Cesare Novazzi)
Primo turno interessante per valutare le condizioni di Dolgopolov, numero 39 del mondo, opposto al bombardiere australiano Sam Groth. L’ucraino, dopo aver centrato la semifinale a Cincinnati, è uscito prematuramente a Winston ed oggi dovrà prima di tutto trovare continuità con la risposta sul servizio dell’avversario.
Primo set che scivola via abbastanza velocemente a servizi inviolati se solo non fosse per un Groth poco concentrato al settimo gioco, quando spedisce fuori una volèe dopo una prima solida, regalando di fatto il set all’avversario. Nel secondo parziale l’australiano si fa più aggressivo ed è molto bravo a passare dal diagonale al lungolinea mettendo sistematicamente fuori tempo Dolgopolov, che non riesce a trovare gli appoggi giusti e cede il vantaggio. Nel terzo parziale l’ucraino non sembra riuscire a trovare continuità con la risposta, anche se si porta in vantaggio di un break. Al momento di servire per il set, non trova più i feeling con la partita né tantomeno il giusto timing sulla palla, mostrando segni di cedimento fisico per un malessere probabilmente generale. Sensazione poi confermata con l’annuncio di ritiro, dopo aver perso il set. L’australiano, comunque solido, affronterà Robredo al turno successivo.
[8] R. Nadal b. B. Coric 6-3 6-2 4-6 6-4 (Alberto Prestileo)
Si erano incontrati una sola volta Rafael Nadal e Borna Coric, lo scorso anno a Basilea ai quarti di finale, quando a trionfare è stato il croato, con il punteggio di 6-2 7-6(4). Non era ovviamente il vero Rafa quello, con il problema di appendicite già annunciato così come l’imminente operazione. E non lo è sicuramente neanche quello di questa sera, di questo periodo, ma è certamente migliore rispetto a quello di una decina di mesi fa. E a testimoniarlo c’è la buona vittoria del maiorchino, capace di imporsi contro l’allievo di Thomas Johansson in quattro set di manifesta superiorità, tecnica ma soprattutto mentale. Una cosa assai rara per il Nadal di quest’anno che tuttavia si è mostrato sicuro, in fiducia ed anche in buona condizione. Le gambe hanno risposto più che decentemente agli attacchi di Coric e il diritto ha funzionato molto bene. Insomma, tutto è filato per il verso giusto, eccezion fatta per il terzo set, fin dal primo parziale quando Rafa ha sfruttato la prima ed unica occasione per brekkare l’avversario, nell’ottavo gioco. Il secondo set è decisamente più agevole: Nadal ha acquistato fiducia e martella incessantemente il povero Coric, incapace di reagire e soprattutto trovare delle contro offensive allo spagnolo. La conseguenza è che il croato per due volte perde il servizio, nel terzo e quinto games. Il terzo parziale è tuttavia più complesso per lo spagnolo: Coric cerca di anticipare in tutti i modi i colpi, provando a cogliere di sorpresa Nadal. E in effetti ci riesce perché nel primo turno di battutta della testa di serie numero 8 arriva il break. Il vantaggio dura però pochissimo perché al turno successivo, Borna si fa brekkare affossando in rete un dritto. A questo punto la partita scorre via abbastanza velocemente, senza troppi sussulti. Fino al game decisivo, il decimo. Sul servizio Nadal però, accade l’impensabile: Coric gioca un gran game, mettendo sempre in difficoltà Rafa fino ad ottenere il set poi convertito. Si arriva dunque al quarto set. Coric ha preso coraggio e continua a giocare in anticipo, non permettendo a Rafa di mettere i piedi in campo. Ne esce un set equilibratissimo, in cui Nadal riesce a strappare il servizio al croato soltanto nel settimo gioco. L’allievo di zio Toni porta alla fine il risultato a casa, vincendo il quarto set per 6 game a 4. Al secondo turno affronterà Diego Schwartzman.
Risultati:
[1] N. Djokovic b. J. Souza 6-1 6-1 6-1
[8] R. Nadal b. B. Coric 6-3 6-2 4-6 6-4
B. Paire b. [4] K. Nishikori 6-4 3-6 4-6 7-6(6) 6-4
[9] M. Cilic b. [Q] G. Pella 6-3 7-6(3) 7-6(3)
[16] G. Monfils vs [Q] I. Marchenko
M. Fish b. M. Cecchinato 6-7(5) 6-3 6-1 6-3
[7] D. Ferrer b. R. Albot 4-6 7-5 6-1 6-0
[10] M. Raonic b. T. Smyczek 6-4 7-6(8) 6-1
[32] F. Fognini b. S. Johnson 2-6 6-3 6-4 7-6 (2)
[14] D. Goffin b. S. Bolelli 6-4 6-1 6-2
[26] T. Robredo b. [Q] M. Berrer 6-2 6-2 6-4
[19] J.W. Tsonga b. J. Nieminen 6-3 6-1 6-1
P. Carreno Busta b. J. Janowicz 6-3 4-6 6-2 6-4
S. Groth b. A. Dolgopolov 4-6 6-1 7-5 ret.
[17] G. Dimitrov b. [Q] M. Ebden 6-4 6-2 6-4
F. Verdasco b. T. Haas 3-6 6-1 6-7(3) 6-3 6-1
[25] A. Seppi b. [Q] T. Paul 6-4 6-0 7-5
[23] R. Bautista Agut b. [WC] P.H. Herbert 6-3 6-2 7-6(7)
[27] J. Chardy b. [WC] R. Shane 6-2 6-1 6-7(6) 6-2
A. Haider-Maurer b. V. Pospisil 6-4 3-6 6-7 (0) 6-0 6-1
M. Kukushkin b. Y.H. Lu 6-3 6-3 3-0 rit.
S. Stakhovsky b. J. Millman 6-1 3-6 7-6(3) 6-4
[18] F. Lopez b. [Q] N. Basilashvili 7-6(5) 6-1 6-3
M. Klizan b. F. Mayer 6-7 (5) 6-3 6-3 3-0 ret.
M. Granollers b. L. Lacko 6-2 6-3 6-1
[Q] E. Donskoy b. L. Pouille 6-2 6-7 (3) 6-2 6-4
M. Ilhan b. R. Stepanek 6-0 2-6 6-4 3-2 rit.
D. Schwartzman b. [Q] E. Ymer 6-3 6-3 6-2
R. Berankis b. J. Sousa 6-2 6-2 4-6 2-6 7-6(4)
P. Cuevas b. D. Sela 6-2 3-6 6-4 6-1
T. Gabashvili b. P. Andujar 7-6(6) 0-6 4-6 6-4 rit.
F. Krajinovic b. [Q] A. Gonzalez 6-4 6-0 6-4