M. Kukushkin b. [17] G. Dimitrov 6-3 7-6(2) 2-6 4-6 6-4 (Raffaello Esposito)
Il campo 17 per la testa di serie numero 17 non lasciava presagire nulla di buono…
Grigor Dimitrov affrontava il n°56 ATP Mikhail Kukushkin lontano dalle luci della ribalta in un incontro collocato nella seconda metà della parte alta del tabellone, dalla quale uscirà l’avversario in semi di Novak Djokovic, salvo cataclismi stile 2014. Il tennista kazako è un lottatore solido e completo, non ha acuti ma non si batte da solo e i nostri di Davis lo hanno sperimentato sulla loro pelle a marzo nel gelido palazzetto di Astana.
Dopo il rodaggio del primo turno contro i due qualificati Ebden e Lu da oggi si fa sul serio e l’unico precedente di Miami 2012, favorevole al bulgaro, non conta nulla.
Dimitrov batte per primo e un avvio promettente lo porta sul due a zero ma la luce si spegne subito. Kukushkin non regala più nulla mentre Grigor non arriva mai bene sulla palla commettendo di conseguenza molti errori di misura. Un parziale secco di sei games a uno consegna il primo set al kazako, che non ha fatto nulla più che giocare la palla e mettersi comodo per assistere al suicidio del bulgaro.
Il secondo set ha un avvio identico al primo con Grigor che scappa due zero, annulla due palle break nel quarto gioco ma non fa due colpi giusti di fila e quindi poco dopo Kukushkin gli strappa il servizio e pareggia sfruttando tre regali, un doppio fallo, un dritto largo e un rovescio in back lungo. Da qui si seguono le battute e Mikhail, che ha viso e berrettino da ciclista degli anni ’60, quelli con “cento e più chilometri alle spalle e cento da fare”, col suo passo regolare si issa fino al tie-break. Che non ha storia perché il bulgaro va subito sotto con un doppio fallo, passa abbondantemente i trenta errori non forzati e gioca orribilmente cedendo sette a due.
Dimitrov è scosso ma trova lo sprint per scappare ancora in testa nel terzo parziale. Stavolta arriva sul tre zero prima di avere il consueto black out nel quinto game quando manca tre occasioni consecutive per il quattro uno e viene punito da un vincente lungo linea su una prima di servizio. Potrebbe essere la fine ma nell’illogicità completa di questo match è il kazako ora ad avere un passaggio a vuoto e a perdere tre games consecutivi, due alla battuta, regalando set e speranza all’avversario.
L’andamento del quarto parziale stride con i precedenti e il servizio regna incontrastato fino al decimo gioco. Dimitrov ora cerca la rete con grande continuità per non farsi massacrare da fondo e nel game che chiude il set gioca un eccezionale game in risposta. Un attacco a rete chiuso da una volée di dritto, un rovescio piatto lungo linea d’incontro e un doppio fallo dell’avversario lo portano a doppio set point. Il secondo è quello buono e dopo tre ore si va al quinto. Ora il kazako ha paura, ha subìto psicologicamente il ritorno di Grigor, che è sopravvissuto e gioca a mente libera. Si attende solo il colpo del KO ma il tennis l’ha inventato il diavolo e così è Kukushkin a fare break nel quinto game approfittando di un doppio fallo ma meritandoselo con un passante in cross di rovescio. Entrambi sono provati dalla battaglia e Mikhail mette quel poco che gli rimane nella difesa del servizio. Chiude così l’impresa al decimo game piegando l’ultima resistenza dell’avversario in un durissimo scambio da venticinque colpi che lo costringe a chinare il capo. Marin Cilic farà bene a prestare attenzione…
[8] R. Nadal b. D. Schwartzman 7-6(5) 6-3 7-5 (Cesare Novazzi)
La testa di serie numero 8 Rafa Nadal incontra al secondo turno l’argentino Schwartzman in una partita a favore di pronostico, perché il tennista sudamericano non ha assolutamente il repertorio per impensierire il maiorchino. Ebbene come spesso gli è capitato quest’anno, Nadal offre una prestazione un po’ opaca, efficace comunque quanto basta per disporre del proprio avversario in tre set. Nadal inizia variando molto il gioco sui servizi dell’argentino con diversi slice di rovescio, mentre sui propri turni gioca il suo tennis abituale allungando lo scambio. Non spinge molto, ma cerca la precisione, anche se il diritto anomalo non funziona come dovrebbe. Schwartzman riesce a reggere all’inizio dello scambio, poi il peso di palla fa la differenza. Via via che si prosegue verso la fine del set, Nadal inizia a giocare a fasi alterne e dopo uno smash da fondo fuori e un brutto rovescio in rete, permette all’argentino di rientrare i partita. Il tie break è molto incerto e lo spagnolo si cava dagli impicci anche grazie al servizio. Il secondo e terzo set sono sulla stessa falsariga, l’argentino si porta avanti di un break, più per demeriti dello spagnolo che comunque recupera e chiude il match in tre set. Al prossimo round per Nadal ci sarà Fabio Fognini, il quarto incontro tra i due in questi 2015, il primo su cemento con Fabio in vantaggio 2 a 1.
[1] N. Djokovic b. A. Haider-Maurer 6-4 6-1 6-2 (Diego Serra)
Tutto troppo facile nella serata americana per Djokovic opposto ad Andreas Haider-Maurer, numero 52 del mondo ma soprattutto giocatore non troppo a suo agio sul cemento statunitense. Primo set con poche possibilità per chi risponde, impeccabili i servizi di entrambi, tanto che chi risponde arriva una sola volta a 30. Ma nell’ultimo game del set, il decimo, Haider-Maurer viene improvvisamente abbandonato dal servizio e subisce il break a zero dal numero uno dell’ATP. Si chiude 6 a 4. Secondo set molto più complicato per l’austriaco, non molto efficace nemmeno su battuta. Break nel secondo game, e nel sesto, ottenuto a zero da un Djokovic ora davvero padrone del campo. E si chiude 6 a 1. Anche nel terzo set non si gioca quando serve Djokovic. Nel terzo game alla terza palla break capitola nuovamente Haider-Maurer. Altro break di Djokovic nel settimo game, alla seconda palla break, e match chiuso per 6 a 2. Ora per Djokovic un altro Andreas, il nostro Seppi!
[9] M. Cilic b. [Q] E. Donskoy 6-2 6-3 7-5 (Ciro Battifarano)
Marin Cilic prosegue nella difesa del titolo conquistato lo scorso anno a New York ed avanza al terzo turno superando in tre set il russo Evgeny Donskoy.
Forse un po’ di emozione tradisce il croato che per la prima volta torna a giocare nell’Arthur Ashe Stadium che lo scorso anno gli ha regalato la gioia più grande (per ora) della sua carriera e nel primo gioco concede tre palle break che annulla con tre ace; ancora un ace ed un dritto vincente per chiudere il gioco. Anche il primo in gioco in risposta è di assestamento, ma dal terzo gioco il croato sembra aver trovato la quadratura dei colpi: nessuna esitazione al servizio e pronto in risposta si porta avanti 4-1 e chiude facilmente il parziale sul 6-2.
Nel secondo set anche Donskoy riesce a liberare il braccio e i suoi colpi iniziano ad andare a segno: le prime palle break il russo le concede nel sesto gioco ma le annulla senza grossi timori reverenziali. Nell’ottavo gioco Cilic diventa ancora più aggressivo in risposta e riesce a strappare il servizio all’avversario ed il turno di battuta successivo è una formalità per chiudere il set.
Il match sembra ormai indirizzato nella mani del pupillo di Ivanisevic che, grazie a Donskoy troppo falloso, si porta avanti di un break anche nel terzo parziale. Ma il croato sembra un po’ sotto tono al servizio in questo parziale ed immediatamente subisce il contro break nel quarto gioco. Nessun sussulto fino al decimo gioco con Cilic al servizio che, in vantaggio 40-15, commette un paio di errori e porta Donskoy a due punti dal set. Il russo non ne approfitta e nel gioco successivo il suo dritto va fuori giri e manda Cilic a servire per il match. Il croato in questo set ha deciso nuovamente di complicarsi la vita e, anche lui falloso con il dritto, concede una palla break. Arriva però ancora in suo aiuto san servizio, che poco si era visto nel parziale, e con due ace ed un servizio vincente il match è chiuso. 4 ace per salvare il primo gioco e 2 per chiudere (19 in tutto il match) la dicono lunga sul fondamentale che meglio ha funzionato quest’oggi e che lo stesso Cilic, commentando a fine match le modifiche al suo Arthur Ashe, ha notato più efficace grazie al minor vento derivante dalla copertura. Per lui al terzo turno il vincente tra Kukushin e Dimitrov.
[10] M. Raonic b. F. Verdasco 6-2 6-4 6-7(5) 7-6(1) (di Paolo Valente)
Milos Raonic si guadagna l’accesso al terzo turno del tabellone newyorkese al termine di un match complicatosi notevolmente dopo un inizio agevole. Bravo il canadese a chiudere il match al tie-break del quarto, dopo che sul 4-4 aveva dovuto salvare ben 4 palle break (le uniche concesse al servizio dal canadese) che avrebbero mandato il suo avversario, Fernando Verdasco, a servire per andare al quinto. Raonic, ancora alla ricerca della miglior forma dopo l’operazione al piede di maggio, ha mostrato di esser ancora lontano dalla migliore forma fisica, tanto da dover ricorrere anche al trattamento del fisioterapista nel terzo set per problemi alla schiena, risultando però come sempre efficacissimo al servizio (18 ace, 81% di punti con la prima, 67% con la seconda). Vinti nettamente i primi due set, il n°10 del mondo ha ceduto il terzo al tie-break, dove non gli è bastato un mini-break iniziale per chiudere la partita. Verdasco, n°42 del mondo, ha preso fiducia e sembrava in grado di portare la partita al quinto, dove probabilmente avrebbe avuto l’inerzia dalla sua parte, ma dopo le occasioni sprecate sul 4-4 ha giocato un tie-break disastroso, cedendo per 7-1.
[18] F. Lopez b. M. Fish 2-6 6-3 1-6 7-5 6-3 (Michele Gasperini)
Ma Lopez sembra intenzionato a fare di tutto per perdere la partita, regalando qualsiasi cosa: emblematico il nono gioco, dove con due doppi falli e un errore grave di rovescio consegna la possibilità a Fish di chiudere l’incontro nel game successivo con il servizio: Mardy, però, non riesce praticamente più, colto da enorme emozione, a mettere una palla in campo, perdendo a zero la battuta e i successivi due giochi totalizzando un solo punto, trascinando così un match chiuso al quinto.
[7] D. Ferrer b. F. Krajinovic 7-5 7-5 7-6(4) (Cesare Novazzi)
La testa di serie numero 7 David Ferrer esce vittoriosa dal secondo turno con Krajinovic disponendo dell’avversario in tre set non propriamente comodissimi. Se è vero che lo spagnolo ha mostrato l’ennesima prestazione fisica, solida e concentrata, è altrettanto corretto affermare che anche il serbo, numero 102 ATP, avrebbe meritato qualcosa in più, soprattutto nel secondo parziale.
Krajinovic subito mostra di non voler impostare il match su scambi prolungati, terreno fertile per Ferrer, cercando spesso di variare con smorzate o verticalizzazioni. Il serbo si porta fino al 5 pari, ma viene tradito dalla tensione e lo spagnolo passa in vantaggio.
Il secondo parziale vede un Ferrer in fuga continua senza però riuscire a staccare definitivamente il suo avversario. Lo spagnolo quindi viene anche a rete giocando volèe degne di nota, come quella con cui salva una palla break sul 3 a 1 in suo favore, ma anche il serbo mostra ottima attitudine al rovescio lungolinea e recupera lo svantaggio, prima però ancora del puntuale 7 a 5 finale. In questo parziale e sul 5 a 4 e servizio serbo nel terzo set, Krajinovic avrebbe meritato di più, ma non ha mai concretizzato con il servizio, perdendo la partita con un diritto lungo. Per lo spagnolo c’è Chardy al terzo turno.
[27] J. Chardy b. M. Klizan 7-5 6-4 7-6 (1) (Roberto Dell’Olivo)
Chardy piega in tre set Klizan, un match alla vigilia alquanto incerto, con il francese reduce da un ottima semifinale a Montreal e lo slovacco, numero 36 Atp, che non sai mai di cosa può essere capace. Un precedente fra i due, proprio agli Us open nel 2012, con triplice 6-4 per Klizan.
Oggi l’andamento è analogo, ma a favore di Chardy. Un break nel primo set sul 6-5, stesso dicasi nel secondo, sul 5-4 ed il francese si trova a condurre due set a zero. Chardy è semplicemente meno falloso, più attento dello slovacco, che parte bene nel terzo con break a favore (3-1). Ma che non riesce a tenere. Jeremy sale 6-5. La sensazione è che basti un nulla, perché la partita possa cambiare direzione. Si arriva al tie break. Ma qui proprio non c’è storia. Klizan è di fatto già negli spogliatoi e raccoglie un solo punto. Chardy raggiunge così il terzo turno agli Us Open , eguagliando il suo miglior risultato ottenuto nel 2012. Sulla sua strada ora lo spagnolo Ferrer, che non ha certo brillato contro il serbo Krajinovic, pur vincendo in tre set.
(in aggiornamento)
Risultati:
[9] M. Cilic b. [Q] E. Donskoy 6-2 6-3 7-5
[1] N. Djokovic b. A. Haider-Maurer 6-4 6-1 6-2
[18] F. Lopez b. M. Fish 2-6 6-3 1-6 7-5 6-3
[8] R. Nadal b. D. Schwartzman 7-6(5) 6-3 7-5
[10] M. Raonic b. F. Verdasco 6-2 6-4 6-7(5) 7-6(1)
[19] J.W. Tsonga b. M. Granollers 6-3 6-4 6-3
[7] D. Ferrer b. F. Krajinovic 7-5 7-5 7-6(4)
M. Kukushkin b. [17] G. Dimitrov 6-3 7-6(2) 2-6 4-6 6-4
[14] D. Goffin b. R. Berankis 5-7 6-4 3-6 6-2 6-1
[25] A. Seppi b. T. Gabashvili 3-6 6-3 7-6(3) 6-1
[27] J. Chardy b. M. Klizan 7-5 6-4 7-6(1)
B. Paire b. M. Ilhan 6-3 3-6 6-4 6-3
[32] F. Fognini b. P. Cuevas 6-3 6-4 6-4
[26] T. Robredo vs S. Groth 6-4 7-6(3) 6-4
S. Stakhovsky vs [Q] I. Marchenko 6-4 7-6(2) 4-6 6-4
[23] R. Bautista Agut b. P. Carreno Busta 4-6 6-4 6-0 2-6 6-4