[26] F. Pennetta b J. Gajdosova 6-1 3-6 6-1 (Raffaello Esposito)
Dodicesima apparizione a New York per la Flavia nazionale, agli ultimi fuochi di una carriera strepitosa ma ancora capace di acuti come la vittoria su Sharapova a Indian Wells, dove le è stato dedicato un murale, e il Fed CupHeart Award 2015. Contro di lei sul court 1o ecco Jarmila Gajdosova, slovacca naturalizzata australiana dopo il matrimonio con Sam Groth. La brindisina, tds 26, è avanti due a uno nei precedenti ma ha perso l’ultimo a Wuhan 2014 in due set secchi. Flavia serve per prima e scatta perfettamente all’avvio e, aiutata dall’australiana che cede i primi due turni di battuta con tre doppi falli complessivi, in un battito d’ali va sul cinque zero. Il primo set potrebbe terminare subito dopo ma Gajdosova annulla il bagel-point con un ace e ottiene il punto della bandiera appena in tempo perché una Pennetta solida e concreta tiene la battuta a 15 e conquista il set. Dopo una tale corsa Flavia tira il fiato e la sua avversaria ne approfitta subito.L’australiana avanza di un metro nel campo, anticipa i colpi e con una risposta vincente di rovescio lungolinea strappa la battuta all’avversaria scappando sul tre a zero e poi sul quattro a uno. La brindisina si scuote, prova ad alzare la traiettoria dei colpi e si procura una palla break nel settimo game ma Jarmila fa sfracelli col suo rovescio baseball e annulla tenendo poi la battuta. Due giochi dopo Flavia spreca un’occasione colossale per rientrare. Va 0-40 sul servizio avverso e getta in modo orribile in risposta un totale di quattro palle break prima di essere punita dall’ennesimo rovescio lungolinea che pareggia il conto dei set. La tennista italiana non è gentile con sé stessa al cambio campo ma entra nel parziale decisivo come una tigre. Difende senza problemi la battuta e la strappa nel secondo game all’avversaria per poi portarsi sul tre a zero che di fatto indirizza l’esito della partita. Gajdosova oggi ha il doppio fallo facile (10 alla fine) e perde altre due volte la battuta conquistando l’unico game del set sul servizio di Flavia, che al prossimo turno affronterà la vincente di Panova-Niculescu in campo ora.
[26] F. Pennetta b. M. Niculescu 6-1 6-4 (da New York, Ruggero Canevazzi)
Flavia Pennetta sbriga la pratica Monica Niculescu in un match a lungo dominato e complicatosi solo nel finale, quando 3 match-point falliti sul 6-1 5-2 hanno messo un’inattesa pressione alla brindisina, che ha perso il primo di due break di vantaggio ma ha poi comunque chiuso due giochi più tardi al quarto match-point con un bel vincente di rovescio lungo linea al termine di uno scambio lunghissimo. Sul 5-3 30 pari, con la Niculescu al servizio, è passato sopra il campo un piccolo drone fuori controllo, che si è schiantato in una zona della tribuna fortunatamente vuota. Qualche attimo di paura e niente più, il match è continuato anche se gli uomini della Security hanno cominciato l’ispezione e l’identificazione dell’oggetto, recintando la zona e facendo defluire il pubblico dalle uscite lontane dalla zona dell’impatto.
Il match si disputa sul Louis Armstrong anziché sul campo 17 come da programma, a causa del protrarsi dei match precedenti (su tutti il primo, Konta-Muguruza, una maratona di 3 ore e 23 minuti) ed essendo ancora in pieno svolgimento alle 19:15 il match tra Berdych e Melzer. Il risultato è che la partita comincia con pochissime persone sugli spalti, saranno non più di un centinaio (ma è anche vero che sull’Arthur Ashe sta per scendere in campo Roger Federer). Il match comincia e ha da subitouna chiave tattica chiara: la Niculescu ricorre molto spesso al dritto in back, dei chop dal taglio esasperato nel tentativo di rallentare il ritmo imposto da Flavia. La tattica però non funziona: la Pennetta si piega benissimo sulle gambe, alzando la traiettoria della palla, giocando regolare e sbagliando pochissimo, in attesa degli errori dell’avversaria. In questo modo il break è inevitabile e arriva puntuale al quarto gioco: 3-1 e servizio Pennetta, che domina in lungo e in largo, tra errori dell’avversaria al termine di scambi piuttosto lunghi e qualche vincente da applausi, fino al 6-1 dopo appena 25 minuti.
Nel secondo parziale la musica non cambia: la tds n.26 si porta 2-0 e 0-40 sul servizio della Niculescu, che continua imperterrita a insistere col dritto giocato esclusivamente in back. Sembra quasi una “Roberta Vinci di dritto”: come Robertina gioca quasi sempre il rovescio in back, lei fa lo stesso con l’altro fondamentale. Se però i tagli della Vinci sono spesso efficaci, quelli della rumena non disturbano Flavia, che mette a segno un parziale di 7 game a 0 dall’1 pari del primo set al 2-0 del secondo. Poi si issa quasi indisturbata sul 5-2 e va a servire per il match. Qua la partita cambia all’improvviso: la brindisina fallisce 3 match-point e cede il servizio alla terza palla break, manifestando un po’ d’insofferenza. “Sei decisamente più forte!”, le gridano dal suo box. Al nono game, sul 5-3 Niculescu, avviene come sopra detto un episodio decisamente imprevisto: mentre le due lottano sul 30 pari, un ronzio avvolge il campo e sopra di esso un oggetto nero non ben identificato, se pur di piccole dimensioni, finisce per schiantarsi nelle tribune che danno sul lato lungo del campo. Seguono attimi di paura, ma non succede nulla, la Security si precipita a verificare di cosa si tratta e recinta la zona: era un drone fuori controllo. Il gioco riprende, ma certo se in quei posti ci fosse stato qualcuno staremmo a parlare non di una tragedia ma certamente di un brutto incidente. Flavia torna a servire sul 5-4, annulla una pericolosissima palla break costringendo la Niculescu all’errore e poi chiude al 4° match-point, procuratosi con un servizio vincente e trasformato con un bellissimo rovescio lungo linea vincente a chiudere uno scambio durissimo, dopo 1 ora e 19 minuti di partita. La Pennetta affronterà al terzo turno la sorprendente Petra Cetkovska, che ha eliminato la Wozniacki (finalista lo scorso anno) dopo 3 ore e 2 minuti di battaglia.
[26] F. Pennetta b. Cetkovska 1-6 6-1 6-4 (da New York, Ruggero Canevazzi)
Flavia Pennetta centra gli ottavi di finale degli US Open, dove affronterà Samantha Stosur, dopo un match che ha visto il dominio di Petra Cetkovska nel primo set, con l’italiana poco mobile e dai colpi troppo leggeri. Nel secondo parziale blackout della n.149 del mondo, che ha subito un parziale di 6 giochi a 0 dall’1-1 del secondo set allo 0-1 del terzo (break della brindisina). Nel terzo set il match ha avuto un andamento molto irregolare, con cinque break fino al 4-3 e servizio Pennetta, che ha poi chiuso in 1 ora e 31 minuti, sostenuta da un servizio diventato solido dal secondo set in poi. La Cetkovska ha alternato colpi profondi e vincenti a errori banali, mentre la Pennetta, pur senza brillare, ha saputo offrire maggiore regolarità e ha meritato la vittoria.
Nel primo pomeriggio locale, il Campo 17 si va riempiendo dopo che l’incontro iniziale della giornata si è concluso con la vittoria di Tomas Berdych su Guillermo Garcia-Lopez dopo quasi 3 ore e mezza di battaglia. Il sole ha nel frattempo reso roventi i comodi posti a sedere di questo che è di fatto il quarto campo del torneo dopo Arthur Ashe, Louis Armstrong e Grandstand. Mi accomodo vicino alla linea di fondo della parte del campo più vicino al Food Village, costante crocevia di appassionati che sperperano i loro dollari in pietanze a volte gustose altre volte molto meno, ma mai a buon mercato.
Il primo set, dopo il game di apertura a favore della Cetkovska, vede subito dopo tre break consecutivi, quello della ceca nel secondo gioco e quello immediatamente successivo della Pennetta, che però appare un po’ troppo statica e senza la potenza necessaria per affondare i colpi, che sono spesso corti e quindi aggrediti dalla n.149 del ranking, che gioca più profondo, con dritti e rovesci più incisivi che risultano spesso vincenti. Corrado Barazzutti, seduto accanto a me, non è sereno: “Flavia non si muove e tira troppo piano, perché non spinge?”. Ha letto perfettamente la situazione, infatti dal 2-1 e servizio Pennetta l’azzurra cede altre due volte il servizio e perde il set dopo un pesante 6-1 in appena 25 minuti.
Il secondo set è opposto e speculare al primo nel punteggio e nella durata: finisce 6-1 per Flavia sempre in 25 minuti. La svolta avviene nel quarto gioco, con la Pennetta avanti 2-1, quando la Cetkovska cede il servizio alla seconda palla break, con un inopinato doppio fallo. “È un match molto strano”, afferma Barazzutti, e in effetti i ruoli si invertono all’improvviso: ora Flavia gioca più cattiva, aumentando la forza e la profondità dei colpi, mentre la Cetkovska è molto calata di livello. Si decide tutto al terzo set. Sergio Palmieri della FIT, seduto accanto al capitano di Davis e Fed Cup, invita a non sottovalutare la ceca: “È incostante ma pericolosissima: quando gioca bene può battere chiunque (come la Wozniacki due giorni fa, ndA), mentre quando scende di livello è molto vulnerabile”.
Il terzo set è il più equilibrato, ma il copione è sempre lo stesso: con una Pennetta di medio livello, è la Cetkovska che fa e disfa, alternando errori e ottime soluzioni sia di dritto che di rovescio. Appenaperò Flavia ritrova solidità nel servizio, riesce a spostare l’inerzia dello scambio dalla sua parte e impedire alla ceca di trovare profondità e precisione. Sul 3 pari, la brindisina toglie il servizio all’avversaria che non controlla un rovescio, finito lungo. Sul 5-4 serve per il match e Barazzutti spera: “Serve la prima di servizio ora!”. La Pennetta si procura un primo match point con un lob al bacio ma chiude alla seconda palla match su errore della Cetkovska. L’ottavo di finale contro la Stosur è tutto da vedere!
In conferenza stampa, Flavia riconosce di non aver avuto sensazioni positive durante il match: “Mi ha salvata il servizio, grazie a quello ho ottenuto molti punti “gratuiti”, cioè immediati, perchè quando entravo nello scambio lei mi metteva in difficoltà“. Sull’impresa di Fognini nella serata americana di Venerdì: “Me la sono guardata dall’inizio alla fine, aveva senso secondo voi andare a dormire mentre giocavano il quinto set? Poi, finito il match, ho riposato come meglio non avrei potuto“, afferma sorridente.
[26] F. Pennetta b. [22] S. Stosur 6-4 6-4 (da New York, Ubaldo Scanagatta)
Sei volte in sette anni nei quarti di finale all’US Open. Una sola semifinale (2013) per ora, ma potrebbero diventare due per Flavia Pennetta se riuscisse a battere la vincente di Kvitova-Konta. “Rispetto tutte le giocatrici, ma è ovvio che preferirei giocare contro la Konta”, ha detto al microfono di Pam Shriver una Pennetta raggiante prima di avvicinarsi a decine di bambini imploranti un autografo e di dirmi, rispondendo ai miei complimenti ed ad un’annotazione relativa al servizio (“Flavia, hai perso solo 3 punti sul tuo servizio nel secondo set, e zero negli ultimi tre turni di battuta!”): “Sì, ho servito davvero bene oggi” con un sorriso fino alle orecchie.
Un minuto prima aveva detto alla Shriver che le aveva chiesto come spiegasse le sette vittorie consecutive sulla Stosur: “Forse perchè mi sono allenata tanto in Spagna contro giocatori che giocano con molto top-spin quindi le palle alte e liftate di Sam (“I topponi” avrebbe detto Francesca Schiavone, ndR) , che danno tanta noia alle altre ragazze, non mi danno troppo fastidio”.
Flavia non ha praticamente concesso nulla alla Stosur nel secondo set, mentre nel primo ha dovuto cancellare due palle break consecutive nel secondo game, e poi altre due (ma non consecutive) anche sul 5-4 quando serviva per il set.
Quando ha messo la prima Flavia ha fatto 29 punti su 34, un quasi incredibile 85 per cento. Direi che questo è il dato statistico più sorprendente, perchè che Flavia fosse più agile negli spostamenti e più regolare nei palleggi lo si poteva dare quasi per scontato. Ogni volta che scambiavano sulla diagonale dei rovesci non c’era gara. I punti li faceva tutti Flavia. Se guardiamo gli errori non forzati si vede che la Stosur ne ha fatti 35, quasi il triplo di Flavia che se ne è concessi appena 13, pur dovendo ribattere ad alcune terribili mazzate dell’australiano dal braccio ipermuscolato. Non sono sicuro che Serena Williams ce l’abbia più grosso.
Flavia, dopo quelle minime incertezze iniziali, ha giocato un match quasi perfetto. Sotto il profilo tattico soprattutto. Pur prevalendo negli scambi d rovescio incrociato Flavia è stata ben attenta e come la Stosur si muoveva per tentare di aggirare la palla e colpire di dritto dall’angolo sinistro, lasciando scoperto il fianco destro, la impallinava con il rovescio lungolinea. Tante volte davvero, con una rapidità e un timing sulla palla impressionante per una ragazza di 33 anni. Grande condizione fisica la sua, anche se per sua fortuna è scesa in campo quando oramai sull’Arthur Ashe era calata l’ombra, alle 16,05 locali (e 22,05 italiane) e l’aria era molto più respirabile che non nelle ore immediatamente precedenti. Va poi detto che la Stosur è tennista che gioca a strappi, o bene bene o male male, e quindi gli scambi prolungati sono stati abbastanza pochi.
Così Flavia ha potuto restare lucida e fresca per tutto il match durato appena 1h e 18 minuti. Il match avrebbe potuto girare male soltanto se Flavia si fosse fatta strappare il servizio sul 5-4 del primo set, quando è stata davvero brava ad arginare un paio di missili tirati dalla Stosur. L’australiana le aveva consentito di salire sul 3-2 e break quando era andata sotto 0-30 con un doppio fallo, poi aveva annullato una prima pallabreak sul 15-40 con un tracciante di dritto ma sul punto successivo Flavia aveva giocato una risposta anticipata e si era procurato il break che di fatto le ha consentito di vincere il primo set.
Quel primo set è durato 37 minuti. E nel secondo Flavia è cresciuta in fiducia tanto quanto la Stosur sembrava in preda alle sue angoscie. Già sul 2 a 2 avrebbe rischiato un break nell’esatta situazione di punteggio del primo set ma si sarebbe salvata con un ace esterno pieno di kick sulla prima palla break e con un doppio smash sulla seconda, ma niente sarebbe riuscita a fare due games più tardi. Sul 3 pari, quando con il doppio fallo numero 3 è andata sotto 0-15, poi 0-30 e 0-40 con l’ennesimo errore di rovescio, l’australiana amazzone dal cuor fragile, ha cancellato una palla break ma è stata poi sorpresa dauna straordinaria palla corta – la prima giocata da Flavia – che l’ha lasciata di sasso. Fantastica scelta di tempo, straordinaria esecuzione.
Come detto all’inizio dell’articolo dal 3-2 al 6-4 finale Flavia Pennetta non avrebbe più perso un solo punto sul proprio servizio, nemmeno fosse Karlovic!
Certo brava lei, ma la Stosur con la testa dov’era finita? Beh, se l’australiana fosse stata solida di testa avrebbe vinto molto di più che non uno Slam, l’US Open del 2011 quando battè Serena Williams in quella finale che viene ricordata anche per quell’alterco che Serena ebbe con il giudice di sedia in seguito ad un punto perso per “hindrance”.
Ad ogni modo adesso Flavia dovrà cominciare a preoccuparsi di Petra Kvitova con la quale ha un bilancio in parità, 3 a 3, ma con le ultime tre sfide tutte perse. Conta poco quella sull’erba, perché la Kvitova è bicampionessa a Wimbledon e sull’erba non c’è gara, e poi sono tutte molte datate. L’ultima al torneo olimpico di Wimbledon, 6-3 6-0, ma si parla di 3 anni e mezzo fa. Vero che il tempo avrebbe dovuto giocare a favore della mancina ceca, però – a parte il fatto che in questo momento in cui scrivo la ceca deve ancora battere la sorprendente Konta (con la quale Flavia non si è mai misurata) – la Kvitova non gioca sempre bene.
Flavia aveva raggiunto i quarti anche un anno fa, quindi scenderebbe forse a n.27 da n.26 se perdesse nei quarti, salirebbe a 23 o 24 se andasse in semifinale, fra 16 e 18 se andasse in finale, e – chiaro si teorizza – diventerebbe n.8 se vincesse l’US Open.
Mentre sto scrivendo l’articolo, uno degli altri inviati di Ubitennis ha incontrato Thanasi Kokkinakis, che su Flavia si è espresso in termini molto positivi, anche se non l’ha mai conosciuta personalmente. Il giovane aussie ha detto di averla vista ieri nel doppio che la Pennetta e la Errani hanno vinto ieri (accedendo ai quarti del torneo di doppio femminile), confermando che già ieri aveva messo in mostra un ottimo servizio, chiave oggi per avere ragione della Stosur. Sul resto del gioco di Flavia, ad esempio il rovescio che le ha permesso di portare a casa molti punti oggi sulla relativa diagonale, Kokkinakis non ha detto che cosa ne pensava precisando che un conto è giocare il singolare, un altro è giocare il doppio.
Concludo con una statistica più che rilevante: sempre negli ultimi 4 anni, dal 2012 a oggi, sono arrivate ai quarti degli USOpen due tenniste italiane:
- nel 2012 ci fu il derby delle Cichis, Errani-Vinci, con la vittoria della prima 6-2 6-4
- nel 2013 fu la volta di Pennetta-Vinci, con Flavia che raggiunse le semifinali col punteggio di 6-4 6-1 (perdendo poi da Vika Azarenka 6-4 6-2)
- nel 2014 Flavia perse il proprio quarto con Serena Williams 6-3 6-2 e la Errani strappò un solo game alla Wozniacki (6-0 6-1)
- quest’anno le due italiane ancora in corsa, Vinci e Pennetta, sfideranno rispettivamente la Mladenovic e la vincente di Kvitova-Konta.
Queste infine le dichiarazioni di Samantha Stosur a fine match:
“Credo che Flavia abbia giocato un’ottima partita. In realtà sono piuttosto contenta di come ho giocato, ho avuto un paio di occasioni per breakkarla, ma lei lì ha giocato molto bene. È stato nel secondo game del match che ho avuto la mia occasione migliore, ma non sono riuscita a sfruttarla”.
“Per qualche motivo Flavia riesce a rendere inoffensive tutte le mie migliori armi. Le mie rotazioni sembrano non darle alcun tipo di fastidio, sembra che abbia sempre tutto il tempo di cui ha bisogno per giocare i suoi colpi, e contro di me sembra sempre servire molto bene, anche se il servizio non è necessariamente il punto di forza del suo gioco”.
“Quando giochi contro una giocatrice con cui hai sempre perso, credi comunque di poter vincere. Altrimenti non scendi nemmeno in campo. Certo, se capita che vai subito sotto all’inizio, può accadere di demoralizzarsi. Ma non è stato questo il caso nel match di oggi”.
[26] F. Pennetta b. [5] P. Kvitova 4-6 6-4 6-2 (da New York, Ubaldo Scanagatta)
Una storica doppietta, due italiane in semifinale all’US Open. Non era mai successo in nessuno Slam.
L’exploit di Flavia Pennetta, che batte una bicampionessa di Wimbledon, n.4 del mondo anche se qui è testa di serie n.5, è ancora più significativo di quello di Roberta Vinci, perchè il suo tabellone non è stato per nulla semplice.
Sia detto ciò per amor di obiettività, senza nulla togliere naturalmente a Roberta che al suo 44mo Slam aveva pieno diritto anche di godere, per una volta, di un tabellone fortunato, di non battere nemmeno una testa di serie, di superare come l’avversaria di miglior classifica, n.40, la Mladenovic.
Negli ottavi Flavia aveva battuto una campionessa dell’US Open, Sam Stosur (regina a new York nel 2011), e nei quarti una che, come accennato ha vinto due volte Wimbledon!
Flavia ha vinto il match alla distanza in una giornata infuocata. Si potrebbe dire che nonostante i suoi 33 anni è stata lei a cuocere a fuoco lento la sua avversaria di 8 anni più giovane.
Non ho ancora parlato con Petra, che si è presentata in campo con una vistosa fasciatura elastica sulla coscia destra, ma è certo che già sul finire del secondo set l’ho vista arrancare, tanto che mi auguravo che l’interruzione fra secondo e terzo set fosse la più breve possibile – è stata di 8 minuti, in teoria la heat policy che viene applicata prima di un terzo set femminile o di un singolare junior quando ci sono temperature come quella odierna (32 gradi, percepiti come 35) consente un break di 10 minuti, non sono quindi certo che sia stata applicata – e quando Petra al rientro in campo ha annullato una palla break nel primissimo game, con un gran rovescio sulla riga, per poi riuscire a tenere il servizio, mi sono preoccupato fortemente. Flavia avrebbe potuto subire il contraccolpo psicologico, anche perchè il caldo era notevolissimo e lei non è più un bambina.
Invece non ha fatto una piega ed ha tenuto anzi il game di servizio successivo, per l’1 a 1 addirittura a zero….
LE PRIME DICHIARAZIONI DI FLAVIA PENNETTA
scusate lettori di Ubitennis interrompo la mia cronaca e le mie considerazioni sul match vinto da Flavia perchè – è il bello della diretta internet…- ci arrivano grazie al capufficio stampa Fit Angelo Mancuso, le prime dichiarazioni di Flavia Pennetta, che dovendo giocare il doppio con Sara Errani contro Martina Hingis e Sania Mirza, ha chiesto di effettuare la vera conferenza stampa dopo il doppio.
Pennetta: “Dopo aver perso il primo set non pensavo di poter vincere, ho continuato a lottare punto dopo punto…In campo contava tutto. Il caldo, la tensione , quello che volevi e che non dovevi fare…E’ un’ emozione incredibile vincere su un campo così“.
Riprendo cronaca e considerazioni. Flavia dall’1 pari finisce però sotto 3-1, dopo aver perso il servizio nel quarto gioco (contro sole) a 30.
Insomma non so cosa dicessero i bookies sulle scommesse on line, ma una Kvitova avanti 6-4,3-1 doveva essere diventata molto ma molto più che favorita.
Invece Flavia ha strappato sull’1-3 la battuta alla Kvitova che pure serviva all’ombra, addirittura a 0, per poi tenere il servizio a 15 e pareggiare il conto dei games. 3 pari.
Avrete notato, come quelli che mi seguono su Twitter, che sottolineo spesso la presenza del sole. Infatti nel primo set 9 games su 10 sono stati vinti da chi giocava all’ombra. Il sole era più basso,dava noia a chi serviva, e soprattutto le palle che uscivano dalla metà campo in ombra si vedevano male. La Kvitova ha vinto infatti il primo set per 6-4 in 52 minuti perchè suo è stato l’unico game vinto contro sole: quello del 3-2, nel quale ha comunque dovuto salvare una palla break (errore di rovescio di Flavia).
Flavia avrebbe potuto pareggiare il conto dei games, sia quelli effettivi per raggiungere il 5 pari, sia quelli contro sole per fare un 1 a 1, se sul 4-5 e contro sole avesse tenuto un servizio perso nonostante un 40-0 di vantaggio. Tre palle per il 5 pari.
Lì la nostra si è disunita quando l’arbitro ha chiamato di sua iniziativa out un suo primo servizio che il giudice di linea aveva visto buono. Flavia ha chiesto subito l’Occhio di Falco che le ha dato torto, ha perso il ritmo del servizio ed è così arrivato il doppio fallo n.2 del suo match. Nessuna prima poi, ma tre servizi deboli, a 80 e 78 e ancora 78 miglia orarie hanno consentito alla Kvitova di attaccare con risposte possenti e quasi incontrollabili, e poi di arrivare al set point. Dove Flavia ha commesso uno sciagurato secondo doppio fallo nel game.
L’aspetto più curioso del secondo set è stato che il sole non è stato più determinante: nel 6-4 vinto da Flavia cinque games sono stati vinti a favore di sole e cinque contro. Il sole si era alzato, non le accecava più, e poi ci si erano un po’ abituate. Inoltre la fascia d’ombra di una parte del campo si era accorciata, quindi dall’ombra uscivano molti meno colpi.
Eravamo rimasti al 3 pari del secondo set (e mi scuso per la ricostruzione un po’ farraginosa del match, ma così potete capire meglio come a volte, fra un’interruzione e l’altra, una intervista e l’altra, ci si trova a lavorare con l’obbligo di privilegiare la tempestività).
Si arriva al 4 pari con la Penna che tiene la battuta a 15 (nonostante il sole contro), mentre la Kvitova aveva già faticato a tenere la sua dopo un 40 pari che ci aveva fatto sperare, ma senza pallebreak.
Il break alla Kvitova sarebbe arrivato sul 4 pari, un game di 10 punti in cui Petra commette un dopio fallo sul 15 pari ma lo fa seguire da un servizio vincente. Le prime due pallebreak la Kvitova le annullaprendendo righe da tutte le parti, coraggiose quanto incoscienti. Flavia gioca alcune risposte d’anticipo folgoranti ed entusiasmanti. E’ un match emozionantissimo.
Anche l’ultimo game del secondo set. Se la “Penna” aveva avuto 3 palle del 5-5 nel primo set, la Kvitova ne ha 2 per il 5 pari nel secondo. Ma Flavia di rovescio è un portento. E lì mi viene in soccorso Marco Lauria della redazione di Ubitennis con una statistica sulle tenniste mancine affrontate da Flavia dal 2013 a oggi: in 10 incontri ne ha persi solo 2. Nel 2013 da Lepchenko a Cincinnati e nel 2014 da Safarova a Madrid. Con il rovescio che si ritrova Flavia non ha paura di scambiare contro i dritti delle sue avversarie. “Mi alleno sempre con un tennista mancino!” ci aveva detto l’altro giorno alludendo al suo attuale coach Salvador Navarro. Ecco spiegato l’arcano.
Nel terzo set si è capito subito che Flavia era più fresca, più viva. Nessun break fino al 2 pari, ma da lì è cominciata lo sprint vittorioso di Flavia. Petra va sotto 0-30, 15-40, salva una prima palla break con uno splendido rovescio vincente in cross, ma non la seconda.
Un colpo decisivo per il morale di Petra e anche per Flavia che tiene il game de 4-2 a zero, poi strappa di nuovo la battuta alla Kvitova e dopo 2 ore e 18 va a a servire, all’ombra, sul 5-2. Poi il game dell’apoteosi, vinto a 30 con un filino di paura sul primo matchpoint, ma non sul secondo.
Flavia sembra quasi non crederci quando solleva le braccia al cielo. Arrivo giù in basso per complimentarmi, prima che Pam Shriver la intervisti, e lei allarga le braccia e dice “Non so come ho fatto” e scuote la testa.
Solo dopo – come avete visto – spiegherà che perso il primo set, e sotto 3-1 nel secondo, non credeva più di farcela. L’abbraccio con Petra Kvtiova è stato affettuoso, nella succssiva conferenza stampa con Petra – di cui qui sotto vedete un estratto, eravamo con Ruggero Canevazzi i soli italiani presenti e praticamente tre quarti delle domande le ho fatte io – le ho chiesto se c’era un’amicizia più stretta che con altre tenniste. Leggete che cosa ha risposto. E’ stato andando lì, però, che – anche ascoltando alcune sue risposte – mi sono ricordato che a Petra Kvitova era stata diagnosticata subito dopo Parigi una forma di mononucleosi che spiega in parte perchè la sua condizione fisica, in termini di resistenza, non sia ottimale..
Sia chiaro che non voglio certo sottrarre niente a Flavia che ha disputato un grande match, intelligente, quasi perfetto tatticamente. Ma mi sembra giornalisticamente corretto farlo presente.
Dopo il Roland Garros Petra si era presentata a Wimbledon perchè – campionessa in carica – proprio non voleva rinunciarvi. Ma aveva finito per perdere al terzo turno dalla Jankovic, cioè non una grande erbivora. Poi Petra si è fermata un mese e da agosto in poi ha giocato tre tornei, perdendo all’esordio da Azarenka a Toronto e da Garcia a Cincinnati, poi a New Haven ha vinto in finale con Safarova (…un match che è costato caro alla Safarova perchè si è prodotta uno stiramento muscolare all’addome che l’ha fortemente handicappata quando ha perso dalla Tsurenko qui al primo turno 6-4 6-1).
E’ chiaro che la Kvitova ha preso più rischi, 41 vincenti contro 21, e così ha commesso anche molti più errori gratuiti, 60 contro appena 16. Ma Flavia è stata eccezionale proprio nel riuscire a limitare gli errori contro una tennista che le tirava delle sassate spaventose: in tutto il match, durato 2 ore e 23 minuti, Flavia ha sbagliato due rovesci gratuiti. Capito? Lo riscrivo: due rovesci!!! E dieci dritti. Pochi anche questi. Servire ha servito un po’ meno bene che con la Stosur, ma comunque ha messo il 61% di prime palle, con 0 ace e 3 doppi falli, mentre la Kvitova hì messo a segno 4 aces ma ha commesso anche 9 doppi falli (3 nel nono game del primo set quando aveva servito per il set sul 5-3).
Mentre ci vorrebbe qualcosa più di un miracolo perchè Roberta Vinci riuscisse a fermare, dopo 4 sconfitte di fila, Serena Williams – più favorita che mai per aggiudicarsi questo torneo (mi sa che temesse soprattutto proprio la Kvitova, e poi forse la Azarenka)- Flavia potrebbe giocarsela alla pari in semifinale sia con la Halep sia con la Aazarenka (in questo momento in campo per il terzo set).
Con la Halep è avanti 3-1 negli scontri diretti, 1-1 sul cemento ma ha perso l’ultimo duello a Miami quest’anno 6-3, 7-5. Con la Azarenka stanno 2 a 2, e 2-1 sul cemento per Flavia contro la bicampionessa dell’Open d’Australia che è stata anche due volte finalista all’US Open. In quello stesso torneo di Miami in cui Flavia ha poi perso dalla Halep aveva battuto la bielorussa 7-6, 7-6.
Sono le 16.20 ora locale, in questo momento ha iniziato a piovere a Flushing Meadows, l’incontro tra Azarenka e Halep è stato sospeso sul 2-1 Akarenka, 40-15 Halep che è al servizio. Flavia attende di fare il suo ingresso in campo per il doppio con Sara Errani contro Mirza/Hingis. Con le semifinali femminili in programma domani a partire dalle 19 americane (una di notte in Italia) il rischio è che la Pennetta, già duramente provata dalle due ore e 23 minuti di oggi, possa risentire di uno sforzo magari eccessivo. Io mi augurerei che questo doppio venisse rinviato a dopo la sua semifinale di singolare. Per il momento, consentitemi solamente di ringraziare Flavia e Roberta per le emozioni che ci stanno regalando e facendo vivere.
Sempre in conferenza stampa, Flavia sottolinea la paura che ha provato appena dopo lo schianto del drone nel match contro la Niculescu (“Non mi è mai capitata una cosa del genere in carriera, per un attimo ho pensato al peggio”) e le motivazioni che solo i tornei dello Slam le danno in questa fase finale della carriera (“Soprattutto qui a New York, arrivo con sensazioni bellissime che non provo più molto spesso”). Sempre a tal proposito, Flavia fa una precisazione assolutamente sorprendente e inattesa: “Prima del Roland Garros ero in confusione totale, volevo non partecipare al torneo, pensavo non avesse senso farlo senza motivazioni, ma poi lo stesso torneo me la ha trasmesse!”
Circa mezz’ora dopo il match, un comunicato ufficiale dell’USTA (la Federazione tennistica americana, responsabile dell’organizzazione degli Open), conferma che si è trattato di un drone e che non ci sono stati feriti, informando che il New York Police Department sta effettuando le verifiche necessarie per capire le origini del fatto.
[26] F. Pennetta b [2] S. Halep 6-1 6-3 (da New York, Ubaldo Scanagatta)
Pazzesco. Non avevo mai visto Flavia giocare così, da quando aveva annullato sei matchpoint alla Zvonareva (2009) su questo stesso Arthur Ashe Stadium!
Solo che oggi ha giocato così dal primo punto all’ultimo, ad eccezione di tre games del secondo set, quando dall’1-0 per lei con break è finita sotto 3-1 prima di infilare, sul 15 pari di quel game, 15 punti consecutivi e – più importante ancora 5 games per chiudere il match con un dritto vincente all’incrocio incredibile per uno storico 6-1, 6-3 in 59 minuti.
Flavia raggiunge la sua prima finale di uno Slam a 33 anni, contro l’unica under 30 delle 4 semiifinalista, visto che Roberta ha 32 anni e Serena quasi 34. E ci riesce prendendo a pallate la n.2 del mondo dopo aver battuto alla distanza, sul fisico, la Kvitova al turno precedente e la Stosur, campionessa dell’US Open nel 2011.
E’ la terza italiana a giocare una finale di Slam, che sono quattro in tutto adesso. Ma le altre tre di Francesca Schiavone nel 2010 (vinta) e nel 2011 (persa) e di Sara Errani nel 2012 (persa) erano state tutte al Roland Garros. Questa è la prima fuori di Parigi.
“Sto benissimo fisicamente – mi aveva rassicurato l’altro giorno – non ti preoccupare Ubaldo! “ – mi aveva detto quando io, tutto preoccupato, le chiedevo se non fosse uno sforzo troppo grande dopo le 2,23 minuti sotto il sole con Petra, dover giocare anche il doppio con Sara Errani contro Hingis e Mirza.Un doppio che Flavia non avrebbe mai voluto perdere, soprattutto dopo il “divorzio” abbastanza sorprendente da Martina Hingis con la quale aveva giocato proprio qui lo scorso anno.
Certamente un giorno di riposo in più, dovuto alla pioggia, non ha guastato. Flavia oggi è stata assolutamente straordinaria. Da n.26 sale a n.16 (e, va detto per amor di cronaca toccando legno quando ancora Roberta Vinci deve scendere in campo contro Serena Williams e nemmeno Matteo Renzi oseerebbe dirle “Stai… Serena”, se vincesse il torneo salirebbe a n.8…).
Flavia oggi ha giocato quasi ancor meglio di dritto che di rovescio. La Halep ha provato a sfondarla lì, io temevo – poiché Simona un tantino più vicino all riga di fondo e spingeva molto – che Flavia potesse (di nuovo!) soffrire una eventuale maratona. La Halep, si sa, in genere non molla mai.
In genere…ma non sempre però, perchè come mi ricordava l’attentissimo Luca Baldissera, a Melbourne quest’ann0 contro la Makarova la Halep si era come bloccata per la tensione ed aveva perso 6-4 6-0 nei quarti di finale. Anche lì, come oggi, aveva fatto soltanto 4 games.
Difatti dal 3-1 15-15, come dicevo sopra, la tennista rumena di cui per anni si era parlato soprattutto perchè si era sottoposta ad un’operazione per ridursi il seno, avrebbe perso 15 punti di fila. Con il secondo doppio fallo a fine game avrebbe ceduto il servizio subito dopo averlo strappato per la seconda volta consecutiva a Flavia. Su quell’abbrivio Flavia teneva a zero la propria battuta e proseguiva su quella scia: ma ancora la Halep non si era arresa.
Il colpo per lei …mortale, una botta psicologica da cui non si sarebbe ripresa, sarebbe arrivato sul sul suo servizio e sul 3 pari 0-15: la rumena ha giocato una smorzata, credendo ovviamente si sorprendere Flavia con un colpo per lei non consueto. Beh, Flavia c’è arrivata e le ha giocato una controsmorzata imprendibile che l’ha lasciata di stucco!
Beh, avresto dovuto vedere la faccia della Halep, dopo quella mazzata. E’ come se da un precedente knock-down avesse subito un k.o.
Flavia non le ha più dato tregua, vincenti da tutte le parti e zero errori. Sarebbero stati 6 di dritto e 6 di rovescio. Totale 16: nei quali c’è un unico doppio fallo, un paio di volee, nel secondo. Ma , insomma, è stato un match perfetto, via!
Grandissima Flavia e grandissima l’emozione di trovarsi lì a due passi da lei mentre quasi incredula levava le braccia al cielo e salutava il suo angolo, e tutti quelli che scorgeva in tribuna, ai quattro lati del campo. Non sono riuscito a trattenere un luccicone. Non so se lei l’abbia visto, ma i due bacini che mi ha dato (ah se l’avesse visto Fabio chissà che scenate di gelosia!) in quel momento per me sono stati beh no…non come il milione e 600.000 dollari che ha vinto lei, però anch’io mi sono sentito per un attimo in Paradiso!
Come certo doveva sentirsi lei. E’ stato bellissimo, non solo per i due bacini eh, e ringrazio ancora una volta Flavia per le emozioni che ha saputo dare a questo vecchio malato di tennis. Che ha 66 anni, esattamente il doppio degli anni di Flavia! E ora vado alla sua intervista, anche se non vorrei perdere un punto di Roberata con Serena. Ma dobbiamo fare gioco di squadra qui. Siamo in tanti per Ubitennis, quattro per la home page italiana, due per quella inglese, ci siamo divisi i compiti. Insieme alla redazione dall’Italia che via via pubblica articoli e foto con grande impegno (e risultati… visto che ogni giorno battiamo i nostri record di visite e affluenza)
Decisamente questo resterà, comunque vada a finire, uno Slam memorabile per il tennis italiano. Non solo per Flavia Pennetta.
Salvador Navarro, coach di Flavia Pennetta, in esclusiva per Ubitennis, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni a Ruggero Canevazzi:
“Il giorno più bello della nostra vita professionale, anche meglio della vittoria a Indian Wells. Siamo tutti superorgogliosi di lei. All’inizio del secondo set Flavia ha sentito un po’ di tensione, ma poi è tornata a spingere. Oggi era superiore. Sul break di Flavia, 3-1 nel primo set,la Halep che è una lottatrice è calata mentalmente. Il giorno di riposo è stato un bene per noi ma anche per la Halep, stanca dopo la Azarenka. Anche se giocavano ieri sera erano fisicamente a posto tutte due. In finale, anche se ci sarà Serena, se Flavia gioca così può vincere!”
Dopo Navarro, è stata la volta di Massimo Tosello, fisioterapista della brindisina, anche lui disponibilissimo e al settimo cielo: “È un sogno che diventa realtà, Flavia si è fatta e ci ha fatto un regalo, arrivare a 33 anni alla finale di un Grande Slam è meraviglioso, poi in questo modo, giocando così bene lungo tutto il torneo. La giornata di pausa ieri per la pioggia ci ha aiutato perché Flavia mercoledì aveva giocato sia il singolo che il doppio, detto questo oggi c’è stata una differenza sostanziale nel gioco e nel modo in cui ha gestito la partita, tale per cui probabilmente il risultato sarebbe stato lo stesso. Se poi Roberta fa il colpaccio sarebbe favoloso, due ragazze cresciute insieme a partire da junior, poi la vittoria in Fed Cup, sarebbe il coronamento per entrambe di una vita dedicata al tennis. Se invece ci sarà Serena… beh, giunti a questo punto non ci poniamo limiti e vedremo di farle lo sgambetto prima del traguardo”.
Entrambi, al momento dell’intervista cioè quando Roberta Vinci era appena scesa in campo per il riscaldamento, non potevano immaginare, come noi del resto, che l’auspicio di Tosello sulla Vinci si sarebbe concretizzato. Il miracolo di due italiane in una finale del Grande Slam è realtà.