Analisi Finali:
Dall’avvento dell’Era Open nel 1968, nella magica cornice di New York, secondo Major più antico della storia dopo Wimbledon, sono state sinora disputate 47 finali, tutte chiaramente sulla lunga distanza dei cinque set: per 19 volte il match si è concluso in tre parziali (40,43% del totale), in altri 20 casi il vincitore ne ha concesso uno (42,55%), mentre nei restanti 8 l’incontro è terminato al quinto.
Dei 20 incontri terminati al quarto, per 7 volte il giocatore perdente ha conquistato il primo set (35%), in altre 8 finali il secondo (40%) e nelle altre 5 il terzo.
L’atto finale più lungo, in termini di games senza tiebreak in nessun set (non presente solo per le prime due edizioni Open del torneo), risulta essere la finale del 1968, con il trionfo di Arthur Ashe (a cui poi è stato intitolato il Centrale dello Slam newyorkese) su Tom Okker in ben 65 giochi (14-12 5-7 6-3 3-6 6-3), mentre con l’avvento del gioco decisivo in ogni set (anche il quinto, New York unico Slam a non andare ad oltranza) la finale più lunga è quella 1980, con la vendetta perfetta di John McEnroe (seppur con qualche dubbia, per essere eufemistici, svista arbitrale piuttosto casalinga) ai danni di Bjorn Borg, terminata 7-6 6-1 6-7 5-7 6-4 (55 games). Quella più corta, invece, è datata 1974, con un giovane Jimmy Connors che concederà solo due giochi al quasi quarantenne Ken Rosewall (6-1 6-0 6-1).
Correlazioni con Slam e ATP Finals:
Coloro che hanno portato a casa il trofeo nel Major americano, hanno poi vinto almeno un altro Slam e/o il Masters/ATP World Tour Finals in 26 casi sui 47 totali (55,32%).
I giocatori che hanno realizzato il maggior numero di volte l’accoppiata US Open+Slam e/o Masters/ATP Finals sono Roger Federer e Pete Sampras, entrambi a quota 4 (dal 2004 al 2007 il primo, nel 1993 e dal ’95 al ’97 il secondo). Il torneo, fra quelli sopracitati, che presenta più correlazione con lo US Open è Wimbledon, bis avvenuto in 14 casi: il recordman è sempre Federer con 4 (dal 2004 al 2007). Gli eventi che presentano meno correlazioni, invece, sono l’Australian Open e il Roland Garros, entrambi con 8 doppiette realizzate.
Nelle suddette 47 edizioni Open, soltanto in tre occasioni si sono avuti casi di “poker”, ossia US Open ed almeno 3 fra Slam e/o Masters/ATP Finals: il primo, in occasione del Grand Slam, lo realizzò Rod Laver nel 1969, collezionando tutti e quattro i Major; mentre gli altri due sono stati fatti da Roger Federer, peraltro consecutivamente, nel 2006 e 2007, trionfando in entrambi i casi, oltre che a New York, anche a Melbourne, a Wimbledon e al Masters.
Tournament Ranking:
Nella tabella seguente sono riportati il numero delle edizioni giocate ed i piazzamenti conseguiti da ciascun giocatore nelle varie edizioni del torneo. Abbiamo stabilito di assegnare ad ogni tennista 8 punti per ogni torneo conquistato, 4 punti per ciascuna finale perduta, 2 punti per ogni semifinale raggiunta ed un punto per ciascun quarto di finale giocato. Per le eliminazioni subite nei turni che precedono i quarti di finali abbiamo assegnato un punteggio pari a zero.
In termini assoluti (valori riportati nella seconda colonna a partire da destra) e cioè sommando semplicemente i punteggi assegnati come sopra, vediamo primeggiare Connors, che totalizza 65 punti, forte delle 5 finali vinte e dei numerosi piazzamenti ottenuti. Dopo di lui, troviamo Sampras a quota 55 ed a seguire Federer a 51. Non compaiono italiani in classifica.
I dati più significativi però si evincono dalla media punti (vedere prima colonna a partire da destra), ottenuta in questo modo : per ogni giocatore si divide il numero punti conquistati per il numero di edizioni disputate, ottenendo una cifra che è tanto più elevata quante più volte il soggetto ha raggiunto le fasi finali del torneo.
Sampras, con 5 trionfi su 14 edizioni disputate, ha una media pari a 3,93. Seguono Federer, con 3,40 (5 trofei in 15 edizioni) e Lendl con 3,06. Più distanziati, troviamo Djokovic a 3,00 e Connors a 2,95.
Set and Game:
Nessun tennista è mai riuscito ad imporsi agli US Open senza perdere neppure un set in tutto il torneo. In 5 hanno perso un solo set; tra loro, spicca Lendl, che vi è riuscito per 3 volte.
In quanto a percentuale di games vinti, si posiziona al primo posto Vilas (edizione del 1977) , seguito da Lendl. Edberg e Nastase hanno vinto il torneo pur perdendo 7 set sui 28 giocati.
Younger & Older:
Pete Sampras è il più giovane vincitore degli Us Open e contemporaneamente l’unico ad esserci riuscito prima del compimento del ventesimo anno. Ma Pete è anche l’unico ad aver vinto anche da ventenne e da trentenne. Precoci anche le affermazioni di McEnroe, Hewitt e Safin.
Sul fronte opposto degli “over 30”, notiamo le due ultime affermazioni di Jimmy Connors, e la presenza dei due grandi aussies: Laver e Rosewall. Ken è – al momento – il più anziano ad essersi imposto a New York a quasi 36 anni.
Guido Tirone, Marco Zara e Michele Gasperini