[1] N. Djokovic b. [2] R. Federer 6-4 5-7 6-4 6-4 (da New York, Luca Baldissera)
Passata la pioggia, calato il tramonto su Flushing Meadows, alle 19.15 di New York, dopo oltre tre ore di attesa scendono in campo i finalisti del singolare maschile, i due rulli compressori che sono arrivati all’atto conclusivo dello US Open 2015 schiantanto qualsiasi avversario avessero davanti. Roger Federer e Novak Djokovic, risultati alla mano, sono attualmente il meglio che il tennis possa offrire. Gli spettatori infreddoliti, che hanno pazientato fino adesso per godersi lo spettacolo, e riempiono l’Arthur Ashe fino alle gradinate più alte e lontane, fanno capire da subito dove andrà il loro tifo: parte Roger al servizio, ancora un po’ a freddo ed è comprensibile visto il tempo trascorso negli spogliatoi e l’arietta frizzante che è arrivata dopo le “showers” del pomeriggio. Un doppio fallo, un paio di incertezze, e ci sono tre break point non consecutivi per Novak: due annullati con grandi servizi, uno con un bel dritto, 1-0 Federer, ogni punto dello svizzero un boato, per quelli del serbo applausi “di cortesia”.
Nole non ci pensa, e va 1-1 in un attimo, poi ancora Roger incerto ed è 0-40: due begli attacchi, 30-40, poi scambio tiratissimo da fondo, e Federer perde il terzo servizio in totale nel torneo. 2-1 Djokovic, Roger sembra davvero imballato in questo avvio. Immediata reazione Federer, subito avanti in risposta, e sullo 0-15 con una volée di rovescio in allungo in contropiede manda al tappeto Nole, veramente una caduta pesante, ma pare che non sia nulla di troppo grave, forse è stato tradito dall’umidità sul campo. Rovescio in rete Djokovic, 0-40, alla seconda opportunità Roger contro-brekka andando 2-2, lo stadio esplode ai livelli di quando gioca Serena Williams. Ora Federer sta martellando bene con il servizio, e tiene a 0, 3-2 per lui. Al cambio campo, solito celebrity-zapping sui maxischermi, con grandi applausi per David Beckam accanto ad Ann Wintour, e per Bredley Cooper e Sean Connery, la cui inquadratura viene accompagnata dal tema di James Bond. Il fisio è in campo a dare un’occhiata alle sbucciature di Nole, che ha fatto un bel volo prima.
Eva Asderaki, prima volta per un arbitro di sedia donna in finale qui a New York, si produce in un paio di over-rule precisi e di bella personalità, Roger spara un gran rovescio lungolinea, ma poi stecca un dritto, Nole serve bene e da fondo è un muro come sempre, è 3-3. Molto bene poi lo svizzero al servizio, ma un paio di errori (due rovesci e una volée), è 30-40, ancora break point, Roger segue una seconda, volée non incisiva, passante lungolinea di Djokovic, 4-3 e servizio per il serbo. Federer brekkato per due volte in un set, dopo aver perso solo altri due turni di battuta in tutto il torneo (entrambi contro Kolschreiber). Ora gli scambi lunghi e duri fisicamente sono un po’ troppi per i gusti di Roger, il pubblico mormora, ma con una gran difesa che porta Nole all’errore Federer va 30-40, palla del secondo contro-break, ma Djokovic si salva, poi attacca bene e va 5-3. Si sentono addirittura dei fischi, manco fossimo in Coppa Davis in Svizzera.
Djokovic nel game successivo se li guadagna comunque sul campo i suoi meritati applausi, con un gran recupero in avanti su palla corta, seguito da volée vincente, e arriva addirittura a palla del terzo break, che coincide con un set-point: ottimo qui Roger a salvarsi servendo alla grande. Quando viene inquadrata Mariska Hargitay, una nota attrice che interpreta il detective Olivia Benson nel poliziesco Law & Order, e mostra il cappellino rossocrociato, gli applausi si sprecano, ma Federer in risposta commette il sedicesimo errore gratuito, manda Djokovic 40-0 e tre set point, che il serbo sfrutta chiudendo alla prima occasione. 6-4 Nole, sinceramente male Roger, il match ora è durissimo per lui.
Via al secondo set, e subito Federer mette uno slice senza senso a metà della rete, poi bel punto in acrobazia al volo, gran servizio e dritto, ma di nuovo al primo scambio lungo cede alla distanza, 30 pari, poi servizio vincente seguito da doppio fallo, il secondo, poi drittone a uscire, seguito da steccata larga, finalmente un errore – sono pochissimi – di Djokovic, bel vincente ed è 1-0 Roger, ma che fatica. Così non va, non potrà mai bastare a superare la solidità di Nole, Federer se ne rende conto perfettamente e appare stizzito anche nei gesti e nel linguaggio del corpo.
Le due fucilate di rovescio (in anticipo sulla risposta, e poi lungolinea) con cui va 0-30 per lui nel game dopo sono tirate di autentica rabbia, e forse è un bene per lui sbloccarsi anche in questo modo. Errore Djokovic, 0-40, tre palle break per Federer, sprecate dallo svizzero più che salvate dal serbo. Sulla parità, super-dritto Federer all’incrocio delle righe, quarta opportunità di 2-0, stavolta bravo Nole in pressione ad annullarla. Splendido Federer con risposta di rovescio, cross di dritto e volée, quinta palla break, stavolta cancellata dal bel dritto diagonale di Nole. Stop-volley fallita da Roger, vantaggio Djokovic, e poi 1-1. Due game lottatissimi, non è certo questo il tipo di partita che vuole Federer, che tiene in ogni caso il servizio con autorità per andare 2-1 sopra, e non gli è successo quasi mai stasera. Sono quasi le otto e mezza, il cielo è nero, il catino dello stadio illuminato è bellissimo, si può dire che questa sia una finale giocata in “night session” a tutti gli effetti.
Passantone di rovescio lungolinea di Nole a inaugurare il quarto game, poi ecco la “sabr” di Roger (attacco a sorpresa sulla riga del servizio), ben riuscita in diagonale, ma ancor meglio il pallonetto liftato di Djokovic, subito ripetuto nel punto successivo, 40-0. Battuta vincente, 2 pari, che game Nole. Roger avanti tutta con servizio e anticipi, 3-2 sopra in un attimo, adesso il match appare incanalato nei binari più congeniali a Federer, ma è un set sotto, il che è molto grave per lui. Spaventosa solidità di Djokovic che rispedisce al mittente un paio di attacchi anche buoni di Roger, 3 pari. “You can’t score a winner with that guy”, mormora il collega inglese accanto a me, e ha ragione, a momenti sembra che mettere in difficoltà vera Nole sia impossibile, a meno che non commetta sciocchezze lui. Aiutato come sempre da un gran servizio, Federer va 4-3, il momento ora è importantissimo, va da sè che lo svizzero non può assolutamente permettersi di andare sotto due a zero. Boato per Adrien Brody e Leonardo di Caprio, con cappellino nero, va al servizio Djokovic, la Asderaki ammonisce giustamente gli spettatori che fischiano tra la prima e la seconda palla di Nole, che non fa una piega e si porta 4-4.
Game delicatissimo adesso, Roger attacco buono e poi doppio fallo numero 3, ace (ne aveva bisogno come dell’ossigeno per respirare), scambio da dietro in cui subisce la pressione del serbo, 30-30. Dritto e smash magnifici di Federer, poi bel servizio esterno, 5-4 per lui, l’atmosfera si è fatta elettrizzante, la sensazione da “ultimo treno che passa stasera” per Roger è chiara a tutti, se non esce vincitore da questo set per lui è quasi finita. Nole al servizio, bravo e fortunato con una volée di pura opposizione, erroraccio di Federer in avanzamento, poi Roger prima gran volée, poi slice spaventoso che striscia per terra invece che rimbalzare, poi reazione di Djoko che impatta alla grande un mezzo smash non chiuso da Roger (gravissimo, sarebbe andato a set point), spara il rovescio nei piedi dello svizzero, ed esplode come Roberta Vinci incitando se stesso e il pubblico a tifare anche per lui. Poi drittone Nole, palla del 5-5, ma Roger sta attaccato al game con le unghie, molla uno sventaglio dei suoi, poi drop shot mal recuperato da Nole, esplode letteralmente l’Arthur Ashe: set point Federer, annullato con il servizio, parità, ormai alla gente scappano i “yes” quando Nole sbaglia la prima praticamente sempre, ancora vantaggio Djokovic, e ancora parità. Superpassante di rovescio lungolinea Roger, con fist-pump e ovazione annessa, set point numero due, prima di Nole in rete applaudita dal pubblico, ma poi Federer dritto non impossibile messo lungo. Deuce. Bella pressione da fondo di Djokovic, vantaggio suo, gran dritto Federer, ancora pari. La gente grida ogni scambio, vantaggio Djokovic, bella volée Roger, ennesima parità, ancora vantaggio Nole, finalmente 5-5. Ripensando al game appena concluso, le occasioni per Roger sono state importanti, il rischio è che ora la paghi.
Infatti Federer rischia andando 15-30, ma “san servizio” lo salva ancora, 6-5 avanti, set non bellissimo ma terribilmente intenso dal punto di vista emotivo finora, pubblico schierato per lo svizzero in modo quasi imbarazzante a tratti. Errore Djokovic (il primo vero non forzato da un’eternità), poi affondo sul lato del dritto di Roger, 15 pari. Un gruppo di tifosi serbi intona un timido “Nole, Nole”, zittito dal boato di “buuh” dello stadio. Altro errore di Djokovic, 15-40, altri due set point (siamo a 4) per Roger, il primo sprecato con stecca di dritto, il secondo realizzato con un grande anticipo di rovescio, saltano in piedi e si abbracciano tutti, la standing ovation è assordante, Federer esulta “Nadal-style”. Tutto molto bello ed emozionante, ma il 7-5 con cui Roger ha impattato il punteggio dei set gli è costato tanta fatica, fisica e mentale, siamo a un’ora e tre quarti di partita.
Avanti tutta Federer a inizio terzo set, con il servizio, 1-0, poi game di risposta all’arrambaggio, sabr compresa (che provoca l’errore di Nole), ma il serbo si salva ed è 1-1. Ancora servizi e dritti fulminanti di Roger, ma anche il terzo doppio fallo, ed errore da fondo col rovescio, da 40-15 a 40-pari, poi ancora rovescio da dietro che scappa lungo, male qui col peso del corpo Roger, palla break, ancora gratuito stavolta col dritto, e Federer cede la battuta per la terza volta, 2-1 Nole e servizio, è durissima per lo svizzero.
Una piccola mano gliela dà Djokovic con due errori nel game successivo, è 15-30, poi si arriva ai vantaggi, Roger ormai si rifugia spessissimo negli slice difensivi e non è un bel segnale, ma anche Djokovic sembra stranamente distratto, commette doppio fallo sul suo vantaggio, Federer attacca bene, ed ha la palla del 2-2, che Nole gli concede affondando un rovescio in rete. Onestamente, inaspettato questo regalo, l’unico, del serbo. Che ancora stuzzicato dalla “sabr” di Roger commette doppio fallo dopo un dritto steccato, è 15-30, poi 30 pari con un buon servizio, poi stecca Federer di rovescio, 3 pari. A rete Federer, belle volée alte di rovescio e dritto ficcante, 4-3. Game nuovamente lottatissimo l’ottavo, Roger le prova tutte, arriva due volte a palla break, ma la solidità di Djokovic è frustrante, dopo 12 punti arriva il 4-4. E qui Federer combina il pasticcio: si fa rimontare da 40-15 sopra, poi spreca un vantaggio, e Nole alla prima occasione piazza un break letale, 5-4 per lui. Decimo game, ancora Roger a tutta, gran rovescio lungoriga, pressione a tutto campo, 15-40, due palle break per il 5 pari: Nole gran servizio, poi scambio durissimo di 21 punti vinto, 40 pari, e chiusura al primo set point: 6-4 e due set a uno per lui. Terribile il conto delle occasioni mancate da Roger a questo punto, ma il serbo è una macchina adesso.
Il break in apertura di quarto set subito da Roger (siamo a 5 servizi persi, un’enormità per il Federer visto finora) sa tanto di sentenza, 1-0 per Novak che tiene a 30, 2-0, poi Roger con un game senza scossoni va sotto 1-2, ma Djokovic non sembra intenzionato a concedere più nulla, va subito 3-1, Federer rimane in scia, 2-3, e con due bei dritti ritenta l’assalto alla battuta del serbo, 15-30, poi passante Nole, 30 pari, gran scambio da fondo, e 30-40, palla break Federer, occasione da vera ultima spiaggia, manco a dirlo sprecata con errore di dritto. Non è serata per lo svizzero, che ci prova in tutti i modi, ma se di là hai un mostro di continuità e consistenza fuori dal mondo c’è poco da fare, per brillante e propositivo che tu possa tentare di essere. 4-2 Nole, Roger spara via un dritto di puro fastidio, se non avesse i punti facili che riesce comunque a realizzare con il servizio sarebbe già finita, e il passante di rovescio con cui Djokovic lo brekka per la sesta volta chiude virtualmente la finale e il torneo. 5-2 e servizio Djokovic, siamo al countdown. Il pubblico è attonito, a parte la minoranza di tifosi serbi che esultano già da mezz’ora, Federer ha la faccia di uno che non ne può più di prendere a testate un muro di gomma, si concede un’altra “sabr” chiusa dallo smash che lo porta 15-30, seguita da un rovescio in controbalzo da fondocampo pazzesco, 15-40, ennesime palle break per lui, e incredibile ma vero, lo svizzero con una bella volée di rovescio concretizza alla seconda occasione, 3-5.
In modo forse troppo ottimistico, l’Arthur Ashe riprende coraggio, applaude e spera nella rimonta, Federer piazza un bel game di servizio, chiude un passante di dritto, ed è 4-5. Il momento della verità è arrivato per Djokovic, il coro “Let’s go Roger, let’s go” è assordante. Nole servizio e dritto, 15-0, poi rovescio largo, 15 pari, volée in allungo Roger sulla riga, 15-30, favoloso passante di rovescio in cross Federer, 15-40, e siamo a due possibilità di incredibile pareggio. Brutta risposta alla seconda, 30-40, servizio vincente, 40 pari. Ancora rovescio da ovazione Federer lungoriga, terza palla break, ancora errore, parità. Servizio robusto Nole al centro, ed è championship point: ancora prima palla centrale, e il campione dello US Open 2015 è Novak Djokovic.
Contro una macchina da tennis di tale consistenza, nemmeno il miglior Roger Federer (figurarsi quello sottotono di stasera) può permettersi di sprecare così tante opportunità (4 palle break sfruttate su 23, il 17%, è una statistica terribile): il pubblico avrebbe decisamente preferito festeggiare un risultato differente, ma è giusto che nello sport vinca il più forte in quel momento, non il più amato. E il decimo Slam di Novak è più che meritato, a coronamento di una stagione memorabile, che non è ancora finita.