La cornice non è per niente banale: centro di Parigi, dentro l’impianto del Roland Garros, stadio che evoca dolci ricordi al padre del pivot dei Chicago Bulls, teatro dell’unico Slam vinto dal nuovo capitano di Davis Cup francese. Yannick Noah torna sulla panchina dei galletti, il capitano che ha vinto due Davis Cup (1991/1996).
“Non tollererò alcun atteggiamento che non sia collaborativo e di fermo rigore. La disciplina prima di tutto. Per far si che un quadro da bello diventi anche famoso c’è bisogno di una nuova cornice”.
Esordisce così ai microfoni dei cronisti l’ex n.3 al mondo transalpino, lasciando intendere ai propri giocatori che il suo interregno non sarà un Arnaud Clément 2.0, sempre troppo permissivo con i propri uomini, pagando lo scotto della sconfitta subita al Queen’s contro la Gran Bretagna di Murray, con l’allontanamento dalla panchina francese.
“In passato sono sempre stato molto duro nei confronti dei miei giocatori, di certo non avrò paura ad esserlo ancora una volta. C’è di mezzo il bene del tennis francese e nulla può e deve essere lasciato al caso. Il mio progetto è semplicissimo. Magari per i ragazzi sarà una novità trovarsi di fronte un leader come me, ma il passato oramai non conta più. Ho già avuto modo di parlare con i giocatori e ho detto loro delle cose semplici e banali. Se tutti remiamo nella stessa direzione non possiamo che tornare a trionfare”.
Il neo coach ha già parlato con i vari Tsonga, Gasquet, Simon e Monfils e se negli ultimi anni qualcuno di loro non è apparso concentrato al 100% durante qualche match di Davis, a detta di Yannick ciò non accadrà più. Yannick Noah è tornato, con un contratto annuale ed uno staff da definire, ma a suo modo di dire lui quella panchina non l’ha mai lasciata e promette una Francia pronta ad alzare per la decima volta l’insalatiera.
Benedetto Napoli