[7] A. Radwanska b. [8] B. Bencic 6-2 6-2
Nella domenica mattina giapponese (5 italiane) è andata in scena la finale del WTA Premier di Tokyo 2015 che, alla vigilia, visto il percorso praticamente perfetto di entrambe le finaliste, si pensava potesse essere estremamente equilibrata: niente di meno vero. Agnieszka Radwanska, 26enne testa di serie No.7, grazie ad una performance tattica, tecnica e atletica di livello eccelso, concede solo quattro giochi a Belinda Bencic, data leggermente favorita dai bookmakers nel pre-partita, conquistando così il 15° alloro WTA in carriera, 13 mesi e mezzo dopo l’ultimo (senza perdere un set, per un totale di soli 27 giochi concessi alle proprie avversarie), il secondo nella capitale giapponese dopo quello del 2011 (con finale persa nell’anno seguente), quando il torneo era ancora un Premier 5, vendicando la sconfitta patita in finale ad Eastbourne nel luglio scorso, in quello che era l’unico precedente fra le due giocatrici.
Grazie a questo successo Radwanska, da lunedì prossimo, tornerà in top ten, alla posizione No.7 nel ranking annuale, mentre sarà No.9 della Race. La svizzera, invece, alla quinta finale in carriera (quattro negli ultimi 4 mesi, la terza perduta) diventerà No.1 del proprio paese, superando Timea Bacsinszky e raggiungendo la 14esima piazza (No.12 nella Race), rendendo così la corsa alle WTA Finals sempre più intricata ed incerta, con ben 7 giocatrici fra la sesta (occupata da Pennetta) e la 12esima posizione racchiuse in soli 199 punti.
L’incontro, iniziato con Radwanska alla battuta, presenta da subito, nitide, le difficoltà che incontrerà Bencic: la polacca, infatti, è bravissima, grazie alla sua grande sagacia tattica, nel creare confusione nel gioco di Belinda con le soliti, sapienti variazioni di tagli e velocità dei colpi, abbinandole con ottime accelerazioni di rovescio in lungolinea e la consueta straordinaria fase difensiva, costringendo la svizzera molto spesso al “colpo in più”: a dimostrazione di ciò, nel secondo gioco l’elvetica è già costretta a salvare due palle break, facendosi rimontare da 40-15, ma annullandole con grande classe, grazie ad un ace e uno splendido dritto in corsa lungolinea; Bencic fa fatica, non riesce a trovare il ritmo e le sensazioni giuste in campo, commettendo errori non forzati inconsueti per i motivi sopracitati, cercando di impostare gli scambi sulla bisettrice destra ma, alla fine, sempre costretta a cambiare diagonale, a causa dei precisi cambi con il dritto lungolinea della sua avversaria, finendo per impattare sul colpo di maggior pericolosità della nativa di Cracovia: dopo tre giochi piuttosto interlocutori, infatti, arriva il primo break dell’incontro, con l’elvetica che perde il servizio a 15, a causa di tre errori di rovescio piuttosto gravi, soffocata dalla ragnatela tessuta da Aga. Il primo set di Radwanska è perfetto, anche al servizio: se ieri con Cibulkova aveva sofferto sulla seconda, ricavando un misero 1 su 12, quest’oggi anche in questo settore viaggia al meglio (complice anche la confusione di Belinda, oltre che di una probabile giornata storta), con un ottimo 5 su 9 (56%), seppur la percentuale di prime, 57%, non sia straordinaria, perdendo solo 5 punti in totale nel parziale. Frazione che chiuderà in maniera sontuosa, dopo aver mantenuto a zero la battuta sul 4-2, strappando ancora una volta il break alla propria avversaria, chiudendo al secondo set point con un precisissimo rovescio lungolinea.
Nel secondo parziale la musica non cambia: continuano le enormi difficoltà di Bencic, che non riesce ad essere incisiva e fare male come nei giorni precedenti, letteralmente ingabbiata da Aga: dopo aver mantenuto, ancora una volta agevolmente, il proprio turno di battuta, grazie ad un meraviglioso drop incrociato di dritto, Radwanska breakka ancora, questa volta a 30, per la terza volta consecutiva la 18enne di Flawil, con l’ennesimo errore nel cambio in lungolinea con il rovescio. Le cose si mettono malissimo per Belinda, la quale prova a rientrare nel gioco successivo, complice anche un leggero calo al servizio della polacca, procurandosi la prima palla break dell’incontro, annullata però da un’eccellente prima esterna con dritto al volo a campo aperto conseguente.
La mazzata psicologica è pesante da digerire da Bencic, la quale, nel quarto gioco del secondo parziale, si ritrova immediatamente sotto 15-40, ad un passo dal baratro: riesce a salvarsi con la consueta classe, allungando il game ai vantaggi, ma alla fine è costretta a capitolare con l’ennesimo non forzato di rovescio in rete, consegnandosi nelle mani della propria avversaria. La quale, però, subisce un piccolo calo di tensione e, grazie anche uno sprazzo di orgoglio della svizzera, perde per la prima volta nel match la battuta, grazie ad un grande passante di rovescio in cross. Prova a rientrare Belinda, lasciando completamente andare il braccio, deresponsabilizzata, conquistando il gioco successivo (interrompendo una serie di 4 turni di servizio persi consecutivamente) con agio, a 15, portandosi sotto 2-4: ma Radwanska è davvero bravissima a tenere il sesto game, il più importante dell’incontro, ai vantaggi, dopo esser stata sotto 0-30, grazie (manco a dirlo) ad un errore di rovescio di Bencic, anche se stavolta provocato dall’eccellente difesa in allungo di Aga.
Il game successivo è emblematico: per l’ennesima volta, l’elvetica si fa recuperare, questa volta da 40-0, consegnando game, set ed incontro ad Agnieszka Radwanska, dopo un’ora e 27 minuti di gioco, grazie ad un gran dritto lungolinea della polacca, la quale libera la propria gioia alzando le mani al cielo di Tokyo, unico torneo vinto più di una volta da Aga.