Due giocatrici in ascesa, nonostante l’età che inesorabilmente avanza. Roberta Vinci e Venus Williams stanno vivendo una strepitosa seconda parte di stagione e non ne vogliono assolutamente sapere di fermarsi. Per entrambe la sterzata decisiva è arrivata sul cemento nord americano, con la tarantina che solo un paio di mesi fa era costretta a passare dalle qualificazioni di New Haven per ritagliarsi un posto nel tabellone principale di un Premier di seconda fascia. Venus, come Roberta, attraversa un momento di straordinaria forma pisco-fisica e sta probabilmente vivendo il suo anno migliore da quando ha superato la soglia dei 30 anni.
L’attitudine della campionessa si è palesata in occasione degli Slam dove, esclusa l’infelice parentesi sulla terra rossa, Venus ha conquistato un quarto turno e due quarti di finale, cedendo a Parigi e a New York dinanzi all’amata (forse troppo) sorella. Entrambe sono ancora in lotta per un posto alle WTA Finals, ma a meno di ulteriori exploit nel Mandatory di Pechino, in programma da domenica prossima, sarà la semifinale di domani a decretare chi tra le due giocatrici potrà continuare a sperare nell’ultima chiamata per un volo diretto con destinazione Singapore. Per Venus si tratterebbe di un ritorno, l’ultima presenza risale al 2009, quando le migliori 8 del circuito si sfidarono a Doha. Si spinse fino in fondo, perdendo, ça va sans dire, solo da sua maestà Serena. L’ultimo successo è invece datato 2008, una vittoria in rimonta su Vera Zvonareva in una finale tra due giocatrici che si presentarono in Qatar occupando gli ultimi due posti del seeding. Sarebbe naturalmente una prima volta quella di Roberta Vinci, ma per entrambe la qualificazione è strettamente legata ai risultati delle contendenti e, probabilmente, ad un paio di defezioni che per il momento sono tutt’altro che imponderabili.
La superficie del torneo cinese dovrebbe fare il gioco di Roberta Vinci, che nell’intervista che è seguita al match contro la Kvitova ha parlato di un cemento lento, che quindi rappresenterebbe un freno alla potenza dei colpi della maggiore delle sorelle Williams. I precedenti, però, raccontano una storia diversa. Nei tre incontri tra le due giocatrici Roberta non è infatti riuscita a conquistare nemmeno un set, raggiungendo il tie-break in una sola occasione, nei quarti di finale in Lussemburgo nel 2012. Quello nel Granducato è anche l’ultimo degli incontri disputati tra le due. Gli altri H2H rislagono entrambi al 2010, ambedue terminati 6-4 6-1 in favore della Yankee. a New York e Miami.
Roberta e Venus scenderanno in campo quando in Italia saranno le nove del mattino (12:30 ora locale), e la scelta di programmare l’incontro come prima semifinale non avrà fatto fare salti di gioia alla yankee, che avrà poco tempo a disposizione per recuperare energie dopo la mini-maratona di due ore e quaranta minuti contro Johanna Konta. Ventiquattro ore saranno invece sufficienti alla Vinci per togliersi di dosso la fatica ed accumulare le energie fisiche per affrontare al meglio un’avversaria non troppo diversa dalla Pliskova, con la quale oggi ha sofferto solo un set. Roberta troverà senz’altro una giocatrice meno insofferente e disposta a lottare per prendersi una finale che le manca in un torneo di livello Premier dal WTA di Montreal dello scorso anno, dove terminò la sua corsa solo al cospetto di Aga Radwanska.
Chissà come Venus preparerà la vendetta in famiglia, se ha sentito o sentirà Serena, cosa si saranno dette. Chissà se il regolamento dei conti riuscirà o se domani Robi frustrerà anche le ambizioni della maggiore delle Williams, a soli venti giorni dall’upset dell’anno.