Il rilascio di una lunga ed interessante intervista all’agenzia di stampa spagnola EFE, è stata una buona occasione per Francesco Ricci Bitti, ex presidente dell’ITF, di tracciare un bilancio complessivo del suo mandato esprimendosi anche sui cambiamenti annunciati dal nuovo presidente David Haggerty.
“Durante il mio mandato ci sono state tre cose che hanno avuto più successo rispetto ad altre: ora il tennis è uno sport molto importante nel programma olimpico e lo stesso torneo olimpico è molto importante nel calendario del tennis professionistico; ciò era l’obiettivo originale ed è stato raggiunto. Poi, l’ITF è il leader assoluto nel mondo olimpico grazie al suo “Programma di Integrità” che ha tre componenti: una riguarda la parte tecnica e si riferisce al controllo dell’evoluzione tecnica di questo sport, perché il tennis non deve cambiare radicalmente e la sua essenza deve essere preservata. Inoltre c’è anche la lotta contro il doping e la corruzione, e sotto questo aspetto l’ITF è un esempio di integrità. La corruzione è una minaccia e internet ha favorito molto le scommesse online, ed è molto più facile organizzarsi per la criminalità. Dobbiamo essere vigili e l’ITF è un modello in questo senso. La terza è la protezione e la tutela dell’integrità delle competizione di tennis a squadre”.
Il quadro generale emerso dalle parole di Bitti, che ha poi espresso la sua opinione sul suo successore – il cileno David Haggerty – e sui cambiamenti da lui promessi: “Nell’ultima riunione a Santiago del Cile, l’ITF ha espresso un’idea di cambiamento, ma non totale, credo più ad un’evoluzione che una rivoluzione. Questa è la parola giusta anche perchè non si può fare una rivoluzione quando a questa organizzazione appartengono 110 Paesi e non esistono tradizioni più grandi come i tornei del Grand Slam e la Coppa Davis.”
A proposito di Coppa Davis, della sua evoluzione e sulla possibilità di Andy Murray di privilegiare la finale a discapito del Masters di fine anno, secondo l’ex presidente: “La Coppa Davis deve mantenere quella che è la sua caratteristica principale: ovvero l’annualità. È importante considerare le necessità dei giocatori per permettere ai grandi giocatori di disputare la finale, come pensare a set più brevi con il quinto set con il tie break, in modo da agevolarli. Abbiamo sempre aumentato il premio in denaro ogni anno, del 3 o del 5 per cento. Ma se si confronta con l’aumento del montepremi nei tornei dello Slam o nei Masters 1000, ovviamente la Coppa Davis ha aumentato di meno. Il Masters è una competizione obbligatoria, se il giocatore si è qualificato. Questa è la regola scritta, però credo che quest’anno la priorità di Murray sia la Coppa Davis e la mente di Murray è chiaramente rivolta a vincere la Coppa Davis”.