Una cronaca mozzafiato, un’emozione continua. Mentre il direttore scrive, Serena e Roberta sono entrate in campo. Serena va sotto di un break ma siamo ancora lontani dal capire che eravamo all’inizio dei due giorni che sconvolsero il tennis, che questa partita sarebbe diventata quasi “normale”. Non lo era, e per ricordarlo leggete e ricordate.
[26] F. Pennetta b [2] S. Halep 6-1 6-3
Pazzesco. Non avevo mai visto Flavia giocare così, da quando aveva annullato sei matchpoint alla Zvonareva (2009) su questo stesso Arthur Ashe Stadium!
Solo che oggi ha giocato così dal primo punto all’ultimo, ad eccezione di tre games del secondo set, quando dall’1-0 per lei con break è finita sotto 3-1 prima di infilare, sul 15 pari di quel game, 15 punti consecutivi e – più importante ancora – 5 games per chiudere il match con un dritto vincente all’incrocio incredibile per uno storico 6-1, 6-3 in 59 minuti.
Flavia raggiunge la sua prima finale di uno Slam a 33 anni, contro l’unica under 30 delle 4 semifinaliste, visto che Roberta ha 32 anni e Serena quasi 34. E ci riesce prendendo a pallate la n.2 del mondo dopo aver battuto alla distanza, sul fisico, la Kvitova al turno precedente e la Stosur, campionessa dell’US Open nel 2011.
È la terza italiana a giocare una finale di Slam, che sono quattro in tutto adesso. Ma le altre tre di Francesca Schiavone nel 2010 (vinta) e nel 2011 (persa) e di Sara Errani nel 2012 (persa) erano state tutte al Roland Garros. Questa è la prima fuori di Parigi.
“Sto benissimo fisicamente – mi aveva rassicurato l’altro giorno – non ti preoccupare Ubaldo!” mi aveva detto quando io, tutto preoccupato, le chiedevo se non fosse uno sforzo troppo grande dopo le 2,23 minuti sotto il sole con Petra, dover giocare anche il doppio con Sara Errani contro Hingis e Mirza.Un doppio che Flavia non avrebbe mai voluto perdere, soprattutto dopo il “divorzio” abbastanza sorprendente da Martina Hingis con la quale aveva giocato proprio qui lo scorso anno.
Certamente un giorno di riposo in più, dovuto alla pioggia, non ha guastato. Flavia oggi è stata assolutamente straordinaria. Da n° 26 sale a n°16 (e, va detto per amor di cronaca toccando legno quando ancora Roberta Vinci deve scendere in campo contro Serena Williams e nemmeno Matteo Renzi oserebbe dirle “Stai… Serena”, se vincesse il torneo salirebbe a n.8…).
Flavia oggi ha giocato quasi ancor meglio di dritto che di rovescio. La Halep ha provato a sfondarla lì, io temevo – poiché Simona un tantino più vicino all riga di fondo e spingeva molto – che Flavia potesse (di nuovo!) soffrire una eventuale maratona. La Halep, si sa, in genere non molla mai.
In genere…ma non sempre però, perchè come mi ricordava l’attentissimo Luca Baldissera, a Melbourne quest’ann0 contro la Makarova la Halep si era come bloccata per la tensione ed aveva perso 6-4 6-0 nei quarti di finale. Anche lì, come oggi, aveva fatto soltanto 4 games.
Difatti dal 3-1 15-15, come dicevo sopra, la tennista rumena di cui per anni si era parlato soprattutto perchè si era sottoposta ad un’operazione per ridursi il seno, avrebbe perso 15 punti di fila. Con il secondo doppio fallo a fine game avrebbe ceduto il servizio subito dopo averlo strappato per la seconda volta consecutiva a Flavia. Su quell’abbrivio Flavia teneva a zero la propria battuta e proseguiva su quella scia: ma ancora la Halep non si era arresa.
Il colpo per lei …mortale, una botta psicologica da cui non si sarebbe ripresa, sarebbe arrivato sul sul suo servizio e sul 3 pari 0-15: la rumena ha giocato una smorzata, credendo ovviamente si sorprendere Flavia con un colpo per lei non consueto. Beh, Flavia c’è arrivata e le ha giocato una controsmorzata imprendibile che l’ha lasciata di stucco!
Beh, avresto dovuto vedere la faccia della Halep, dopo quella mazzata. È come se da un precedente knock-down avesse subito un k.o.
Flavia non le ha più dato tregua, vincenti da tutte le parti e zero errori. Sarebbero stati 6 di dritto e 6 di rovescio. Totale 16: nei quali c’è un unico doppio fallo, un paio di volée, nel secondo. Ma , insomma, è stato un match perfetto, via!
Grandissima Flavia e grandissima l’emozione di trovarsi lì a due passi da lei mentre quasi incredula levava le braccia al cielo e salutava il suo angolo, e tutti quelli che scorgeva in tribuna, ai quattro lati del campo. Non sono riuscito a trattenere un luccicone. Non so se lei l’abbia visto, ma i due bacini che mi ha dato (ah se l’avesse visto Fabio chissà che scenate di gelosia!) in quel momento per me sono stati beh no…non come il milione e 600.000 dollari che ha vinto lei, però anch’io mi sono sentito per un attimo in Paradiso!
Come certo doveva sentirsi lei. È stato bellissimo, non solo per i due bacini eh, e ringrazio ancora una volta Flavia per le emozioni che ha saputo dare a questo vecchio malato di tennis. Che ha 66 anni, esattamente il doppio degli anni di Flavia! E ora vado alla sua intervista, anche se non vorrei perdere un punto di Roberata con Serena. Ma dobbiamo fare gioco di squadra qui. Siamo in tanti per Ubitennis, quattro per la home page italiana, due per quella inglese, ci siamo divisi i compiti. Insieme alla redazione dall’Italia che via via pubblica articoli e foto con grande impegno (e risultati… visto che ogni giorno battiamo i nostri record di visite e affluenza)
Decisamente questo resterà, comunque vada a finire, uno Slam memorabile per il tennis italiano. Non solo per Flavia Pennetta.
Entrambi, al momento dell’intervista cioè quando Roberta Vinci era appena scesa in campo per il riscaldamento, non potevano immaginare, come noi del resto, che l’auspicio di Tosello sulla Vinci si sarebbe concretizzato. Il miracolo di due italiane in una finale del Grande Slam è realtà.