B. Tomic b. [11] R. Gasquet 6-3 6-7(1) 6-4 (erresse)
Bella impresa di Bernard Tomic, che zitto zitto sta forse mettendo a posto i pezzi del suo gioco. Non è certo il talento che è mai mancato all’ancora giovanissimo (22 anni) Bernard, che anche se ha perso un po’ di appeal per la repentina crescita di Kyorgis e Kokkinakis, rimane l’australiano migliore che circola nell’ATP. Poi oggi ha avuto la meglio di una specie di personale bestia nera, Richard Gasquet, che l’aveva battuto addirittura 7 volte su 8. Tomic aveva vinto a Wimbledon una partita combattutissima ma non era mai più riuscito a venire a capo del francese. Stavolta Bernard è stato chirurgico. Primo set di grande solidità, risolto da un passaggio a vuoto di Richard che si trovava sotto 0/40 nell’ottavo game. Il francese salvava le prime due palle break, ma la terza era quella che portava l’australiano a servire per il set, chiuso facilmente.
Il secondo set ha forse fatto rivedere i fantasmi a Tomic, che non riusciva a brekkare né al terzo né all’undicesimo gioco Gasquet. Dopo che i primi due giochi erano stati complicati l’australiano teneva il servizio senza particolari problemi ma al tiebreak crollava, conquistando appena un punto su 8.
Il terzo set è improvvisamente esploso nel nono game. Bernard sembrva un po’ sulle corde ed un paio di volte era riuscito a recuperare da 0/30. Stavolta non ci riusciva e Gasquet aveva le prime due palle break del match. Raccoglieva le ultime energie l’australiano che non solo teneva il servizio ma addirittura, al terzo match point, portava a casa il match.
Secondo quarto di finale in un master mille per Tomic. Il primo l’avrebbe dovuto giocare a Indian Wells contro Novak Djokovic, ma non riuscì a scendere in campo. Bernard ha un altro prestigioso quarto di finale da ricordare, quello di Wimbledon 2011. Avversario? Novak Djokovic. Domani, forte della sua 18ma posizione in classifica (best ranking) cercherà di far meglio. Contro Djokovic, naturalmente.
[4] S. Wawrinka b. [14] M. Cilic 7-5 6-7(7) 6-4 (Francesco Gizzi)
Prosegue ai quarti il cammino della testa di serie numero 4 Stan Wawrinka che in tre set abbastanza tirati ha avuto la meglio su Marin Cilic. Il croato ha finamente riproposto a sprazzi un tennis di ottima qualità, ritrovando la piattezza e la violenza dei colpi da fondo ammirati nelle due settimane da Dio a New York 2014, ma è mancato in lucidità nei momenti decisivi del match. La partita è stata caratterizzata sin dall’inizio da una certa discontinuità da parte di entrambi e così dei bellissimi vincenti venivano immediatamente vanificati da errori grossolani. L’avvio è piuttosto contratto per lo svizzero, costretto a salvare già nel primo turno di servizio due palle break. Cilic invece sembra particolarmente centrato quest’oggi e da fondo riesce a comandare l’inerzia dello scambio. Nel terzo game Wawrinka concede nuovamente due palle break e alla quinta occasione Marin finalmente concretizza. Al cambio di campo però, il croato che fino a lì aveva concesso le briciole in risposta, rimette subito le cose in pari regalando il break appena conquistato. Ma è sempre lo svizzero a concedere e soffrire ad ogni suo turno di battuta, e nel settimo game deve fronteggiare l’ennesima palla break, che salva con una sassata. A questo punto Stan si sveglia dal torpore: inizia a picchiare con la solita violenza da fondo e a incantare il pubblico con spettacolari rovesci incrociati o lungolinea. La partita è molto godibile. Sul 5-4 Wawrinka accusa un piccolo fastidio alla spalla e chiede il medical time-out. Si teme il peggio ma non è niente di preoccupante, perchè al rientro in campo Stan alza il livello del suo gioco e si guadagna subito due palle set che però Cilic è bravo e coraggioso ad annullare. Il set sembra destinato a concludersi con il tie-break ma sul 6-5 a favore dello svizzero, Marin concede nuovamente tre occasioni di break, che stavolta Wawrinka riesce a concretizzare e a portare a casa un primo parziale assai dispendioso fisicamente.
Il secondo set si apre con due palle break in favore del croato, ma ancora una volta Wawrinka si aggrappa con le unghia al servizio e tiene botta. Ma il break è solo rinviato di pochi minuti, infatti, arriva nel 3 game. Cilic conserva il vantaggio senza particolari patemi ma sul 4-3 concede tre palle per il contro-break che arriva puntualissimo. Continuano ad alternarsi bei colpi a gratuiti ma non ci saranno altri sussulti e quindi si va al tie-break. Cilic si porta avanti di un mini break che però perde malamente servendo per il set. Wawrinka ha un match point in risposta ma non può nulla di fronte a una grande prima di servizio del croato e alla fine è Cilic a chiudere grazie a una pregevole volée in allungo. Il terzo set non è lottato come i due precedenti. Lo svizzero trova l’allungo decisivo nel terzo game, e dopo aver salvato due palle break nel sesto gioco, lo conserverà senza rischi approdando ai quarti dove lo aspetta domani Nadal.
[8] R. Nadal b. [9] M. Raonic 6-3 7-6(3) (Michele Gasperini)
Le tribolazioni di ieri in risposta, con un successo maturato al tiebreak del terzo contro Ivo Karlovic, sono evidentemente servite per la testa di serie No.8, Rafa Nadal, il quale si sbarazza piuttosto agevolmente di un altro “bombardiere”, Milos Raonic, No.9 del seeding, conquistandosi così il pass per i quarti di finale del Masters 1000 di Shanghai e vendicando la sconfitta con match point di Indian Wells. Il canadese, dal servizio certamente debordante ma non ai livelli del croato sopracitato, anche se chiaramente più mobile e complessivamente più competitivo, parte malissimo, subendo il break nel primo turno di battuta nonostante un vantaggio che lo vedeva avanti 40-15, sbagliando approcci con il diritto fattibili e subendo un paio di passanti straordinari del maiorchino. Il 14 volte campione Slam, fatto il pieno di fiducia, gioca piuttosto sciolto e, a parte il game seguente al break, dove si ritrova 0-30 salvandosi poi grazie al servizio e dritto, non perde più di due punti a battuta, conquistando il parziale con il punteggio di 6-3. Il secondo parziale si apre con chanche di break per entrambi i contendenti, due per Nadal e una per Raonic (la prima dell’incontro), ma abili ambedue ad annullare grazie alla battuta. Dall’1-1 il canadese trova ritmo con il servizio, cominciando a far male sul serio, impedendo a Rafa di entrare con assiduità nello scambio; Rafa, di contro, riesce anche lui a concedere poco e nulla nei propri turni di battuta. Inevitabile, dopo un’ora e mezza di match, il tiebreak: ancora una volta è Nadal a partire bene, strappando subito la battuta all’allievo di Ljubicic. L’ex No.1 del mondo non soffrirà più, mantenendo i successivi servizi e chiudendo, con un altro minibreak, al decimo punto. Il maiorchino affronterà in quarti il vincente della partita fra Cilic e Wawrinka.
[12] K. Anderson b. [6] K. Nishikori 7-6(10) 7-6(3) (Francesco Gizzi)
Kevin Anderson dopo una battaglia a suon di servizi di oltre due ore elimina la testa di serie numero 6, Kei Nisikori, approdando così ai quarti di finale dove affronterà, forse da favorito, Jo Tsonga. Una partita davvero bella, di sicuro la migliore per distacco di tutto il torneo, nella quale il giapponese ha davvero poco, pochissimo da rimproverarsi, cosa che impreziosisce ulteriormente l’impresa del sudafricano. Il primo set è dominato in lungo e in largo dai servizi. Entrambi sono solidissimi, ottengono tanti punti dalla prima di servizio e quando sono costretti allo scambio, riescono sempre a concludere entro i due colpi grazie a splendide accelerazioni incorciate o favolosi passanti lungolinea. Occasioni in risposta non se ne vedono nemmeno per sbaglio così come rarissimi sono gli errori non forzati da una parte e dall’altra. Insomma, un primo set nel quale i fortunati, anche se non tantissimi, spettatori vedono soltanto colpi di pregievole qualità che giustificano in pieno tutto il costo del biglietto. L’epilogo inevitabile è il tie-break. Anche qui si gioca punto a punto, e i due si alternano in spettacolari controsorpassi che sembrano trasformare il match in una vera e propria guerra di nervi. Alla fine, il primo a cedere è il nipponico, che dopo non aver sfrutato ben 5 set point ( tutti in risposta però), manda in corridoio un rovescio non impossibile e concede ad Anderson il primo set dopo quasi un’ora e 10 di un match a ritmi elevatissimi.
Ci si poteva sapettare un crollo fisico per Anderson o uno mentale per Nishikori, ma così non è stato. Il secondo parziale, ricomincia da dove è finito. Stessi ritmi e stessa solidità da fondo e al servizio per entrambi. Si seguono anche nel secondo set i servizi fino all’ottavo game. Nishikori ha un improvviso passaggio a vuoto, concede la prima palla break del’incontro e regala il servizio con uno scellerato doppio fallo. Sembra l’epilogo di un match, che sarebbe potuto girare anche diversamente, ma anderson al cambio campo trema e perde immediatamente il break conquistato. Nishikori ritrova la lucidità e si porta sul 6-5. Anche Anderson ritorna a essere ingiocabile al servizio e così si va ancora al tie-break. Questa volta, però, non c’è lotta. Kei sbaglia in avvio due tre colpi e vede il tie-break scivolare via velocemente in favore del sudafricano che chiude un incontro di qualità sopraffina.
[1] N. Djokovic b. [15] F. Lopez 6-2 6-3 (Alberto Prestileo)
Nel secondo match dello Stadium di Shanghai, Novak Djokovic si sbarazza di Feliciano Lopez in due semplici set. 6-2 6-3 il risultato al termine di una partita mai stata in discussione. Il serbo, che pure commette qualche errorino di troppo, lascia appena le briciole ad un Feliciano Lopez da cui, comunque, ci si sarebbe aspettato di più. Difficile da commentare la partita: Nole parte subito forte, Lopez non riesce a trovare il modo di attaccare il robot-serbo e così il primo set vola via piuttosto velocemente. Anche il secondo, a dirla tutta, dura poco ma almeno Feliciano si sente pungere nell’orgoglio e negli ultimi due game costringe il numero 1 al mondo a sudarsi la vittoria. Alla fine, dopo un’ora e undici minuti, Novak Djokovic conquista il pass per i quarti di finale. Ad attenderlo, il vincente tra Gasquet e Tomic.
[3] A. Murray b. [13] J. Isner 6-7(4) 6-4 6-4 (Alberto Prestileo)
Andy Murray impiega 2 ore e 30 per avere la meglio su John Isner, battuto in tre set 6-7 6-4 6-4. Lo scozzese non è stato di certo autore di una bella partita, anzi, è riuscito a battere il gigante americano soltanto grazie ad una migliore prestanza fisica. Murray infatti, dopo aver perso il primo set, è riuscito a trascinarla al terzo. Lì, Isner non ha mai avuto una possibilità per avere la meglio sul britannico, arrivato molto meno affaticato. La partita, in sostanza, si può dunque sintetizzare così: il buon John, fino a quando ha retto fisicamente, è riuscito a mettere in difficoltà Murray, incapace di attaccare con continuità il servizio dell’avversario. D’altra parte, malgrado percentuali di servizio non elevatissime, Andy porta sempre a casa i propri turni di battuta senza troppi affanni. Conseguenza naturale del primo set è quindi il tie break, nel quale è poi bravo Isner a fare la voce grossa con il proprio servizio. Nel secondo parziale, Murray è bravo a non farsi prendere dalla frustrazione e capisce che la soluzione è allungare la partita. Alla fine, con un break per set, Andy Murray fa sua la partita e conquista l’accesso ai quarti di finale.
[16] J.W. Tsonga b. [Q] A. Ramos-Vinolas 6-7(5) 7-5 6-4 (Michele Gasperini)
Continua l’avventura, seppur con qualche patema evitabile, negli ottavi del Masters 1000 di Shanghai, di Jo-Wilfried Tsonga: il francese, testa di serie No.16, ha infatti eliminato, dopo aver rimontato un set di svantaggio, il qualificato Albert Ramos-Vinolas, giustiziere martedì di Roger Federer, accedendo per la quarta volta (su sei partecipazioni) ai quarti di finale del torneo cinese.
Il punteggio sarebbe potuto essere molto più netto in favore del transalpino, praticamente sempre al comando delle operazioni, nonostante una prestazione non esaltante, con qualche sofferenza di troppo soprattutto in risposta sul pur insidioso slice mancino di Ramos: dopo aver annullato una palla break nel terzo gioco dell’incontro grazie ad una solida prima, infatti, Tsonga riesce, nel game seguente, a strappare la battuta allo spagnolo, distruggendo le sue difese con il poderoso dritto di cui dispone. L’ex No.4 del mondo non avrà problemi ad issarsi fino al 5-4 e servizio, mancando anche un’opportunità di doppio break nel sesto gioco, ma qui crolla l’attenzione del francese, vittima di un calo di tensione, il quale finirà per cedere clamorosamente la battuta a zero. Ramos acquisisce fiducia dall’inaspettato regalo, andandosi a conquistare il tiebreak, annullando anche tre break point consecutivi sul 5-6. Il gioco decisivo del 30enne di Le Mans è, però, sciagurato, così come la sua condotta di gara: dopo essersi issato 4 a 1, infatti, perde sei dei successivi sette punti, complice anche una particolare aggressività del proprio avversario, perdendo il tiebreak al dodicesimo punto. Tsonga è però bravo a non disunirsi, consapevole della grande occasione a sua disposizione per raggiungere quantomeno i quarti di un 1000: dopo che i due tennisti hanno concesso le briciole alla battuta arriva, inesorabile, il break del francese nel dodicesimo gioco abile a sfruttare un game con poche prime dell’iberico e andandosi a conquistare il set in quello successivo. L’inerzia ormai è tutta dalla parte del No.15 del mondo, sempre più padrone del campo: arriva il break decisivo nel quinto gioco, grazie a due dritti devastanti, mantenendo con agio i successivi turni di battuta che lo conducono ai quarti, dove affronterà il vincente del match fra Kei Nishikori e Kevin Anderson.
Risultati:
[3] A. Murray b. [13] J. Isner 6-7(4) 6-4 6-4
[1] N. Djokovic b. [15] F. Lopez 6-2 6-3
[8] R. Nadal b. [9] M. Raonic 6-3 7-6(3)
[5] T. Berdych b. [10] G. Simon 6-3 6-3
[16] J.W. Tsonga b. [Q] A. Ramos-Vinolas 6-7(5) 7-5 6-4
[12] K. Anderson b. [6] K. Nishikori 7-6(10) 7-6(3)
[4] S. Wawrinka b. [14] M. Cilic 7-5 6-7(7) 6-4
B. Tomic b. [11] R. Gasquet 6-3 6-7(1) 6-4