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[16] J. W. Tsonga b. [8] R. Nadal 6-4 0-6 7-5
Nadal sfida nella prima semifinale di giornata a Shanghai Jo “Alì” Tsonga. Una semifinale tanto attesa perché forse abbastanza inattesa e impronosticabile alla vigilia del torneo, considerando lo stato di forma che pareva non proprio esaltante dei due. I precedenti sono sbilanciati abbastanza nettamente in favore del maiorchino che guida per 8 a 3, ma si tratta di dati piuttosto preistorici che non rispecchiano i valori attuali e che non tengono in considerazione gli anni di sventure e infortuni di entrambi. Insomma, valgono quel che valgono ma vanno in ogni caso analizzati. Gli ultimi due incontri tra i due, infatti, risalgono al 2013, entrambi vinti da Rafa, mentre per trovare un successo di Jo bisogna tornare indietro al lontanissimo 2011, anno in cui il francese riuscì nell’impresa di sconfiggere Nadal per due volte nel giro di pochi mesi: prima sull’erba del Queen’s e poi alle ATP World Tour Finals. Nadal arriva alla sfida odierna con qualche certezza in più rispetto agli ultimi mesi. Sta giocando meglio, il dritto sembra aver finalmente ritrovato un po’ di profondità e top-spin, e anche la testa sembra funzionare bene per il momento; con la vittoria perentoria di ieri su uno Stan Wawrinka a dir poco svogliato, Rafa ha ottenuto il suo 300esimo successo in un Master 1000 portandosi in seconda posizione a 26 lunghezze da Federer, che guida la classifica generale. Un successo quest’oggi potrebbe portarlo a rigiocare una finale di un 1000 sul cemento, cosa che non accade da Miami 2014.
Il 2015 per il toro di Manacor è stato, infatti, un anno disastroso: non solo non ha portato a casa uno Slam, ma neppure un Master 1000, giocando una sola finale a Madrid persa nettamente contro Murray. Quest’anno Rafa si è dovuto accontentare di aggiungere alla sua ricca bacheca soltanto tre tornei minori (Amburgo, Stoccarda e Buenos Aires). Poca roba per lui insomma. Un titolo sul cemento, invece, non tenendo in considerazione per ovvi motivi Doha dello scorso anno, manca a Nadal dal 2013 quando riuscì a infilare prima Indian Wells, poi Canada, Cincinnati e infine lo U.S. Open, fiore all’occhiello dell’ultima sua vera stagione da vincente. Dall’altra parte Jo, ha un “curriculum” molto meno pesante. Assieme a Nishikori, è forse il top player che guida con distacco la classifica degli infortuni in carriera e il tempo passato in infermeria molto spesso è maggiore a quello speso a combattere sul rettangolo di gioco. Quest’anno oltre alla piccola gioia nel torneo di casa a Metz, c’è stato davvero poco di buono per il povero Alì, costretto a lottare per mesi contro un problema all’avambraccio che ne ha ritardato di parecchio il ritorno in campo. Eppure Tsonga è un giocatore che ci ha abituato ad exploit, a “settimane da Dio”, dove tutto funziona a dovere. Se sta bene, è un giocatore che si esalta e che fa esaltare chiunque lo guardi. L’ultima finale giocata l’ha vinta contro Federer a Montreal un anno e mezzo fa, mentre nel 2011 ne perse due di seguito prima a Parigi e poi alle Finals. Il 2008 che fu l’anno della sua comparsa nel tennis che conta, il giovane Jo arrivò in finale in Australia, dove perse da Djokovic, ma poi si riscattò portando a casa il suo primo titolo che conta a Parigi-Bercy. Insomma, Tsonga non ha avuto gli stessi palcoscenici di Rafa ma qualche soddisfazione se l’è potuta togliere anche lui e questa settimana è molto simile a quelle 4-5 migliori della sua carriera. Vincere oggi significherebbe per lui giocare domenica la sua quarta finale in carriera in un 1000. Diventerebbe inoltre numero 9 del mondo portandosi a ridosso dei primi 8 e potrebbe così giocarsi le sue occasioni per rientrare nelle Finals di Londra, cosa assai incredibile visto che Tsonga ha perso quasi tre mesi per il problema al gomito.
L’inizio del match per Nadal non è dei migliori: il dritto è corto e Tsonga senza esitazioni entra con i piedi in campo e aggredisce. Sin dal primo game Rafa è costretto a fronteggiare due palle break riuscendo a scamparla grazie a un’ottima prima e ad una seconda spinta e profonda. Tsonga invece al servizio è implacabile e non concede nulla. Si gioca solo nei turni di servizio di Nadal che fa una grande fatica ma che con le unghia e i denti riesce a restare in scia. Sofferenza che non si attenua, ma, anzi, aumenta in ogni turno di servizio e nel quinto game Rafa cede dopo aver annullato tre palle break, inchinandosi ad uno strepitoso passante in corsa di Jo. Nadal avrà due occasioni del contro-break nell’ottavo game ma Tsonga è bravo e coraggioso a salvarle prima con un attacco profondo e poi con una sassata al servizio. Nessuna sorpresa nel proseguo dei game e 6-4 meritato per uno Tsonga che sembra volare sul campo. Ma il secondo set è un’altra storia. Nadal alza notevolmente il livello di gioco in tutti i fondamentali: serve finalmente la prima, il dritto meno arrotato però acquista potenza e angolo e il rovescio in cross funziona molto bene. Tsonga invece crolla: il servizio non lo aiuta più, le gambe sembrano risentire le maratone di quasi tre ore dei giorni scorsi e i tanti vincenti del primo set si trasformano in palle scagliate malamente in rete. Il risultato è un monologo del maiorchino che approfitta della rottura prolungata del francese e confeziona 6 game consecutivi e un bagel che pesa come un macigno. Si va al parziale decisivo con Nadal che soltanto 2 volte (in 83 occasioni) in carriera ha perso dopo aver vinto un set 6-0: con Davydenko nella finale di Doha del 2010 quando il maiorchino aveva avuto anche match-point nel secondo set, e con Gaudio a Buenos Aires nel 2005.
Il livello torna alto da entrambe le parti. Nadal continua a essere continuo nei colpi da fondo trovando anche spesso belle chiusure a rete, e anche Tsonga pian piano sembra rientrare in partita ritrovando spinta e profondità col dritto; è il francese ad avere tre occasioni di break consecutive sul 1-1 ma Nadal è fenomenale ad annullarle. La partita scorre liscia senza grandi occasioni ma è ricca comunque di belli scambi e colpi di repertorio. Qundo tutto sembra destinato a concludersi in uno spettacolare tie-break, arriva lo strappo decisivo. Nadal commette il primo e unico doppio fallo della sua partita e concede una sanguinosa palla break. Tsonga gioca a tutto braccio, chiama Rafa a rete e lo pizzica con un bel cross di dritto sui piedi impossibile da tirare su. Al cambio campo Jo non trema e chiude un match davvero emozionante, fatto di continui ribaltoni. Bravo Jo, bravo anche Rafa che ha confermato tutte le buone sensazioni di queste due settimane asiatiche. Nota negativa invece per il giudice di sedia che penalizza il francese con 4 chiamate sul servizio clamorose e che si conferma forse non essere ancora all’altezza per i grandi palcoscenici.
https://soundcloud.com/ubitennis/ubaldo-commenta-le-semifinali-del-masters-1000-di-shanghai