“Saltare o non saltare le ATP Finals per concentrarsi sulla finale di Coppa Davis”, questo il dilemma che sta tenendo banco, in casa Murray, dove regna ancora la totale indecisione. Se fosse per la sola volontà del tennista scozzese non ci sarebbero dubbi, ma il regolamento parla chiaro, frenando così la voglia patriottica del numero 2 del mondo, che in caso di un non giustificato forfait, rischierebbe delle pesanti sanzioni dall’ATP.
L’argomento è molto delicato a tal punto, che nemmeno Roger Federer ha voluto esporsi troppo ed usando tutta la sua diplomazia ha lasciato intendere che solo Andy Murray ed il suo team sanno quale sia la decisione migliore: “Solo il coach di Andy, Amelie, sa cosa è meglio per lui. È comunque un grande dilemma, Andy deve decidere in base alle sue priorità, vedendo qual’è l’evento più importante per lui in questo momento. Entrambe le competizioni sono importanti nel suo paese, soprattutto in caso di vittoria”.
Oltre alla volontà di concentrarsi sulla preparazione per la finale di Coppa Davis, il campione scozzese è anche frenato dal timore, che il repentino passaggio dal cemento alla terra rossa, possa far riacutizzare i soliti problemi alla schiena.
Il campione svizzero ha vissuto una situazione analoga lo scorso anno, quando con alle porte la finale di Coppa Davis contro la Francia, ha dovuto saltare la finale delle ATP Finals a causa di un problema alla schiena, che però non gli impedì di prendere regolarmente parte agli incontri di Davis, anche se non al 100% fisicamente, soprattutto nel primo match di singolare contro Monfils.
Il campione svizzero però non pare dare la colpa al cambio di superficie, quanto alla sfortuna: “Mi sono allenato un po’ sulla terra rossa, dopo il torneo di Shangai, un paio di giorni prima di andare a Basilea. Poi dopo ho giocato il master di fine anno, dove sono stato molto sfortunato per non aver potuto giocare la finale”.