“Nelle ultime due settimane Novak ha dimostrato un incredibile dominio. Sembra più rilassato che mai e questa è la conseguenza di aver vinto gli US Open. Ora, nonostante abbia vinto quasi tutto quest’anno, riesce comunque a mantenere la giusta concentrazione in ogni torneo che disputa”. Così esordisce Marian Vajda, coach storico dell’attuale numero 1 ATP Novak Djokovic, spiegando come il suo allievo abbia raggiunto una tale consapevolezza dei suoi mezzi dopo la vittoria agli US Open tanto da risultare attualmente imbattibile, a tal punto che i suoi avversari sono “costretti” a chiedere aiuto a lui; ecco il simpatico aneddoto che ha raccontato dopo i quarti di Shanghai: “Bernard Tomic è venuto a parlarmi dopo la sconfitta di venerdì chiedendomi come si possa battere Djokovic; lui con aria rassegnata mi ha detto che proprio non ci riesce”.
L’allenatore slovacco definisce la semifinale giocata in Cina contro Andy Murray “la miglior partita di Novak al Masters di Shanghai” e offre uno spunto di riflessione per poter disputare una partita alla pari con con Djokovic: “I suoi avversari rischiano troppo, credono di doversi inventare qualcosa di nuovo per riuscire a neutralizzarlo, ma i colpi non ti fanno trovare il ritmo giusto”.
Infine parla sul come allenare un dieci volte campione Slam: “Il mio ruolo e di restare sempre concentrato per preparare il miglior allenamento possibile. A mio avviso Novak sta giocando il suo miglior tennis, ma può ancora migliorare in tutti gli aspetti del suo gioco. Vuole sempre migliorarsi, noi lavoriamo ogni giorno anche sui più piccoli dettagli e a questi livelli così alti bisogna essere creativi. È talmente esigente che riguarda i video delle sue partite per capire dove può migliorare il suo gioco”.
Benedetto Napoli