[9] J. Jankovic b. [6] S. Errani 6-4 7-5
Nella prima edizione dell’Elite Trophy di Zhuhai, torneo che sostituisce il WTA Tournaments of Champions, si affrontano le prime escluse dal Masters di Singapore. Originariamente avrebbero avuto diritto di partecipazione le giocatrici collocate fra il nono e il diciannovesimo posto del ranking WTA ma qualche defezione ha esteso l’ingresso anche ad altre, l’ultima delle quali è la sempre pericolosa Svetlana Kuznetsova. Quattro gironi, dodici incontri e le prime classificate in semifinale.
Oggi Sara Errani, inclusa nel gruppo C con Karolina Pliskova e Jelena Jankovic, affronta quest’ultima nella prima giornata del torneo che è stato aperto dalla sofferta vittoria di Venus Williams contro Madison Keys.
Sara, che ha recentemente dichiarato di non aspettarsi nulla di particolare da questa trasferta in terra di Cina, vanta tre vittorie nei quattro precedenti e ha perso solo al terzo nel 2010 a Indian Wells, quando peraltro Jelena era una top-ten, imponendosi poi sempre in due set.
Alle 19.00 ora locale le contendenti scendono in campo e iniziano il palleggio di riscaldamento.
La serba vince il sorteggio, serve e tiene a 15 cercando subito una palla veloce per non consentire all’avversaria di sviluppare le sue trame, ma Sara pareggia subito senza soffrire. Jelena serve molte prime e vuole scambi brevi ma Errani non soffre in risposta e già nel terzo game lo dimostra arrivando a palla break sul 30-40 con un attacco in smorzata chiuso a rete e sfruttandola subito per andare a condurre. Un turno di battuta perso a zero, aperto da due errori banali, propizia il riaggancio e chiarisce meglio lo schema tattico del match con Jelena che spinge sempre e si presenta spesso a rete accettando il rischio pur di accorciare lo scambio. Dal 2-2 Sara paga un passaggio a vuoto con troppi errori, perde la battuta quando era sopra 40-0 e in un attimo la serba vola 5-2.
Errani non appare molto centrata sul dritto mentre l’avversaria è in gran spolvero, non soffre neanche negli scambi lunghi e la sua palla è sempre profonda e pesante. L’ottavo game dura un quarto d’ora e ventidue punti, Sara serve ma è troppo incostante e ad un gran colpo segue quasi sempre un errore. Jankovic va quattro volte a set point inutilmente prima che Sara riesca ad aggiudicarsi il gioco e a rimanere nel set. Non c’è cambio campo e una Jankovic in debito d’ossigeno cede a zero la battuta che avrebbe potuto consegnarle il set con tre errori da fatica e rimanendo immobile su una dolcissima smorzata in risposta dell’italiana.
Il punteggio è tornato in equilibrio ma non serve a nulla perché Sara va sotto 0-30 e 15- 40 con l’ennesimo attacco a rete della serba concluso da uno smash. Un dritto sul nastro in manovra chiude il primo parziale. Jankovic ha avuto il merito di saper tenere sempre alto il ritmo sbagliando poco e Sara, per contro, non è regolare come al solito e ha sempre bisogno della gran giocata per fare il punto.
Cinque break in dieci turni raccontano di un incontro nel quale la battuta non è un fattore e il secondo set non smentisce questo andamento. Le giocatrici si scambiano i servizi in apertura ma è la serba nel terzo game a tenere per prima e ad andare avanti nel punteggio. Errani continua a giocare troppo corto e consente all’avversaria di stare quasi sempre con i piedi dentro la riga di fondo e le rare volte che comanda lo scambio fallisce la chiusura. Nel corso del cambio campo l’italiana chiede un medical time out per un fastidio al piede sinistro, il surplus di tempo non serve molto a schiarirle le idee e l’espressione perplessa del coach Lozano in tribuna conferma una situazione difficile. Ma Sara non teme la lotta e al rientro tiene il servizio a zero e lo strappa subito dopo all’avversaria chiudendo con un lungolinea di dritto un game da dodici punti. La serba mostra i primi segni di stanchezza, cade goffamente a terra in recupero ma continua a spingere a tutta andandosi a prendere i punti a rete e annulla subito lo svantaggio. I break si susseguono ma Jankovic può appoggiarsi ad una prima palla più consistente e Sara continua ad avere problemi a centrare il dritto, così Jelena tiene il servizio nel sempre delicato settimo game e si porta in vantaggio. Un game tranquillo porta il punteggio in parità, Sara prende coraggio e vola 0-40 anche grazie ad un delizioso chop di dritto con finta di smorzata che lascia immobile l’avversaria. Jelena si dimostra però una campionessa, annulla le tre occasioni spingendo senza paura, poi una quarta con un ace e tiene infine la battuta con un rovescio baseball lungolinea che rimbalza ad un dito dalla riga di fondo.
Adesso Sara serve per rimanere nel match ma forse Jelena intuisce che un eventuale terzo set le sarebbe fatale e dà tutto. Vince il migliore scambio dell’incontro, chiude un dritto lungo linea in contropiede e va a match point con un dritto largo di Sara dopo 27 scambi ma lo manca e crolla in ginocchio. Sara salva il game con una smorzata al termine di un altro scambio spacca gambe e un errore di misura dell’avversaria ed ora è lei ad avere l’occasione propizia sul 15-40 ma il braccio di Jankovic non trema, la serba colpisce duro e annulla le due occasioni prima di andare 6-5 su un rovescio scentrato dall’italiana. La battaglia agonistica è entusiasmante, Sara sale 30-15 con una volée e un passante stretto ma la serba pareggia con un vincente lungolinea e va ancora a match point su un errore di Errani, sempre molto fallosa. Ed infatti un rovescio in rete ad inizio scambio pone fine ad una battaglia di oltre due ore che Jelena ha meritato di vincere. Onore alla nostra Sara però, che anche in una giornata storta ha lottato fino all’ultimo prima di cedere ad un’avversaria in stato di grazia.