V. Williams b. R. Vinci 6-2 6-2 (Raffaello Esposito)
Nel film “Qualcosa è cambiato” del 1997 Jack Nicholson, un burbero e paranoico scrittore di New York che non riesce a calpestare le righe orizzontali, impara a vincere le sue paure per amore di una donna.
Roberta Vinci da Taranto ha fatto lo stesso nella stessa città un giorno di settembre e ora non teme più nulla. Contro Venus Williams si gioca oggi l’accesso alla finale dell’Elite Trophy di Zhuhai e gli scontri diretti fra le due raccontano qualcosa. Venus li ha vinti tutti, i primi tre facilmente in due set fra il 2010 e il 2012, l’ultimo sudando sette camicie pochi giorni fa nella semi di Wuhan. Insomma, Roberta da quella sera incantata nella Grande Mela ha capito che il suo tennis può essere vincente sempre e da allora ci prova in un modo diverso, con più consapevolezza di sé ma purtroppo questo oggi non servirà.
Venus gioca con la coscia sinistra fasciata ma appare cattiva e concentrata da subito. Probabilmente dopo lo US Open l’ha giurata, sportivamente parlando, a Roberta, da brava sorella maggiore protettiva.
La statunitense serve per prima e aggredisce subito l’avversaria, colpisce piatto e forte e va a rete a chiudere. Brekka a zero Roberta, si prende 12 punti su 16 nonostante due doppi falli e scappa
sul 3-0. La nostra è tesa, palleggia troppo corto, sbaglia un paio di tocchi a rete e perde ancora il servizio. Venus è a tavoletta e gioca col sangue agli occhi, sui propri turni spinge molto sia la prima che la seconda palla con l’intento evidente di chiudere il punto in tre-quattro scambi.
Vinci comincia a sciogliersi solo nel quinto game, quando va 15-30 con un passante lungolinea e poi 15-40 sul servizio avversario. Venus annulla la prima occasione con un colpo di clava che si stampa sulla riga di fondo ma cede sulla seconda. Ora Roberta è in partita, tiene il suo turno con una volée alta di rovescio in contropiede e regge meglio sulle bordate della statunitense che ora fatica di più ma va comunque sul 5-2. Il set è compromesso e Williams nel gioco successivo va subito a triplo set point con tre risposte assassine e pone fine al set attaccando a rete e chiudendo con una volée di dritto a uscire.
Williams senior sta servendo ben oltre il 60% di prime e anche nel game di apertura del secondo set non molla nulla, si salva con una veronica alla Panatta e tiene la battuta a 30 andando poi sul 2-0 con un break propiziato da una pressione asfissiante dal fondo seguita sempre a rete che obbliga Roberta a passanti improbabili. Ma l’italiana c’è e lotta e nel gioco successivo riequilibra il punteggio. Venus vuole spaccare la pallina, arriva a 196 kmh con una prima ma commette quattro doppi falli e annulla tre palle break prima di cedere alla successiva con un passante lunghissimo. Roberta vanifica tutto perdendo ancora la battuta da 30-15 sopra ma ad onor del vero deve sempre fare qualcosa fuori dall’ordinario per vincere il punto perché la sua antagonista regala poco.
L a statunitense comincia ad essere in riserva, i sei doppi falli lo testimoniano e intelligentemente varia la sua tattica. Ora serve meno forte ma tiene dentro la prima in sicurezza intorno ai 160 kmh per poi chiudere col secondo colpo. In questo modo conferma il break e tiene senza problemi per il 4-1 e poi il 5-2 senza concedere occasioni e tenendo sempre alta la velocità dei colpi.
Vinci non riceve aiuto dalla sua prima di servizio e così è dura contro una Venus così in palla perché sulla seconda deve mettere l’elmetto…
Williams non concede quartiere e chiude l’incontro all’ottavo gioco con l’ennesimo break deciso da due vincenti in risposta e da due dritti larghi di Roberta. Una fredda stretta di mano a rete chiude la contesa. Brava Venus ma sappi che nessuno di noi dimenticherà mai New York.
K. Pliskova b. E. Svitolina 6-3 6-1 (Ciro Battifarano)
Ancora un’ottima prova da parte di Karolina Pliskova che con un eloquente 6-3 6-1 si sbarazza di Elina Svitolina. Tutto sembra riuscire con facilità alla giocatrice ceca in questa settimana che domani vedrà l’epilogo della sua stagione in una finale di potenza contro Venus Williams, salvo con questi risultati rimescolare le carte per le convocazioni per la finale di Fed Cup contro la Russia. Pliskova mette subito in chiaro le sue intenzioni odierne ed a zero, aggressiva in risposta, strappa il servizio a Svitolina nel gioco d’apertura. Svitolina prova ad allungare gli scambi nel gioco successivo e si procura due palle del controbreak, ma non appena accorcia la profondità dei suoi colpi, diventano letali i colpi della tennista ceca che annulla. Il maggior progresso che Pliskova ha mostrato a Zhuhai è forse la maggior razionalità mostrata in campo, non tirando bordate sempre, comunque e subito come avevamo visto negli ultimi tornei di stagione costellati da una marea di errori gratuiti. Invece è una Pliskova più attenta, riflessiva, che aspetta maggiormente il momento opportuno per fulminare l’avversaria. La combinazione servizio e dritto, con le sue ottime prime (oggi ha concesso un punto nel primo set e due nel secondo sulla prima di servizio), è forse l’unica arma che non richiede attesa e oggi le dà una grossa mano a non aver alcuna altra esitazione nei suoi turni di servizio. Anche Svitolina riesce ad alzare le proprie percentuali al servizio ma un passo falso nel nono gioco determina il secondo break e la conquista del set da parte di Pliskova. La musica non cambia nel secondo parziale e la tennista ucraina, con Pliskova alla ricerca del break, è costretta a forzare oltremodo il proprio servizio e con due doppi falli nel quarto gioco il break in favore della ceca arriva. Al successivo cambio di campo Svitolina chiede l’intervento del fisioterapista per problemi lombari, viene fatta uscire dal campo per il trattamento medico, ma al suo rientro non è in grado di arrestare la cavalcata di Pliskova che conquista i due ultimi giochi ed il diritto a disputare la finale che oltre al titolo mette in palio il ritorno in top-ten per la vincitrice.