DA PARIGI – Più grande, più dinamico, più tecnologico, più spettacolare. Ecco il “tennis augmunté“, lo slogan dell’edizione 2015 del BNP Paribas Masters di Parigi-Bercy. Grazie, soprattutto, al nuovo impianto, l’Accor Hotels Arena che ha saputo coniugare intensità agonistica e scenografia spettacolare.
Dopo i lavori di rinnovo la nuova Accor Hotels Arena – dal nome dello sponsor, uno dei leader mondiali nel settore alberghiero – si pone l’obbiettivo di fare concorrenza alle più grandi sale da spettacolo europee, come la splendida O2 Arena di Londra. Impresa non facile dato che fino ad alcune settimane fa, sul sito dell’evento erano presenti ancora circa 1000 operai. I lavori, del resto, non sono ancora del tutto terminati all’esterno dello stadio e, poco prima che il torneo prendesse il via, il centrale era ancora in cantiere, alquanto impolverato nei primi giorni della manifestazione. Ma lo sforzo enorme di modernizzazione punta a far sì che il torneo acquisisca più che mai lo statuto di evento d’elite, mandando un messaggio all’Atp e ai giocatori.
Au revoir gradini rossi e vetusti. Ora la grande sala – che ospita più di 15.000 spettatori – scura, dal nero antracite degli spalti e degli scalini, appare più “grintosa” e dinamica, facendo risaltare più che mai la pallina gialla sul campo azzurro al centro della scena, palcoscenico d’eccezione per i grandi attori del BnpParibas Masters. E già, perché come ha sottolineato Guy Forget davanti ai giornalisti durante la conferenza stampa per il bilancio del torneo “in fondo i grandi campioni sono anche attori, uomini di spettacolo e quando si riesce a valorizzarli è ottimo per lo spettacolo“. E il pubblico ha particolarmente apprezzato lo show di quest’anno, grazie anche alla novità del tunnel illuminato per l’ingresso in campo dei giocatori, molto simile all’ingresso trionfale e palpitante della O2 Arena. “All’inizio i gioctori erano un po’ perplessi quando hanno saputo che ci sarebbe stato il tunnel” continua Forget “ma poi, quando hanno visto sul grande schemo l’effetto che faceva, sono rimasti impressionati e entusiasti“. Musica psichedelica, giochi di luce sul campo e l’animazione dei dj e del maître de cérémonie Marc Maury sono riusciti a dinamizzare la folla e a conferire una maggiore energia e intensità agli istanti prepartita. Uno show che ci ha ricordato le scenografie dello sport e del divertimento – senza la violenza, ovvio – dei film di anticipazione tra gli anni ’70 e ’90, come Rollerball, The Running Man, Il prezzo del pericolo…
Tuttavia, se è stata apprezzata l’energia, il dinamismo e la scenografia della nuova Arena, non sono mancate le critiche, in particolare relative ad alcuni servizi considerati ancora insufficienti. Sugli spalti, tra un posto e l’altro, lo spazio è alquanto esiguo; inoltre, nei corridoi che danno accesso ai vari ingressi del centrale, non c’è la possibilità di sedersi. Comunque, la nuova Arena è decisamente più accogliente soprattutto per i giocatori che si sono espressi in termini di elogio per lo sforzo degli organizzatori e i risultati ottenuti. “Mi perdo ancora un po’ nei corridoi ma trovo che i risultati siano soddisfacenti, gli anni passati sembrava complicato ma ora gli organizzatori sono riusciti a recare i miglioramenti necessari” ha dichiarato Roger Federer.
Nuovi salottini, spogliatoi, le sale per i massaggi e gli esercizi di riscaldamento, il ristorante, sono gli spazi rimodernati e messi a disposizione dei tennisti. “Il nuovo impianto è ottimo” ha ammesso Rafa Nadal, “le condizioni degli anni passati erano difficili per tutti. Per esempio, bisognava spostarsi per allenarsi e, in quanto Masters 1000, abbiamo bisogno di condizioni ottimali“. Così come è stato rimodernato lo spazio dedicato alla stampa. E poi il campo, grande protagonista insieme a i giocatori. Un campo che, però, ha destato non poche perplessità sulla lentezza della superficie, che dovrebbe essere invece identica a quella degli altri tornei indoor, soprattutto a quella della O2 Arena su cui si disputeranno le Finals tra due settimane. “Anche se può sembrare più lenta, Xavier Sanchez, direttore di Greenset (la società che si occupa della realizzazione del campo), afferma che la velocità è la stessa” dichiara deciso Forget. “A volte si può constatare una leggera differenza a causa delle condizioni geografiche; per esempio, a Basilea, in altitudine, la superficie diventa più rapida, a Valencia più lenta, ma la differenza è circa del 5% e non è affatto intenzionale. Certo, in generale, ci sono ancora degli aspetti che possono essere migliorati, apportando quei piccoli dettagli in più che possono rendere ancora più grande il torneo. Non può essere tutto perfetto ma sono previste ulteriori novità per il prossimo anno. Posso affermare che quella di quest’anno è stata un’edizione di grande successo, estremamente riuscita. Ho assistito ai match più belli da quando sono direttore del torneo”.
Alla scenografia psichedelica e avveniristica dei prepartita, sul Centrale si alterna quella più dolce da lounge, propria della raffinatezza di un hotel all’avanguardia. Il cambio campo viene allietato da note jazz e soft, i giocatori si accomodano su eleganti divanetti blu, con tanto di cesto di frutta a disposizione. Se poi si gradisce pure una bevanda calda, a Bercy viene servito perfino il caffé in campo. Stan Wawrinka docet…