[1] N. Djokovic b. [6] T. Berdych 6-3 7-5 (da Londra, Cesare Alfieri)
La suspence è durata circa mezz’ora. Ci si domandava se Tomas Berdych potesse davvero sconfiggere un avversario che sul veloce l’ha sempre battuto. Peraltro, il ceco per qualificarsi avrebbe avuto bisogno di una vittoria in due set, che in carriera non ha mai ottenuto contro Djokovic (in tre era successo sull’erba di Wimbledon, nell’ormai lontano 2010). Il pubblico dell’O2 Arena non sembrava credere alla possibilità del miracolo: niente tutto esaurito, ed un’atmosfera tutto sommato sonnacchiosa. Rispetto a quanto è successo in campo, il dato più interessante – e indicativo di una partita difficile a definirsi spettacolare – è il vincente solitario di Djokovic nel primo set, con il serbo ad impostare una partita di puro contenimento. Una strategia non esaltante, ma efficace, quando Tomas ricambia con 18 errori non forzati nel solo primo parziale. Troppo, chiaramente, per impensierire Djokovic, ma abbastanza per regalare una mezz’oretta di qualche interesse al pubblico.
Il serbo non è sembrato neanche questa sera il robot senza difetti a cui spesso, cioè praticamente sempre, quest’anno ci ha abituati. Anche se non poteva ripetersi, per i limiti del suo avversario, “la cattiva serata” avuta nel match contro Federer. Negli scambi da fondo campo, tuttavia, Nole non ha dominato, con un paio di diritti tirati a metà rete che hanno dato l’impressione di un giocatore un po’ scarico. Quando il ceco non veniva sufficientemente supportato dalla prima di servizio, però, Djokovic sembrava poter chiudere immediatamente la pratica. Così, infatti, in uno sciagurato ottavo game con poche prime, e ben quattro errori non forzati, un facile schiaffo al volo di diritto sparacchiato a metà rete chiudeva di fatto la contesa. Ci sarebbe stato, ancora, il tempo per un breve sussulto – soltanto, come ovvio, per il risultato della partita, a qualificazione acquisita – ma il contro-break di Berdych nel quarto gioco del secondo set era il canto del cigno. Berdych chiude la sua esperienza qui a Londra con tre sconfitte, un solo set vinto e, quasi certamente, il peggiore outfit di quelli visti alle Finals.