(da Verona, Roberto Dell’Olivo)
La Grande Sfida approda a Verona. Un’ottima occasione per rilanciare il tennis in una delle province venete con più tesserati, ma che vive un momento complicato in termini di risultati, sia a livello individuale che di competizioni a squadre.
L’evento inizialmente doveva svolgersi nella sola Modena ma è stato “raddoppiato” aggiungendo le gare di semifinale nella città di Giulietta e Romeo. Un torneo esibizione, inserito nel calendario 2015 del circuito senior dell’ATP, il “Champions Tour”. Precedenti tappe a Las Vegas, Knokke (con la vittoria di Malisse in finale contro Sampras), Mallorca, Seul e Monterrey.
“Abbiamo raccolto questa grande sfida con estremo piacere”, ci riferisce il responsabile dell’apparato organizzativo veronese, Stefano Bianchini, direttore generale della Fondazione Bentegodi, anima di grandi eventi promossi nella sua Verona, una città abituata allo sport con la S maiuscola. “Abbiamo organizzato tra le tante cose, anche due fasi eliminatorie dei mondiali di pallavolo femminile nel 2014, con match di primissimo ordine come Stati Uniti-Brasile, con gli Usa poi campioni del mondo ed i brasiliani medaglia di bronzo”.
E con il tennis come è andata?
Nei giochi di squadra i dirigenti sono più presenti nelle loro società. Nel mondo del tennis ho trovato esserci minore abitudine, diciamo, alla comunicazione; c’è molto individualismo anche nel pubblicizzare un evento. Abbiamo fatto i salti mortali nel sensibilizzare tutti i circoli. È stata l’occasione anche per loro per crescere e accumulare nuova esperienza.
Le istituzioni come hanno risposto?
Molto bene, abbiamo ricevuto un grande appoggio in particolare dalla provincia di Verona. Ma un grandissimo ringraziamento va ad Ernesto De Filippis, responsabile della Mca Group. Grazie a lui è nato il nuovo binomio tra la città scaligera ed il tennis.
E c’è già un disegno che vede Verona candidata come sede di una gara di Coppa Davis della nostra nazionale.
È un ipotesi molto concreta. Il campo di gara? Direttamente l’Arena di Verona. Con oltre 16.000 spettatori, sarebbe una cornice strepitosa, di grande impatto. Che si potrebbe riempire anche per una grande esibizione magari con i numeri uno dei nostri tempi come Roger Federer e Novak Djokovic. Organizzare una gara come la Coppa Davis sarebbe il nostro Grande Sogno. Il tennis piace moltissimo e sicuramente è una grande occasione poter vedere da vicino il numero uno degli anni ’80 John McEnroe (ieri ospite a Londra alla O2 Arena per il premio alla carriera consegnato a Lleyton Hewitt, ndr). Magari i giovanissimi lo conoscono solo di riflesso, ma siamo sicuri che è ancora personaggio di grande richiamo. Che dire poi di Mats Wilander lo svedese voce di Eurosport anch’egli numero uno negli anni ’80? E poi Henri Leconte e Sergi Bruguera che ha sostituito all’ultimo momento Yannick Noah (due vincitori e due finalisti del Roland Garros, ndr).
Tutto è pronto per aprire il palasport al grande tennis.
Grazie ad un centinaio di volontari ci siamo o quasi. Questa notte dalle ore 22 stenderemo il taraflex, molto simile a quello che si usa nel volley. Tre, quattro ore di lavori in notturna per far si che venerdì sia tutto pronto. Il palasport veronese può ospitare 5000 tifosi. In prevendita fino a qualche giorno fa abbiamo venduto oltre la metà dei biglietti, ma ci aspettiamo tanti appassionati che arriveranno direttamente al botteghino del Palaolimpia domani sera a comprare il loro tagliando.
Inizio domani alle ore 20.30 con i due match di semifinale. Henri Leconte scenderà in campo per primo. Il mancino francese affronterà lo spagnolo Sergi Bruguera, coach di Richard Gasquet. Molta Francia nel primo match di semifinale del Palaolimpia. A seguire il big match tra due ex numero uno della racchetta ed ora colleghi di lavoro come commentatori sportivi. Direttamente dalla O2 Arena di Londra ecco in campo John McEnroe e Mats Wilander. Incontri al meglio dei tre sets, con tie break ai dieci, in sostituzione dell’eventuale terzo set. Domenica le finali a Modena.