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“Se Dunblane dichiarasse l’indipendenza vincerebbero la Coppa Davis”
Così diceva un tweet subito dopo la vittoria della Gran Bretagna nei quarti di finale di Coppa Davis contro la Francia al Queen’s Club.
Due fra i più famosi figli di Dunblane, Andy e Jamie Murray, si erano assicurati i tre punti necessari a mettere fuori gioco i vincitori di nove insalatiere.
Niente male per una città di 9000 abitanti, sei miglia a nord di Stirling al confine con le Scottish Highlands.
Il resto del team britannico aveva ovviamente fatto la sua parte per conquistare il quarto punto – non è stato da meno James Ward contro gli Stati Uniti nel primo turno – ma contro la Francia, Dunblane ha fatto il lavoro più duro.
Successivamente la Gran Bretagna avrebbe affrontato l’Australia a Glasgow per un posto in finale, una competizione che ha visto vincere gli inglese l’ultima volta nel 1936.
L’impatto positivo che hanno avuto i Murray sull’immagine di Dunblane è difficile anche da enfatizzare. Questa è una città conosciuta per una tragedia accaduta prima ancora dell’arrivo dei due fratelli nella scena del tennis mondiale.
Nel 1996, 16 bambini vennero uccisi insieme ai loro insegnanti, quando Thomas Hamilton entrò nella Dunblane Primary School, la scuola elementare del posto, armato di quattro pistole, ed iniziò a sparare ad una classe di bambini fra i cinque e i sei anni.
Andy e Jamie erano a scuola in quel momento, ma ne uscirono incolumi.
Per anni quel massacro fu un’ombra sopra la cittadina, prima dell’affermazione dei Murray come campioni di uno Slam.
Mamma Judy Murray insegnava loro al Dunblane Sport Club, che vantava quattro campi in erba artificiale e un piccolo club.
L’allenatrice del club, Fiona Dennie, racconta che tutti in città sono particolarmente protettivi nei confronti dei fratelli.
“Odiamo qualunque cosa di negativo venga detta su loro”, ha detto. “E siamo estremamente fieri di loro. Avere due campioni di Wimbledon venuti fuori da una piccola città come Dunblane è incredibile”.
Secondo Fiona, il tennis è adesso lo sport principe a Dunblane proprio grazie a quello che chiamano “effetto Murray”.
“Il nostro programma di allenamento è cresciuto, adesso abbiamo circa 200 bambini che si allenano qui ogni settimana”, ha dichiarato. “Ne avevamo solo 25”.
Naturalmente la città apprezza i due successi di Andy negli Slam, così come la vittoria di Jamie nel doppio misto a Wimbledon 2007. Tuttavia, una vittoria in Coppa Davis sarebbe qualcosa di totalmente differente, ed in particolare fra i più giovani membri della città.
Cameron Dennie è il figlio di Fiona, ed anche lui è un allenatore del Club.
“È quasi come una finale di Coppa del Mondo nel calcio, è incredibile per il tennis”, ha dichiarato.
“La Coppa Davis ha creato un enorme interesse perché si gioca per una squadra, non solo per se stessi e questo ai bambini piace perché lo associano ad altri sport come il football e il rugby”.
L’attuale capitano di Fed Cup, Judy Murray, dice: “C’è un enorme senso di orgoglio per quello che i ragazzi sono riusciti a conquistare, e creare davvero molta eccitazione fra i cittadini. L’aver disputato in Scozia la semifinale ha significato tanto per le persone di Dunblane, perché hanno avuto la possibilità di vederli giocare, il che è una grande gratifica”.
“Vederli scendere in campo e vederli giocare insieme per il proprio paese, è qualcosa di davvero molto speciale. Per Dunblane è una cosa fantastica”.
Tornare al Club fa ricordare a Judy dove tutto è iniziato.
“Hanno iniziato a giocare qui, due bambini piccoli, con racchette piccole e pantaloncini troppo grandi per loro. Chi avrebbe pensato che sarebbero arrivati dove sono oggi?”.