Dopo le parole di speranza di Leon Smith pubblicate ieri – con il capitano della squadra britannica che aveva approfittato dell’entusiasmo derivante dalla vittoria in Davis per chiedere alla Federazione inglese di creare una strategia in grado di dare benefici a lungo termine per tutto il movimento tennistico britannico – arrivano anche le parole del vero protagonista degli ultimi giorni. Dopo aver riportato la Coppa Davis in Gran Bretagna a 79 anni di distanza dall’ultimo successo grazie al punto decisivo conquistato domenica contro David Goffin, Andy Murray mette per un momento da parte le celebrazioni e critica aspramente la Lawn Tennis Association.
“Non c’è mai nessuno con cui allenarmi quando sono a casa. La cosa è decisamente frustrante”, ha dichiarato Andy lamentandosi della mancanza di giocatori al National Tennis Center di Roehampton. “I campi indoor erano tutti vuoti e non c’era una singola persona in palestra. Ho scattato delle foto perché l’impianto è costato qualcosa come 40 milioni di sterline e non c’era anima viva al suo interno“.
“Non si fa mai niente”, ha proseguito Murray parlando con i giornalisti nella giornata di ieri. “Non voglio perdere il mio tempo parlando di certe cose. Non ne parlo nemmeno con chi riveste posizioni importanti”.
In conclusione il numero 2 del mondo ha lanciato l’allarme sul settore giovanile: “In passato i junior non sono mai stati un problema, indipendentemente dal fatto di avere o meno giocatori professionisti di alto livello. Eravamo abituati ad avere ragazzi e ragazze in corsa per gli Slam e classificati al numero 1 a livello juniores. Poi non eravamo molto bravi a trasformarli in giocatori di primo livello una volta diventati professionisti. È preoccupante il fatto di non avere junior nei tornei dello Slam perché è una cosa che in passato non era mai capitata. Non è l’ideale. È arrivato il momento di fare qualcosa per migliorare le cose. Devono intervenire subito”.