Nei dintorni di Djokovic: Danka Kovinic e il tennis montenegrino
La considerazione è scontata, ma ci sta tutta: buon sangue non mente.
Gli appassionati italiani di basket con qualche anno in più ricorderanno bene Predrag “Sasha” Danilovic. Guardia dal tiro micidiale, arrivò alla Virtus Bologna nel 1992, ventiduenne, proveniente dal Partizan Belgrado, con cui l’anno prima aveva vinto Coppa Campioni, campionato e coppa di Jugoslavia. Con la maglia della squadra felsinea – che indossò dal 1992-1995 e dal 1997-2000, con una parentesi nell’NBA – vinse una Coppa Campioni, 4 scudetti e una Coppa Italia. Difese anche i colori della nazionale jugoslava (pre e post dissoluzione dello stato federale jugoslavo come era conosciuto dalla fine della Seconda Guerra mondiale), con la quale conquistò complessivamente 4 titoli europei, ma soprattutto l’argento olimpico nel 1996 ad Atlanta. Danilovic, oggi 45enne, ha recentemente rassegnato le dimissioni dalla carica di presidente del Partizan Belgrado, che ricopriva dal 2007, date le grosse difficoltà economiche in cui versa lo storico club della capitale serba. Ma non parliamo di lui per i suoi gloriosi trascorsi con la palla a spicchi o per la sua successiva carriera di dirigente sportivo, bensì perché è il padre del nuovo fenomeno del tennis juniores serbo, la 14enne Olga Danilovic.
La figlia di Sasha gioca infatti a tennis. E gioca molto bene. Così bene che tra Settembre e Ottobre è arrivata in finale per 4 volte consecutive nei tornei ITF juniores, vincendone tre. Risultati veramente notevoli, se si considera che si tratta di tornei under 18 e la giovanissima Olga compirà 15 anni appena il prossimo 23 gennaio. Buon sangue non mente, appunto, dato che anche papà Danilovic si rivelò all’incirca a quella età come grande promessa del basket jugoslavo. Anche se in realtà i geni sportivi in famiglia non arrivano solo da parte di padre, dato che il nonno materno, Miodrag Radosevic, a metà degli anni ’60 fu stopper titolare dell’OFK Belgrado, con la quale giocò il Prima Lega, la massima serie del calcio jugoslava, e collezionò anche due presenze nelle coppe europee. L’OFK Belgrado, terza squadra in ordine di importanza della capitale serba dopo la Stella Rossa ed il Partizan, in quegli anni ottenne dei discreti successi, dato che vinse due volte la Coppa di Jugoslavia, nel 1962 e nel 1966, manifestazione molto sentita nel Paese balcanico. E in occasione della seconda vittoria – quella che permise poi a Radosevic, classe 1937, di esordire in Coppa delle Coppe l’anno dopo – schierò in avanti due dei migliori attaccanti jugoslavi di tutti i tempi: Slobodan Santrac, a quel tempo diciannovenne, che in seguito fu per quattro volte capocannoniere del campionato e divenne il detentore del record assoluto di reti realizzate in Prima Lega, e Josip Skoblar, che si trasferì poi in Francia, nell’Olympique Marsiglia, con il quale vinse due titoli nazionali, una Coppa di Francia e conquistò 3 volte il titolo di capocannoniere e nel 1971 la Scarpa d’oro (grazie alle 44 reti segnate in stagione: a quei tempi il premio andava al giocatore che aveva realizzato il maggior numero di reti in uno dei campionati europei, senza calcolo del coefficiente di difficoltà del campionato come avviene attualmente). E Olga è mancina proprio come nonno Miodrag.
La giovane tennista serba ha iniziato a giocare all’età di di 5 anni nel club caro a papà Sasha, il Partizan di Belgrado. Che è anche il club dove da ragazzo si allenava il suo idolo Novak Djokovic. “Ho avuto la fortuna di conoscerlo. Mamma e papà mi dicono che quando si incontrano da qualche parte (che non è una cosa così incredibile come qualcuno potrebbe pensare, dato che se in Serbia papà Sasha è un’icona del basket, mamma Svetlana è una famosa giornalista sportiva, ndr) Djokovic dice loro che segue sempre i miei risultati. Beh, per me significa molto” ha raccontato Olga, che ha ottenuto l’ultima delle sue tre vittorie a fine ottobre ad Almere, in Olanda, dove ha sconfitto in finale la belga Lara Salden, di due anni più vecchia di lei, per 6-4 3-6 6-3. Questo risultato le ha permesso di raggiungere a fine Ottobre il suo best ranking e arrivare a ridosso della top 100 nella classifica mondiale junior (alla posizione n. 119, attualmente è n. 121). “Sono molto contenta di quello che ho fatto dall’inizio di Settembre ad oggi. Ho giocato tante partite e vinto molti match, ma ho anche conquistato tanti punti che mi hanno permesso di raggiungere una classifica che mi consentirà di partecipare ai miei primi Australian Open juniores” ha detto dopo il successo nei Paesi Bassi la promessa serba, che data la giovane età può giocare solo un limitato numero di tornei nell’arco dell’anno. “Potrò però giocare a fine anno i tornei che tutti gli junior vogliono giocare, quelli in Florida” ha precisato la Danilovic riferendosi all’Eddie Herr International e all’Orange Bowl, i due famosi tornei internazionali under 18 che si disputano tra fine novembre e metà dicembre nello penisola bagnata dal Golfo del Messico. E rivelando poi che quella del torneo olandese è stata per lei una vittoria speciale. “Ad Almere mi ha accompagnata papà, questo è il primo titolo ITF che abbiamo vinto insieme e per questo mi è particolarmente caro” ha detto con un tenero sorriso la piccola Olga.
E sicuramente anche per papà Sasha, nonostante i tanti trofei vinti sul parquet da protagonista, quello sollevato in Olanda dalla figlia davanti ai suoi occhi avrà avuto un significato particolare.