32. Nessun italiano disputerà una finale di Slam in singolare e nemmeno una semifinale. Il miracolo all’italiana c’è già stato all’US Open 2015. Matteo Renzi potrà risparmiare un volo di Stato.
33. Ivo Karlovic, 10,442 aces in 541 match e quest’anno uno dei quattro giocatori capaci di battere Novak Djokovic, dopo aver saputo che il suo record di aces è stato contestato da Goran Ivanisevic, fermo ufficialmente a 10.237 cui non ne erano stati conteggiati tutti quelli fra il 1988 e il 1991 – vuoi che non fossero un migliaio almeno? – vincerà ancora un torneo alla veneranda età di 37 anni, eguagliando come tennista più anziano capace di tanto, Jimbo Connors.
34. Ivo Karlovic però non farà più aces di quest’anno, 1252, non batterà il suo record di 45 aces in un match sulla distanza dei due set su tre, stabilito quest’anno nei quarti ad Halle contro Tomas Berdych e non…crescerà più del suo attuale 2 metri e 11 cm. Quest’ultima può sembrare una boutade, ma quando Karlovic battè il campione in carica di Wimbledon Lleyton Hewitt nel 2003, era alto due metri e 07 cm e aveva già 24 anni. Insomma ha sempre continuato a crescere, forse per difendere il record del tennista più alto di sempre fra i top-100 dell’ATP (dove si è installato da 13 anni consecutivi).
35. Francesca Schiavone potrebbe smettere di giocare soltanto se le offriranno uno stabile posto di telecronista a Sky. Ma il network che non trasmette tennis femminile di cosiddetti “talent” femminili ne ha già abbastanza. E poi Francesca dovrebbe rinunciare a quel tono di voce fra l’ispirato e il sofferto che le piace tanto quando si concede ai giornalisti nelle conferenze stampa.
36. Gianni Clerici a 86 anni continuerà coraggiosamente a frequentare gli Slam di Parigi e Wimbledon e a scriver pezzi mirabili. Anche se soltanto nelle didascalie alle foto si esprimerà, obbligato a sintetizzare il proprio pensiero, con il coraggio che non traspare invece dai suoi articoli sempre misurati e prudenti. Un esempio recente? Citando, sotto una foto dei quattro moschettieri di Francia degli Anni 20, “l’eccezionale doppista Brugnon” ha chiosato anche questa frase: “quando il doppio contava quanto il singolo e ancora non era un riempitivo TV interpretato da tennisti falliti”. C’è andato, insomma, molto più pesante, di come avrebbe scritto l’indomani della vittoria di Bolelli e Fognini all’Open d’Australia. O di quel che avrebbe detto al presidente Binaghi se lo avesse incontrato. Se quella frase l’avesse scritta chiunque altro che non fosse Clerici sarebbe stato tacciato di lesa maestà e di vilipendio alla patria. E Fognini e Bolelli, oltre ai loro clan e ai federales, gli avrebbero tolto il saluto per sempre. Ubi maior… (dove Ubi stavolta non sono io).
37. Il campionato di serie A continuerà a fare la gioia della Canottieri Aniene di Giovanni Malagò, con Santopadre che a 45 anni sarà ancora protagonista dell’ennesima finale all’insegna del “largo ai giovani”, il motto che la dirigenza federale propugna da tempo per lanciare sempre più quest’avvincente manifestazione che se non brilla a livello maschile però fa sognare a livello femminile, soprattutto dopo lo spettacolo offerto da Corinna Dentoni e Maria Elena Camerin, insomma qui sì che emergono le nuove leve.
38. Il centro tecnico di Tirrenia, secondo le migliori tradizioni ormai consolidate dal 2004 a oggi, continuerà a non sfornare mezzo giocatore senza che nessuno si chieda perchè o accenni a voler cambiare qualcosa. Nè tantomeno a chiuderlo visto l’evidente fallimento. Nemmeno nel 2016 emergerà un tennista in grado di… fracassare il muro del 250esimo posto nelle classifiche ATP.
39. Se Matteo Donati ce la farà, come ho previsto, a salire nei pressi del 100esimo posto l’opinione pubblica verrà informata del fatto che Donati è un frutto… dell’allevamento di Tirrenia più che una conseguenza del fatto che Matteo abbia preferito tornare ad allenarsi seriamente con i fratelli Paci a Bra con Golubev, Eremin ed altri. D’altra parte è già successo con Sara Errani e Flavia Pennetta emigrate in Spagna, come Fognini del resto, che la disinformazione l’ha fatta da padrone e i giornali più ossequiosi – quasi tutti – hanno preferito tapparsi occhi ed orecchie, turarsi il naso. Cosa non si farebbe per una “notizia” o una intervista in più.
40. Eugenie Bouchard, precipitata al 49mo posto nel ranking WTA, ritornerà su. Almeno top 15.
41. Belinda Bencic entrerà fra le top-ten a vele spiegate, avvicinandosi ad una posizione vicina alle top-5. Mentre Nikki Kirgyos farà il balzo fra i top 10.
42. Roger Federer e Martina Hingis non vinceranno il doppio misto alle Olimpiadi.
43. Vika Azarenka tornerà tra le top-ten.
44. Tutti i francesi usciranno dai top-ten.
45. Fabio Fognini risalirà intorno alle quindicesima posizione e tutti diranno che è merito di Flavia Pennetta.
46. Il russo Rublev sarà la rivelazione e l’attrazione dell’anno. Perchè non sarà McEnroe, ma per alcune sceneggiate un po’ lo ricorderà.
47. Occhio a Madison Keys fra le donne, salirà su, e anche il croato Coric, che pure tanti trovano limitato, dimostrerà che con il lavoro si può salire parecchio. Salirà anche Zverev che ha più talento di lui.
48. Nick Bollettieri proverà a far risorgere Gianluigi Quinzi. Affiancandolo nuovamente al vecchio coach argentino Eduardo Modica che a suo tempo lo aveva lasciato, si disse, per propri problemi familiari.
49. Potito Starace e Daniele Bracciali, implicati nel caso scommesse e match combinati, verranno assolti per non aver commesso il fatto alla revisione del processo federale, finchè verranno di nuovo condannati, poi di nuovo assolti, quindi di nuovo assolti, per essere ricondannati e poi assolti. Nel frattempo Bracciali avrà compiuto 55 anni e Starace 52 e, inabilitati a giocare e ad insegnare tennis, avranno fatto pace con la benedizione di mamma Luzzi e giocheranno a burraco al Circolo Tennis Arezzo di San Clemente.
50. Il bilancio federale del 2014 verrà reso noto verso fine 2016, ma nessuno ci capirà niente salvo chi l’ha scritto benissimo perchè – appunto -non si capisca proprio niente. Così Angelo Binaghi verrà trionfalmente rieletto fino al 2020. Solo per il momento, naturalmente. Per le elezioni del quadriennio 2000-2024, con Roma supercandidata ad ospitare le Olimpiadi, Giovanni Malagò non vorrà davvero rinunciare all’appoggio del brillante e intraprendente dirigente sardo, che verrà quindi rieletto, anche perchè nel frattempo qualche tennista italiano emigrato in Spagna per allenarsi con qualche coach con gli attributi (tecnici, s’intende) sarà sicuramente emerso. Basterà poi farlo venire ad allenarsi almeno un paio di volte l’anno anche al centro di Tirrenia per “gestirlo” come si deve e promuovere al meglio il tennis italiano. A raggiungere consapevolezza e consenso internazionale ci penserà la CNN. Oppure Supertennis.