[4] M. Raonic b. [1] R. Federer 6-4 6-4
A Brisbane arriva la sorpresa che non ti aspetti, ovvero la sconfitta di Federer contro un concentrato e volitivo Raonic, che ribalta il pronostico della vigilia (i precedenti erano 9-1 per lo svizzero) e conquista il primo titolo della stagione. Per Milos è la prima vittoria in finale contro un top 5 e, in un colpo solo, si prende la rivincita contro Roger, che l’aveva sconfitto un anno fa proprio in questo torneo, e dà un dispiacere all’ex allenatore Ljubicic, ora nello staff dell’ex n.1 del mondo. Un trionfo meritato, anche perché ha giocato bene ed ha saputo approfittare della prestazione opaca messa in campo dallo svizzero, che forse paga una condizione fisica non ottimale.
I primi game sono di studio, poi nel quinto gioco Raonic piazza prima una risposta vincente e poi un rovescio lungolinea e si porta avanti sul 15-30, Federer sventa il pericolo con una prima convincente, ma sul 30-30 arriva un errore a rete banale (per la classe e la manualità dello svizzero) e la prima palla break dell’incontro. Ma stavolta lo svizzero è attento, sventa la minaccia e torna avanti nel punteggio.
La dinamica della partita è abbastanza chiara, Roger cerca di variare angoli e rotazioni per controllare le operazioni e poi colpire di diritto, mentre Milos, più in difficoltà nei movimenti laterali, vuole chiudere lo scambio in pochi colpi. Raonic prova ad essere aggressivo, ma Federer non arretra dalla linea di fondo campo. Ma con il passare dei minuti è il canadese a salire di livello, anche perché lo svizzero inizia a sbagliare tanto di rovescio. L’ottavo gioco si apre con il primo doppio fallo di Raonic ed il susseguente 0-15, ma pur con qualche titubanza (un grave errore sul 30-15) il canadese mantiene la battuta e conquista il 4-4, in questo game Federer ha il rimpianto di un aver sprecato una possibile chance di palla break insaccando un passante in rete.
Raonic è in fiducia, comprende che il suo avversario non è in grande giornata, Federer sbaglia troppo da fondo campo con il rovescio, infatti è costretto nuovamente a fronteggiare una palla break, ma il canadese manda l’ennesima risposta in rete. Roger commette un velenoso doppio fallo che regala la chance del 5-4 al suo avversario, che stavolta la trasforma con la collaborazione attiva di Federer, che spedisce sul nastro un comodo diritto in lungolinea. Il canadese non si scompone, mantiene i nervi saldi e vince il primo set 6-4, in cui ha tenuto una percentuale alta di prime in campo e, tutto sommato, ha giocato meglio i punti decisivi.
Un impietrito Ljubicic, che in passato è stato allenatore e mentore di Raonic, sembra colpito dalla prestazione del suo ex pupillo, che non solo è infallibile in battuta, ma trova molti vincenti di diritto, che lasciano fermo il suo più titolato avversario.
Nel secondo parziale il canadese parte concentrato, ma sul 2-1 c’è una lunghissima pausa, infatti Milos esce dal campo in seguito ad un medical time out chiamato un po’ a sorpresa, anche perché non c’erano state avvisaglie nei minuti precedenti.
La sosta lascia qualche scoria all’ex n.4 del mondo, che commette 3 doppi falli in un solo game e dal 40-30 si va rapidamente a palla break per lo svizzero, che, però, spreca con uno “steccone” di rovescio e salvando così Raonic che si porta sul 2-2. Tuttavia allo svizzero manca come al solito il cinismo e nel fatidico settimo gioco dal 30-0 si incarta e consegna il break ad un incredulo Raonic, che merita pienamente la chance che si è guadagnato e si porta avanti di un break. Il momento di appannamento in battuta sembra brillantemente superato, infatti con un ace a 220 km/h conferma il vantaggio e si garantisce il diritto a servire per il titolo. Il tennista di Basilea ha un sussulto che lo porta sul 15-30, i due punti successivi sono l’istantanea che racconta la storia del match, ovvero Federer commette due errori di rovescio (prima una stecca e poi un passante in rete) che praticamente azzerano qualunque speranza di una possibile rimonta. Sul 40-30 Raonic mette in campo la prima e chiude i conti sul definitivo 6-4 lasciandosi andare in un sorriso liberatorio.